Le immagini di Uday e Qusay Rumsfeld: «Mostratele Che siano di monito ai ribelli»

Le immagini di Uday e Qusay Rumsfeld: «Mostratele Che siano di monito ai ribelli» LE FOTO-CHOC IN TV A48 ORE DAL RAID Di MOSSUL Le immagini di Uday e Qusay Rumsfeld: «Mostratele Che siano di monito ai ribelli» ìntrambi i fratelli presentano macchie di sangue, bruciature, squarci della pelle. E una folta barba, che non avevano prima della guerra. Bush: «Ora gli iracheni possono rendersi conto che il regime è caduto e non tornerà». Forse nei prossimi giorni anche i corpi saranno esposti Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Uday con uno squarcio dall'occhio sinistro all'angolo destro della bocca, bruciature e sangue sulla testa pelata. Qusay con macchie di sangue e bruciature attorno agli occhi, la faccia girata su un lato, più intatta di quella del fratello, e la bocca sufficientemente aperta da far vedere i denti. Le fotografie dei figli ai quali Saddam Hussein aveva affidato l'incarico di ereditare il regime del Baath sono state diffuse ieri dall'amministrazione militare alleata a Baghdad a 48 ore di distanza dall'assalto dei para della 10 Ima divisione aviotrasportata contro la villa di Mossul dove i due super-ricercati avevano trovato rifugio. Tanto Uday, fratello maggiore, che Qusay appaiono con gli occhi chiusi e una folta barba. Nessuno di loro l'aveva fino all'inizio della guerra: se la sono fatta crescere dopo la fuga da Baghdad, lo scorso 9 aprile, durante i tre mesi e mezzo di clandestinità nel tentativo di sfuggire alla caccia all'uomo da parte degli americani. Le fotografie sono state scattate nell'obitorio creato in alcuni locali dell'aeroporto -internazionale di Baghdad: di entrambi i fratelli si vede la testa e la parte superiore del torso nudo. Uday è avvolto in lenzuola bianche con evidenti tracce di sangue mentre il fratello Qusay appare dentro uno dei «body-bag», i sacchi nei quali gli americani trasportano le salme dei propri soldati caduti. A conferma dell'identità di Uday sono state rese note anche le radiografie di una sua gamba, rimasta gravemente ferita in un tentativo di assassinio avvenuto a metà degli Anni Novanta. E' stato il Segretario alla Difesa, Donald Rumsfeld, a spiegare la decisione di diffondere le immagini-choc: «Questa è una situazione non comune, il regime è stato al potere per decenni, questi due individui particolarmente terribili ora sono morti e il popolo iracheno aspettava questa conferma, meritava di riceverla». «Vogliamo convincere gli iracheni che questi due boia sono morti, ma rendere pubbliche le foto non è stata una decisione facile» ha ammesso Rumsfeld, rifacendosi al precedente delle immagini della salma del dittatore romeno Nicolae Ceausescu dopo la fucilazione avvenuta da parte del suo popolo in rivolta. «Anche allora la popolazione aveva bisogno di vedere una salma per rendersi conto che il regime era caduto», ha sottolineato Rumsfeld. Il messaggio delle foto è indirizzato al popolo iracheno contando sull'effetto-deterrenza nei confronti di coloro che partecipano alle azioni della guerriglia e che aiutano Saddam Hussein a evitare la cattura. Il presidente americano, George Bush, parlando ieri da Philadelphia, in Pennsylvania, ha rilanciato quanto detto nel giorno precedente: «Ora più che mai gli iracheni possono rendersi conto che il regime è caduto e che non tornerà». L'amministrazione ripete questo con¬ cetto all'unisono e con insistenza. «La dittatura di Saddam è finita» sono state le parole dell'ambasciatore Paul Premer, capo dell'amministrazione militare in Iraq, ieri in visita al Pentagono. C'è anche un risvolto di politica interna americana nella strategia di comunicazione dell'amministrazione: per Bush si tratta di un successo militare che lo rafforza politicamente, in un momento in cui le rivelazioni sull'uranio del Niger o In stillicidio di soldati morti in Iraq aveva fatto scendere la sua popolarità al 55 per cento, annullato l'effetto del rovesciamento del regime di Saddam Hussein, Da un punto di vista formale, è stato Bremer a dare luce verde alla consegna delle foto scattate a Baghdad alle agenzie di stampa - in formato Cd-Rom - dopo aver consultato il neo-designato Consiglio governativo iracheno. «Alcuni dei rappresentanti del Consiglio hanno chiesto di poter vedere le salme di Uday e Qusay Hussein - ha raccontato Bremer -. Sono stati accompagnati all'obitorio e si sono detti a favore della diffusione delle fotografie al pubblico, ritenendole un segno di definitiva rottura con il regime deposto». Non è escluso che l'amministrazione militare decida adesso di mostrare in pubblico i corpi interi, forse a Baghdad, alla luce della curiosità espressa da numerosi iracheni ai nuovi media locali e dei dubbi serpeggiati sul fatto che possa trattarsi di sosia. Una delle possibili remore a diffondere le immagini veniva dal dettato della Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra. L'amministrazione ha esaminato il testo e i suoi risvolti per 48 ore ed al termine Rumsfeld, pur ammettendo «non sono un avvocato», ha fatto capire che non vi è stata alcuna violazione dei diritti dei prigionieri. «La Convenzione impedisce di sottomettere alla pubblica curiosità immagini di prigionieri di guerra» ha detto Rumsfeld, lasciando intendere che Uday e Qusay non possono essere considerati tali in quanto in Iraq il conflitto è terminato il 1 maggio scorso e i loro nomi figuravano fra quelli dei ricercati per crimini commessi contro gli iracheni. cadaveri portati in un locale dell'aeroporto di Baghdad. Uno avvolto in un lenzuolo bianco l'altro in un «body bag» dell'esercito americano A Baghdad c'è forte curiosità e qualche dubbio: e se fossero dei sosia? Anche il Consiglio governativo per l'uso di quelle prove UDAY SADDAM HUSSEIN m Nato nel 1964, a lungo «delfino» in quanto primogenito, poi esautorato a causa del pessimo carattere. Peggiorato, pare, a seguito delle gravissime ferite subite in un attentato nel 1996, che lo lasciò zoppicante, dopo un lungo periodo, su una sedia a rotelle. La matrice dell'attentato non fu mai chiarita: sconosciuti aprirono il fuoco contro' di lui mentre era al volante della sua automobile in una strada elegante di Baghdad. Fu l'inizio delsuo declino e dell'ascesa politica del fratello più scaltro. Gli rimasero comunque non poche cariche: presidente del Comitato olimpico; direttore-proprietario di «Babel», uno dei maggiori quotidiani iracheni; proprietàrio della «YouthTv», il canale televisivo più popolare.del Paese; capo dei «Fedayn Saddam», la spietata milizia scelta. Malgrado le sanzioni imposte dall'Onu, è sempre riuscito ad avere le migliori bottiglie di vino e i sigari cubani. QUSAY SADDAM HUSSEIN " Nato nel 1967, studi di Giurisprudenza, nozze con la figlia di un eroe di guerra, due figli. La sua carriera parte dai gradini più bassi dell'esercito e la sua «stella» inizia a brillare solo con gli Anni 90, quando declina quella del fratello maggiore Uday. II padre lo coopta nel Consiglio del comando rivoluzionario e gli affida la repressione della rivolta sciita nel Sud dell'Iraq dopo la guerra del Golfo. Impressionato dalla sua efficienza, . gli affida un nuovo compito delicato: nascondere le armi non convenzionali durante la prima ispezione degli esperti Onu. Negli anni successivi lo mette a capo della Guardia repubblicana e gli affida il controllo del servizio di sicurezza di tutti i personaggi chiave del regime. Alla vigilia dell'invasione angloamericana, lo nomina responsabile della difesa .di quattro regioni strategiche, comprese le città di Baghdad e Tikrit. M w