«Intelligence Usa da risanare»

«Intelligence Usa da risanare» LA COMMISSIONE DI INDAGINE ACCUSA I SERVIZI, MA NON INDIVIDUA RESPONSABILITÀ' PERSONALI «Intelligence Usa da risanare» Al Congresso il rapporto sull'11 settembre NEW YORK L'attacco a Pearl Harbor, l'assassinio di John F. Kennedy, gli attentati terroristici dell'I 1 settembre. Tre episodi, nella Storia dell'America, che hanno in comune, tra l'altro, una doppia chiave di lettura. La prima vede un'America, o meglio i suoi servizi di intelligence, colti di sorpresa, drammaticamente beffati, spogliati di una mitica efficienza che nel Pacifico non aveva saputo far fronte all'ordine improvviso dell'imperatore Hirohito, a Dallas alle fucilate di un cecchino, a New York e Washington a un drappello di martiri islamici armati di temperini. La seconda lettura, più complessa, dietrologica, romanzesca, nella quale il presidente Roosevelt sapeva, ma lasciò fare per avere una valida ragione per entrare in guerra, la Cia sarebbe addirittura parte attiva di un complotto contro Kennedy, e anche l'il settembre nella più recente delle favole metropolitane - gli 007 «non poteva non sapere». Sull' 11 settembre avrebbe dovuto far luce la Commissione Nazionale che ha indagato su quegli episodi e che ieri ha presentato al Congresso statunitense le proprie conclusioni. La principale domanda alla quale si doveva rispondere era «come è stato possibile?» e, stabilito questo, la Commissione doveva impartire la lezione che le agenzie per la sicurezza, colpevoli di negligenza, devono trarre da quanto accaduto. Ebbene il rapporto delle commissioni congiunte di Camera e Senato (novecento pagine) sottolinea che non c'è alcuna prova o, come si usa scrivere adesso, «pistola fumante» - sul fatto che il governo, anche avendo una migliore informazione., avrebbe potuto prevedere o prevenire gli attentati che hanno ucciso oltre tremila persone. Ma questo non esclude che, secondo il rapporto, la Cia non si mosse contro i futuri attentatori sebbene avesse delle informazioni, l'Fbi non fu in grado di dare un nome, un volto e un indirizzo ai militanti di Al Qaeda negli Stati Uniti, e alcune intercettazioni della «Nsa» (National Security Agency) - inquietanti per i loro contenuti - non furono mai distribuite agli altri servizi. «Parecchie cose andarono storte», ha commentato il senatore 'Richard Shelby durante la trasmissione televisiva «Today» in onda su Nbc. «Se ci fosse stata uma maggiore condivisione delle informazioni tra l'Fbi, la Cia, la Nsa e così via - ha aggiunto il senatore - forse alcune cose sarebbero andate diversamente prima dell'I 1 settembre. Ma non è una pistola fumante». Il senatore Bob Graham, nel corso della trasmissione «The Early Show» in onda su Cbs, alla domanda se credeva che gli attacchi dell'I 1 settembre avrebbero potuto essere prevenuti, ha replicato che la risposta «è probabilmente sì». «La serie di eventi più significativa, a mio giudizio - ha spiegato Graham -, è compresa nella sezione del rapporto che è stato censurato e che quindi non sarà disponibile per gli americani». Ray LaHood, un deputato repubblicano, ha dichiarato che «chiunque affermi che (gli attentati) potevano essere prevenuti fa una dichiarazione politica perché non c'è alcuna prova, nessuna informazione condivisa con le persone più autorevoli del nostro governo che poteva far credere a quello che stava per accadere». Scott McClellan, portavoce della Casa Bianca, tenta di porta¬ re acqua a una popolarità in declino di Bush dichiarando che il rapporto «conferma l'importanza di una posizione forte, aggressiva, che abbiamo già assunto per meglio proteggere il popolo americano, a casa come all'estero». McClellan porta ad esempio la creazione di un nuovo Dipartimento per la Sicurezza Interna, un sistema migliore di condivisione delle informazioni tra le agenzie di sicurezza del governo e gli sforzi per congelare i beni dei terroristi. Tra i commentatori americani non manca comunque chi fa osservare che la «pistola fumante», gli eventi più significativi che portarono alla realizzazione del più grave attacco terroristico all'America, potrebbe essere celata proprio in quel venti per cento del rapporto censurato ler ragioni di sicurezza nazionae. Una censura forse necessaria, ma che lascia senza risposta la domanda più importante sul «come è stato possibile». Le novecento pagine del rapporto dividono equamente l'onere tra Cia, Ehi e Nsa sul più incredìbile disastro di intelligence della Storia che a tutt'oggi nessun grande capo è stato chiamato a pagare di persona. [e. st.] iHiii ìiiìi II^HliBl1' ■liii li™ Una delle tragiche Immagini dell'11 settembre: dopo due anni il rapporto del Congresso

Persone citate: Bob Graham, Bush, Early, John F. Kennedy, Kennedy, Ray Lahood, Richard Shelby, Roosevelt, Scott Mcclellan

Luoghi citati: America, New York, Stati Uniti, Washington