E' resa dei conti fra Condoleezza e il capo della Cia di Maurizio Molinari

E' resa dei conti fra Condoleezza e il capo della Cia DUELLO A DISTANZA: LA RICE E TENET GIOCANO IL LORO FUTURO POLITICO E' resa dei conti fra Condoleezza e il capo della Cia Sull'uranio di Saddam il confronto fra due scuole di politica americana Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK La resa dei conti dentro l'amministrazione suU'errore commesso nell'accusare Saddam Hussein di aver tentato di acquistare uranio grezzo dal Niger fa tremare le poltrone di due nomi eccellenti: il consigliere per la sicurezza nazionale, Condoleezza Rice, e il capo della Cia, George Tenet. Sin dall'inizio della bufera di polemiche, avviata con l'ammissione dell'errore compiuto da parte della Casa Bianca, la Rice e Tenet si sono chiamati reciprocamente in causa. Fu la Rice a dichiarare, incontrando i giornalisti sull'Air Force One in viaggio dal Botswana all' Uganda, che la frase incriminata di sedici parole pronunciata dal presidente Bush U 28 gennaio avrebbe potuto essere tolta dal discorso «se la Cia lo avesse chiesto» e che lei non era stata a conoscenza dei dubbi soUevati sulla pista del Niger. Ed è stato un uomo di Tenet, l'agente Alan Foley, a restituire lo sgambetto alla Rice dichiarando candidamente di fronte alla commissione d'inchiesta del Congresso che fu Robert Joseph - stretto collaboratore del consigliere per la Sicurezza - a chiedere telefonicamente più volte di aggiungere nel testo di Bush il riferimento al Niger, nonostante le obiezioni sollevate in materia tanto dalla Cia che dal Dipartimento di Stato. Il dueUo a distanza ha causato in poche settimane l'indebolimento di entrambi. Nella giornata di ieri il «Washington Post» descriveva il tramonto del potere della Rice mentre il «New York Times» azzardava la previsione dell'uscita di scena di Tenet entro l'estate. In realtà Rice e Tenet sono legati a doppio filo: il metodo di gestione delle crisi da parte della Casa Bianca fa sì che il consigliere per la Sicurezza nazionale e il «Dei» - U capo della Cia - si parlino su qualsiasi argomento che ha a che vedere con minacce esteme, che si tratti di guerra o di terrorismo. Durante i lunghi mesi della crisi irachena espressero però le anime differenti presenti all'interno dell'amministrazione. La Rice fu la portavoce della linea favorevole comunque all'intervento miUtare per rovesciare Saddam Hussein, sostenuta dal vicepresidente Dick Cheney, dal segretario alla Difesa Donald Rumsfeld e dal suo vice Paul Wolfowitz, mentre Tenet fu costantemente la spalli del Segretario di Stato, Colin Powell, nel chiedere a Bush di evitare accelerazioni, tentare di trovare U consenso deUa comunità internazionale e avvertire sui rischi di recrudescenza del terrorismo che la guerra in Iraq avrebbe potuto comportare. A guerra finita lo scandalo sull'uranio del Niger è la cornice neUa quale avviene la resa dei conti fra i due fronti dell' amministrazione. A sottolinea¬ re i nuovi equilibri fra Cheney e PoweU sarà proprio l'eventuale uscita di scena di Rice, Tenet o di entrambi. Il vicepresidente Dick Cheney, intervenendo due giorni fa di fronte al pubbhco del centro studi neoconservatore «American Enterprise Institute», è andato al contrattacco e ha ribadito che r«intelligence sulle armi di distruzione di massa in possesso dell'Iraq c'era ed era soUda da molti, molti anni». Parole dette per sottolineare il ruolo-chiave avuto da George Tenet, capo della Cia designato dall'amministrazione di BUI Clinton, che proprio sulla base di informazioni di inteUigence lanciò assieme a Londra, aUa fine del 1998, l'operazione «Desert Fox» contro l'Iraq. In attesa che durante l'estate maturino i nuovi equilibri dentro l'amministrazione Bush tanto la Rice che Tenet appaiono in difficoltà, incalzati dalle critiche. «Se la Rice afferma che non era a conoscenza delle esatte informazioni di intelligence della Cia su Saddam Hussein significa che non ha fatto bene U proprio lavoro», accusa Michael O'Hanlon, esperto di Medio Oriente della «Brookings Institution». «Dopo la testimonianza di Tenet di fronte al Congresso credo che nessuno ignori il fatto che il capo della Cia è caduto sulla sua stessa spada», aggiunge il senatore democratico dell'Oregon Ron Wyden. Mentre U Congresso si avvia a ima nuova serie di audizioni sulla vicenda dell'uranio del Niger, in ultima istanza la decisione su Rice e Tenet resta neUe mani del presidente George W. Bush. Ed è chiamato a una decisione fra le più difficUi: la Rice è stata sin dall'insediamento il consigUere più stretto e fidato, Tenet è l'uomo con il quale sta conducendo spalla a spalla la guerra al terrorismo su scala globale dall'indomani degli attacchi subiti l'I 1 settembre del 2001. La scelta fra la Rice e Tenet - o fra Cheney e Powell rivelerà quale tendenza prevarrà in politica estera negli ultimi 18 mesi di vita dell'amministrazione. Lei legata a Cheney, lui a Powell. Lei favorevole all'intervento militare per rovesciare il Raiss Lui fautore del consenso Condoleezza Rice: con il segretario alla Difesa Rumsfeld e il vicepresidente Cheney era forte sostenitrice della guerra