A caccia del Toro nell'Africa nera
A caccia del Toro nell'Africa nera I MERCATI DEI PAESI EMERGENTI A caccia del Toro nell'Africa nera Lorenzo Dilena «L'Africa è immensa: ci sono più di 50 Paesi, 15 Borse, oltre 800 milioni di abitanti e un miscuglio di storie interessanti che valgono la pena di essere raccontate». Parla così Jim Rogers, bizzarra combinazione di uomo di successo: divenuto ima leggenda di Wall Street quando fondò assieme a George Soros il Quantum Fund, Ihedge fund con il mighor record che la storia ricordi, decise poi di ritirarsi, ricchissimo, all'età di 37 anni. Da allora, pur continuando ad amministrare con successo il suo portafoglio personale, il suo mestiere è viaggiare. «In molti Paesi africani - spiega - il cambiamento sperato non è avvenuto e i nuovi leader sono pessimi come lo erano i precedenti. Nonostante questo, le opportunità non mancano. Personalmente ho investimenti in Ghana, Costa D'Avorio, Zimbabwe e Botswana. Ma le storie più interessanti per il prossimo futuro saranno l'Angola, che però non ha ancora un mercato azionario, e la Tanzania, che ha aperto da poco il proprio mercato azionario agh stranieri e dove mi appresto a investire. L'Angola sarà un grande successo: investire in un Paese appena uscito da una lunga guerra vuol dire diventare ricchi. La Germania del 1945 è un esempio eclatante, ma ce ne sono altri. Presto, inoltre, l'Angola diventerà il primo produttore di petrolio in Africa. Ci saranno risorse a sufficienza per i 12 milioni-di persone che la abitano, anche se i pohtici dovessero rubare». Un'altra proposta? «La Tanzania, un posto meraviglioso, più del Kenya. Oggi il Paese incoraggia gh investimenti esteri e la sua economia ha un grande potenziale, grazie alle risorse naturah, a uno dei mighori sistemi scolastici in Afri¬ ca, e all'altissimo tasso di alfabetizzazione. Le infrastrutture però sono ancora un disastro. Da pochissimo la Tanzania consente agh stranieri di acquistare azioni locali. E io lo farò». Pollice verso, invece, verso il Sud Africa. Questo è il parere di un esperto di una deUe materie più sconosciute del mondo finanziario. Eppure, è sui listini africani che negh ultimi due anni e mezzo si è registrato il più alto ritomo (misurato in dollari) degh investimenti azionari. Neanche a dirlo, si tratta di Borse che sono assolutamente fuori dalla portata di un investitore non professionale. Di più: persino i grandi fondi emergenti si tengono ben lontani, limitandosi alle aree per così dire più tranquille e conosciute, come Egitto, Tunisia, Marocco e Sudafrica, con qualche puntata in Nigeria. Ma alzi il dito chi sapeva che, dal 2002 a oggi, la Borsa del Ghana ha registrato un aumento del 900Zo, quella del Kenya del 500Zo e che il valore delTindice Zimbabwe Industriai è cresciuto di oltre il 6000Zo. Non che ci siano molte opportunità sull'euromereato: il numero di emissioni è molto limitato e nel complesso il debito africano (includendo Nord e Sud Africa) pesa poco più del 50Zo sul totale emergenti. Più opportunità (ma anche enormi rischi) sui mercati azionari, caratterizzati da elevata volatilità e scarsa liquidità. Nei vari listini sono quotate oltre 2.200 aziende, che secondo un progetto di lungo termine delTUnited Nations Development Programme potrebbero confluire in un unico segmento panafricano all'interno deUa Borsa di Johannesburg (Sud Africa). Una Borsa «comunitaria» esiste già nell'Africa occidemile francofona e include paesi come Senegal, Costa d'Avorio e Mah. [Borsa&Finanzal LE BORSE AFRICANE Paese Listlno ' Var. % 01/01/03
Persone citate: George Soros, Jim Rogers
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