Bruxelles critica la legge anti-usura di Enrico Singer

Bruxelles critica la legge anti-usura BOLKESTEIN CHIEDE ALL'ITALIA DI MODIFICARE LE NORME: OSTACOLANO LE BANCHE Bruxelles critica la legge anti-usura «Obiettivo giusto, ma le misure adottate sono sproporzionate» Enrico Singer corrispondente da BRUXELLES La Commissione europea contesta la legge anti-usura itabana. Non per il suo obiettivo «combattere i tassi d'interesse esorbitanti è una politica condivisibile», ha detto il portavoce di Frits Bolkestein, responsabile del Mercato interno - ma perché il sistema utibzzato per definire il «tasso di usura» non sarebbe congruo e costituirebbe un ostacolo per le banche degb altri Paesi dell'Unione a operare in Italia. La contestazione è contenuta in un «parere motivato» - che è il secondo stadio di ima procedura d'infrazione - inviato ieri da Bruxelles al quale il governo italiano dovrà rispondere entro due mesi, pena l'aperturavera e propria della procedura d'infrazione con il ricorso alla Corte di Giustizia del Lussemburgo. La definizione del tasso di usura è stata introdotta in Italia con la legge del 7 marzo 1996, poi modificata dal decreto del 29 dicembre del 2000 convertito definitivamente in legge il 24 febbraio del 2001. Secondo questa definizione, per i prestiti a lungo termine e a tasso fisso in corso alla fine del 2000, gb interessi non possono essere più alti della media del rendimento dei Bpt nel periodo 1996-2000. Gli esperti della Commissione hanno calcolato che questo significa che un tribunale itabano potrebbe considerare «tasso di usura» un interesse superiore al 9,96 per cento l'anno mentre, al momento in cui è stata introdotta per la prima volta la legge nel 1996, il tasso normale cu mercato era «significativamente più elevato»: in mediai'11 per cento. E' questa la ragione che ha spinto il commissario al Mercato intemo ad aprire la procedura e a chiedere, ieri, che l'Italia modifichi la legge perché «le misure sono sproporzionate rispetto all'obiettivo e scoraggiano le banche di altri Stati ad operare sul territorio itabano». Secondo le regole del mercato unico, ogni ostacolo o disincentivo posto da un Paese alle imprese europee è una violazione alla libertà di circolazione dei capitali e a quella di fornire servizi garantita anche dalla direttiva sulle regole per l'attività delle banche. La Commissione, in particolare, lamenta che con i tre passaggi legislativi (1996, 2000 e 2001) si è «creata incertezza» per i prestiti in circolazione. «E' come se fossero state cambiate le regole del gioco durante la partita», ha detto Jonathan Todd che è il portavoce del commissario al Mercato interno, Frits Bolkestein. La Commissione, naturalmente, non ha nulla contro i principi della legge per combattere l'usura. «Possiamo capire che è un obiettivo di pobtica pubbbca giustificabile per proteggere i consumatori ed evitare che siano sfruttati da eccessivi tassi d'interesse sui prestiti, ma il modo in cui questa misura è stata applicata è sproporzionato», ha detto Todd. E una nota pubbbcata per spiegare il «pa¬ rere motivato» inviato a Roma, insiste su quello che viene definito «l'effetto dissuasivo» nei confronti delle banche di altri Stati membri. Proprio dagU esposti di alcune di queste banche è partita l'azione degU uffici di Bolkestein. Adesso il governo italiano ha due mesi di tempo o per modificare direttamente il punto contestato dell^ legge, o per inviare una risposta soddisfacente. Altrimenti, alla fine di settembre, la Commissione può decidere di perseguirla di fronte alla Corte di Giustizia del Lussemburgo. In ogni caso, sarà una procedura ancora lunga. Anche perché al «parere motivato» partito ieri da Bruxelles, Roma può rispondere con una richiesta di rinvio dei termini per approfondire un problema che, in punto di diritto, non si annuncia facile. Frits Bolkestein, commissario europeo per il Mercato interno

Persone citate: Bolkestein, Frits Bolkestein, Jonathan Todd