In coma al Cto l'ex campione di canottaggio di Grazia Longo
In coma al Cto l'ex campione di canottaggio LA SUA MOTO SI E' SCONTRATA CON UN'AUTO, MA LA DINAMICA NON E' CHIARA. L'ATLETA AVEVA VINTO I TITOLI MONDIALI IN SLOVENIA NEL 1989 E IN AUSTRALIA NEL 1990 In coma al Cto l'ex campione di canottaggio familiari cercano testimoni dell'incidente Grazia Longo Per anni gh sono stati accanto durante le gare di canottaggio che gh hanno permesso di vincere due mondiali e un'infinità di coppe. Oggi gh sono sempre vicino, ma in una stanza d'ospedale. Peggio, nella rianimazione del Cto. Franco Falossi - 37 anni, medaglia d'oro in Slovenia e in Australia, comproprietario di una falegnameria - è lì, in coma, da una settimana, dopo l'incidente stradale a Baraccone, nel Chivassese. Domenica scorsa la sua moto si è schiantata contro una Fiat Marea Station Wagon, ma le dinamiche dello scontro non sono ancora del tutto chiare. La sua famiglia lancia un appello alla ricerca di eventuali testimoni. «Sia chiaro che non vogliamo accusare nessuno - precisa il fratello. Marco Falossi, 32 anni, ingegnere chimico anche lui con la passione del canottaggio -. Ma esistono alcune perplessità sulle quali Franco non può fornire spiegazioni. È ancora in uno stato di incoscienza, non può parlare». I fatti. Sono quasi le 13 di domenica scorsa. Franco Falossi viaggia sulla sua Honda Vtr gialla, lungo la statale della Val Genina, in località Baraccone a Chivasso. Sta rientrando a casa, a San Raffaele di Cimena, i suoi genitori; Eho e Cecilia, lo stanno aspettando per il pranzo. Un pranzo che non verrà consumato, perché al posto di Franco arriva la notizia dell'incidente. Secondo la versione dell'autista della Marea, la moto sarebbe piom¬ bata sulla macchina ferma sulla piazzola d'emergenza che serve da ingresso per una strada sterrata. «Ma non siamo del tutto convinti che sia andata proprio così - prosegue Marco Falossi -, perché dai primi rilievi effettuati sul posto, solo la parte anteriore della Marea era sulla piazzola verso la strada sterrata. Può darsi che qualcuno abbia notato quella moto gialla contro la Marea, a me e i miei genitori preme solo conoscere la verità. Anche perché mio fratello è sempre stato molto prudente e molto preciso, non capisco perché sia potuto andare a finire su quella piazzola». Da sempre interessato alle moto - «salì sul primo motorino quando aveva appena 14 anni» - Franco è passato alle grandi cilindrate 5 anni fa. «Da allora mai un incidente, mai una pazzia. Del resto lui è davvero un tipo molto posato e riflessivo. Caratteristiche che gh sono sempre state d'aiuto anche nello sport». L'incontro con il canottaggio risale al periodo dell'adolescenza, «incominciò a 13 anni, quando abitavamo a Bari, per esigenze di lavoro di nostro padre». Una volta a Torino, oltre all'iscrizione al Politecnico «che non finì a causa degh impegni sportivi». Franco Fa¬ lossi incomincia a frequentare il circolo «Esperia». È che qui che maturano la sua professionalità e il suo amore per uno sport che lo vedrò sul podio più alto ai Mondiali in Slovenia dell'89 e a quelli in Australia del '90. «Vinse anche un europeo e svariati titoli di itahani. Sempre con l'impegno e la tenacia che lo contraddistinguono. Speriamo possa vincere quest'ultima battaglia». Chiunque potesse segnalare qualche informazione, può rivolgersi direttamente alla famiglia Falossi, ai numeri 011-9811225 e 339-5494244, o a una stazione dei carabinieri. Falossi (il primo a destra) con l'allenatore Carando e il compagno Romaninl dopo la vittoria ai mondiali di Slovenia
Persone citate: Carando, Cimena, Falossi, Franco Falossi, Genina
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