«Perdere il Mondale? Dovremmo impazzire»

«Perdere il Mondale? Dovremmo impazzire» IL SETTEROSA STASERA (ORE 22) IN FINALE CON GLI STATI UNITI «Perdere il Mondale? Dovremmo impazzire» Giusy Malato, centroboa, terrore delle piscine, infonde sicurezza alle compagne che l'hanno aiutata a superare momenti difficili «Volevo smettere, ci ho ripensato: sono qui per vincere ancora» Giorgio Viberti inviato a BARCELLONA «Perdere questo Mondiale? Dovremmo impazzire». Giusy Malato, il centroboa terrore delle piscine, non ha dubbi: soltanto perdendo la ragione il Setterosa potrebbe lasciarsi sfuggire l'oro della pallanuoto femminile nella finale di stasera contro gli Stati Uniti (ore 22). Per le azzurre sarebbe il terzo oi-o mondiale consecutivo dopo l'srth '98 e Fukuoka 2001, fiori all'occhiello di uno straordinario palmarès che comprende anche un poker di titoli europei (Vienna '95, Siviglia '97, Prato '99 e Lubiana 2003) interrotto solo dalla sconfitta nella finale continentale di Budapest 2001 contro le padrone di casa dell'Ungheria 8-10). Una squadra ormai leggendaria, il Setterosa, diventata simbolo del Made in Italy nel mondo. «Quando decidiamo di vincere, di'solito ce la facciamo» aggiunge con candore e senza presunzione la Malato, 32enne catanese, terribile in vasca quanto simpatica e spumeggiante fuori. Fisico possente, 173 cm per 83 kg, Giusy è il faro delle altre azzurre che infatti 5 anni fa la richiamarono a gran voce in Nazionale dopo che la loro cannoniera aveva deciso di dire addio alla calottina dell'Italia. Fu Cristiana Conti, già allora portiere saracinesca del Setterosa, a convincerla. «Venne a casa mia - ricorda la Malato - e ci rivedemmo insieme in tv una videocassetta sul trionfo di Perth. Lei si mise a piangere: "Torna, Giusy. Ti prego, toma con noi". L'accontentai». Si riconsolidò così il gruppo che aveva contribuito a far nascere la storia del Setterosa, preso in mano nel '93 dal et Pierluigi Formicolìi - tuttora alla guida della squadra - e arroccato intorno ad nucleo storico del quale già facevano parte le attuali Malato e Conti (31 anni), la «psicologa» Lilly Allacci (33, capitana), la «filosofa» 'Martina Miceli (30) e la goldenlady Melania Grego (30), autrice del golden-gol che spianò la strada verso l'oro di Peith'98. Un gruppo affiatato di compagne e amiche, all'interno del quale la Malato ha trovato la forza per superare anche alcuni problemi personali. «Un mese fa sono tornata single - dice sforzandosi di sdrammatizzare, ma con il magone in gola - nel senso che mio marito mi ha lasciata». Una ferita profonda, difficile da rimarginare. «Senza le mie compagne non ce l'avrei mai fatta. Stavo male e, a complicare le cose, si sono messi di mezzo anche alcuni infortuni». Che infatti in questo Mondiale hanno inizialmente condizionato il rendimento della Malato. «Ma adesso va molto meglio, sia di testa che fisicamente». E contro le americane, avversarie temibilissime e molto prestanti, Giusy vuole vincere anche per uscire definitivamente da quel tunnel di sofferenze. Ed è straconvinta che finirà come di recente a Siracusa, in un torneo premondiale (10-7 per l'Italia), o come nella semifinale del Mondiale di Fukuoka 2001 (8-6 sempre per le azzurre). Onde evitare sorprese, si è però cautelata con i soliti riti scaramantici - stessi gesti e stessi posti sul pullman che porta alla piscina, scelta delle cassette audio da diffondere durante il viaggio dall'albergo, studiate strategie tenute accuratamente sconosciute - oltre a mettere in borsa il corno portafortuna. Se avesse potuto, Giusy si sarebbe portata a Barcellona anche qualcuno dei suoi animali domestici, la gatta Camilla, la tartaruga Ugo, il cane Ciro e persino i due pesciolini rossi. Fa quasi tenerezza pensare al poderoso e travolgente «terrore delle piscine» mentre accudisce i suoi piccoli e docUi compagni quotidiani. Terribile in vasca, dicevamo, come dopo il suo gol del 3-0 nella semifinale dell'altra sera contro il Canada, quando ha urlato un "vaffan..." di rabbia contro tutti e nessuno. «Lì mi sono buttata il passato alle spalle. Ora davanti a me ci sono soltanto gb Stati Uniti». L'ultimo ostacolo. Di fronte al quale Giusy e le altre azzurre preparano l'ennesimo miracolo. La gioia delle pallanotiste italiane dopo la vittoria sul Canada: l'Italia oggi può conquistare la terza medaglia d'oro mondiale consecutiva

Persone citate: Cristiana Conti, Giorgio Viberti, Giusy Malato, Lilly Allacci, Martina Miceli, Melania Grego, Mondale