«Non è Edf lo strangolatore dell'elettricità italiana»

«Non è Edf lo strangolatore dell'elettricità italiana» PARLA IL PRESIDENTE DEL GRUPPO DELL'ENERGIA D'OLTRALPE «Non è Edf lo strangolatore dell'elettricità italiana» Roussely: con Enel un'alleanza a tre gambe per vendere energia in Francia, studiare assieme il nucleare e collaborare anche in altri paesi europei A Roma incontri soddisfacenti, per Edison la soluzione ormai è vicina intervista Francesco Mancorda NON sono lo strangolatore delrelettricità italiana». Fuori Roma barcolla sotto i 40 gradi e passa del termometro. Qui, nell'aria condizionata che rinfresca la sede capitolina del colosso francese Edf, il presidente Frangois Roussely si mette in maniche di camicia e si scrolla di dosso qualsiasi sospetto di giocare al gatto con il topo dell'energia di casa nostra. In missione di pace, Roussely ha visto ieri il direttore generale del Tesoro Domenico Siniscalco, poi ha incontrato il responsabile economico della Margherita Enrico Letta, ma soprattutto quel Gianni Letta che sta a Palazzo Chigi. Da tutti - dice ha ottenuto indicazioni che i contrasti del passato con Edf - il suo IS1?*! di Edison è bloccato da due anni al 20Zo dei diritti di voto - sono in via di risoluzione, anche e soprattutto grazie all'alleanza in vista con l'Enel. Un'alleanza - annuncia Roussely - «che nei nostri piani sarà definita entro fine anno» e che comporta un capitolo finora inedito: «Studiamo iniziative comuni fuori da Italia e Francia». Monsieur Roussely, da un mese a questa parte lei è rappresentato in Italia come l'uomo che ha in mano la nostra elettricità. E' così? «Vuol dire lo strangolatore dell'elettricità italiana? E' un'immagine che nessuno che si interessi al settore - primi fra tutti i nostri amici dell'Enel - può avere. La solidarietà tra produttori elettrici è uno dei principi di base della nostra industria». Perché l'Italia si trova in questa situazione? E' mancata mia programmazione della politica energetica? «Non è mio compito dare un giudizio su questo argomento, ma certo la situazione attuale legittima quello che dicevamo due anni fa: cioè che in Italia poteva esserci un problema di capacità di produzione e che c'era bisogno di investimenti. E' il motivo di fondo per cui abbiamo investito in Edison. Oggi, comunque, credo che Enel, Edison, Edf, tutti gli attori della scena energetica italiana debbano puntare a una pohtica energetica che accresca le capacità di produzione, ne diversifichi i mezzi e affronti i problemi di interconnessione tra l'Italia, la Francia e la Svizzera». Diversificare significa tomare al nucleare? «Ho visto delle dichiarazioni interessanti del governo itahano in cui ci si augura che per l'avvenire si diano all'industria i mezzi per avere competenze nel settore nucleare. Del resto al nucleare stanno ripensando anche altri paesi». Se continua il grande caldo rischiamo un altro black-out che verrà incolpato a voi? ((Abbiamo ancora a disposizione una soglia di tolleranza prevista dal contratto con l'Enel; quel margine che un mese fa ci ha consentito di non consegnare 800 megawatt. Ma speriamo di non utilizzarla». Questo non toglie che secondo alcuni osservatori restiamo ostaggio della Francia... «Ma quello che è successo in Italia è avvenuto in Spagna qualche mese fa; è successo in Svezia, spingendo il governo a ritardare la chiusura dell'ultima centrale nucleare; è successo in Finlandia portandola a fare la scelta del nucleare. Anche in Francia è il luglio peggiore da dieci anni a questa parte. Siamo di fronte a un problema europeo e non del Terzo Mondo, attuale e non del passato. Oggi, con i vincoli ambientali, è molto più difficile far passare linee elettriche e costruire centrah. La crisi energetica californiana è nata proprio a causa di questi fattori». L'Europa rischia una crisi californiana? ((A livello continentale no perché c'è più offerta che domanda, anche se in alcune aree - come l'Italia e la Spagna - accade il contrario. Ma più in generale il prezzo dell'elettricità all'ingrosso deve salire perché l'investimento sia di nuovo redditizio; e poi bisogna lottare contro la resistenza a creare nuove linee di interconnessione. L'Europa dell'energia esisterà solo se le linee di interconnessione permetteranno di compensare le crisi di alcuni con le risorse di altri». Che cosa ha detto oggi agli esponenti di governo? «Che il passato è davvero passato, le incomprensioni che abbiamo avuto sulle intenzioni di Edf in Italia e sul grado di apertura del mercato francese sono superate. Il nostro mercato è aperto: al 370Zo oggi, al 7007o il 1" luglio 2004, al 1000Zo al 10 luglio 2007. Il tutto con interconnessioni completamente liberalizzate e con 6 nula megawatt di produzione già ceduti ad altri soggetti. A questo si aggiunga che il governo francese ha detto più volte che vuole mutare la forma giuridica di Edf, pur nel rispetto dei diritti dei suoi dipendenti...» ...cioè privatizzare Edf. Anche questo servirà? «In termini di reciprocità è vero che il mercato francese era meno aperto di quello itahano, ma questo non vale più per il futuro. Ho visto con grande soddisfazione che tutti i miei interlocutori condividevano la stessa prospettiva positiva nello sviluppo dei rapporti tra Enel in Francia ed Edf in Italia». Lunedì lei ha visto l'amministratore delegato Enel Paolo Scaroni. Su cosa negoziate ? «Su tre aspetti di cooperazione. Uno immediato, che consiste nella disponibilità di energia in Francia per l'Enel; una cooperazione più a lungo termine nel settore dell'energia nucleare; infine si potranno negoziare anche delle cooperazioni fuori dalla Francia e dall'Italia, lavorare insieme in altri paesi europei. Non abbiamo ancora dei progetti localizzati, ma se voghamo concretizzare la cooperazione sul nucleare, fare insieme dei progetti all'estero è qualcosa che va oltre il significato simbolico dell'intesa». E per Edison in Italia? «Questo ci porta alla legge 301 che blocca i nostri diritti di voto. Ho incontrato interlocutori convinti che le trattative in corso per Enel, l'accrescimento della produzione di Edison e la concentrazione sul core business dell'energia, il miglioramento della sua situazione finanziaria sono elementi positivi. Ci siamo trovati d'accordo che con queste condizioni nei prossimi mesi si potrà arrivare a ima soluzione». Sulla legge 301, la Commissione europea ha aperto ima procedura d'infrazione. Se l'Italia non rispetterà le decisioni di Bruxelles che farete? «Mi auguro che gli sviluppi in corso renderanno la legge 301 inutile. Le battaghe legali ci sembrano legate a un periodo che stiamo superando. Vediamo piuttosto come due paesi e due grandi imprese con grandi punti in comune possono collaborare per essere un asse della pohtica energetica europea». La 301 sarà eliminata prima della privatizzazione di Edf? «Il mio obiettivo è quello di fare progressi significativi con l'Enel prima di fine anno. La nostra responsabilità, come imprese, è trovare un accordo che dia vantaggi a entrambi. Ma sono convinto che se l'accordo viene raggiunto e se si tiene conto dell'evoluzione del mercato in Francia ci sono tutte le condizioni perché le disposizioni restrittive spariscano». Cosa farete quando avrete i diritti sul 180Zo di Edison? «Prima di tutto potremo sfruttare in pieno le sinergie con Edison, oggi impedite dalla legge 301. E poi si profila al scadenza delle opzioni put e cali degli altri soci in Italenergia a partire dal 2005». Che cosa farà la Fiat in Italenergia?Evoi? «La Fiat ha spiegato chiaramente al mercato che la sua strategia principale fino all'estate 2004 riguarda il core business. Eventuali decisioni verranno prese dopo, oggi non sono all'ordine del giorno. La nostra vocazione è essere azionista di riferimento, non avere il 1000Zo. Fra un paio d'anni passeremo a un'azionariato forse diverso da quello di oggi ed Edf ne sarà imo dei pilastri. Ma accanto a noi ci saranno partner italiani». ^^ L'Europa "" non rischia una crisi californiana n generale c'è più offerta di luce che domanda anche se da voi e in Spagna accade contrario Bisogna puntare AA di più sulle linee 7^ Francois Roussely, presidente del gruppo Edf

Persone citate: Domenico Siniscalco, Francois Roussely, Gianni Letta, Margherita Enrico, Paolo Scaroni, Roussely