Madre Teresa, eroina tv ra i poveri del mondo di Fabrizio Costa
Madre Teresa, eroina tv ra i poveri del mondo SI GIRA A CEYLON PER RAIUNO, PRODUCE LA LUX DI ETTORE BERNABEI Madre Teresa, eroina tv ra i poveri del mondo Una figura popolare fra i giovani per il suo instancabile attivismo La fiction sarà trasmessa a ottobre nel giorno della beatificazione Regista Fabrizio Costa, nel cast Sebastiano Somma e Laura Morante reportage Simonetta Robiony inviata a COLOMBO DIFFICILE restituire in un film il gracidare di centinaia di corvi che volano alti sui banani, sulle palme da cocco, sui ficus benjamin, l'abero sacro a Buddha che qua svetta nel cielo mentre in Italia vive in vaso, davanti alle nostre finestre. Difficile far risentire in un film l'odore disgustoso della putrefazione mischiato ai profumi delle essenze che bruciano davanti a ogni casa, nell'aria afosa che toglie il respiro nonostante stia per calare la veloce notte dei tropici. Le immagini pcio ci saranno tutte. E suuu iniiiiaguii forti, f ultissime. La baranjupoli tikiiaa di Casupole in legno e lamiera, i bambini che scorrazzano a piedi nudi, la folla degli indiani che corre per i viottoli di fango: gli uomini coperti solo con uno straccio avvolto intorno ai fianchi, le donne splendenti nei loro poveri sari di cotone che le trasformano in regine. Si gira «Madre Teresa», film per Raiuno prodotto dalla Lux di Bemabei a 11 milioni di euro di cui la metà data dalla Rai, il 30 per cento da inglesi e spagnoli, l'ultima parte dai tedeschi e dalle vendite intemazionali. In Italia, spiega Max Gusberti vicedirettore di Raifiction, sarà trasmesso su Raiuno per la data della sua beatificazione: il 18 oppure il 19 ottobre. In Inghilterra e in Spagna, invece, andrà nelle sale la versione cinematografica, una soluzione, racconta Luca Bemabei, che ha inventato sua sorella Matilde per superare le difficoltà incontrate a trovare soci in una produzione dal costo tanto allo. A dirigerla Fabrizio Costa che già si era misurato con altri due film-tv di tema religioso: «Maria figlia di suo figlio» e «Fatima». A interpretare Madre Teresa l'inglese Olivia Hussey, famosa in Italia per due film diretti da Franco ZeffìreUi: «Giulietta e Romeo» che la lancio giovanissima nel 68 e, dieci anni dopo, «Gesù di Nazareth» dove era Maria, la madre di Cristo. Al suo fianco due attori italiani: Sebastia- no Somma, quello di «Sospetti» ma anche di «Senza confini», e Laura Morante, protagonista di «Ricordati di me» di Muccino e tra poco, in tv, Monaca di Monza in «Renzo e Lucia» di Francesca Archibugi. Gli altri sono Michael Mendl, Ingrid Rublo, Guillermo Ayesa, Neil Stuke, Hannah McBride, Enzo Decaro. Scritto da Francesco Scardamaglia e Massimo Cerofolini che hanno potuto consultare gli atti del processo di beatificazione, si sono avvalsi dell'aiuto del gesuita padre Tucci e soprattutto della consulenza di GianMario Pagano, il sacerdote che abitualmente collabora con la Lux, il film racconta la vita di madre Teresa andando avanti e indietro nel tempo e nel mond". L'infanzia a Skopje in Maceujnia segnata dalla precoce morte del padre, famiglia cattolica in mezzo a una società musulmana. Il noviziato in Irlanda presso le suore di Loreto, un ordine missionario. I primi anni nel convento di Calcutta dove insegna alle bambine delle famiglie più agiate. La richiesta di poter operare tra i poveri più poveri. Il permesso di fondare la casa delle Missionarie della Carità. La nascita della Città della Pace per i lebbrosi che finanzia anche mettendo all'asta la lussuosa automobile che le ha regalato il papa. I tanti centri che si moltiplicano ovunque nel mondo, uno perfino in Vaticano. Il premio Nobel a Stoccoloma nel 79. La morte con un funerale straordinario cui partecipano anche indù e buddisti uniti nel rendere grazie a questa donna che si definiva «La matita di Dio» e che molti, per la radicalità delle sue scelte, hanno paragonato a San Francesco, anche se lei, a differenza di Francesco, non entrò mai in conflitto con la chiesa di Roma. Figura popolarissima tra i giovani perché seppe unire al misticismo (passava quattro ore in preghiera ogni giorno), l'operatività, fu instancabile condividendo con gli indiani il caldo, la fame, la povertà, Madre Teresa, secondo il regista Fabrizio Costa «incarna il senso di colpa del nostro tempo nei confronti del terzo mondo». E popolarissima anche perché non tentò mai di convertire forzatamente al cattolicesimo la sua gente convinta che per piacere a Dio bastava che un indù fosse un buon indù. Costa che si proclama ottimista dice: «È la materializzazione del più profondo degli istinti dell'uomo: quello di voler aiutare gli altri». Una donna che prefigura i movimenti antiglobalizzazione? «Con altri fini e altri scopi, però. La differenza sostanziale è che lei vedeva in ogni persona il Cristo sofferente». Per girare il film, la Lux, dopo alcuni sopraluoghi a Calcutta, ha preferito l'isola di Ceylon a sud del Deccan, un'isola nata, secondo una leggenda, la volta in cui l'India rise lasciando cadere una lacrima di felicità nell'Oceano. Stesso coacervo di etnie, stessa vegetazione rigogliosa, minore miseria, più facilità di spostamenti. Molto poetica la scena che si gira fuori della baraccopoli, alla periferia di Colombo. Madre Teresa, sconvolta dalla morte di una bambina, dopo aver fatto perdere le sue tracce nel villaggio, si accovaccia sulla riva di un fiume e vi lascia scivolare sopra una barchetta piccolissima con dentro una bambola di pezza, come in un rito pagano. È il suo modo di restituire la piccola al creato. Una scena del film tv «MadreTeresa», che ha la regia di Fabrizio Costa
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