Romero: meglio una A con 22 squadre di Bruno Bernardi

Romero: meglio una A con 22 squadre IL PRESIDENTE GRANATA GUIDA LA RIVOLTA DELLE SOCIETÀ' CONTRARIE ALL'AMPLIAMENTO DEL TORNEO CADETTO Romero: meglio una A con 22 squadre «Ogni altra soluzione sarebbe dannosa, il Toro non ci sta» intervista Bruno Bernardi TORINO IL calcio italiano rischia la paralisi se non si risolve al più presto il ((giallo Catania» che condiziona pesantemente la Serie B ma potrebbe anche coinvolgere la massima divisione. Il Torino, come tutte le altre 19 consorelle, è contrario alle 21 o 24 squadre e sta alla finestra in attesa delle decisioni finah, pronto, come assicura il presidente Tilli Romero, a dare battagha. Sino al punto di chiedere una clamorosa riammissione nel campionato di A. Dottor Romero, si profila una B a 21 squadre, con il Catania, o a 24 con il club etneo che rimorchierebbe Salernitana, Cosenza e Genoa. Dov'è l'errore? «Si va verso uno scavalcamento delle regole. Se la situazione non si sblocca e non si possono seguire i fonnati tradizionali, e la B viene allargata alle squadre retrocesse e ripescate, facciamo la stessa cosa in A. Noi del Torino proporremo due tornei con ugual numero di partecipanti, non 24 ma 22, comprendenti le quattro retrocesse in entrambe le categorie. E in B anche le due sconfitte nei play-off di C1, Pisa e Martinafranca». La sua è un'idea o ima provocazione? «E' l'una e l'altra. Non vedo perché il Torino debba subire un doppio danno, tecnico ed economico, giocando in una B infoltita». Un campionato già lunghissimo diventerebbe ima maratona estenuante. Non c'è il rischio che ne venga falsato il contenuto tecnico? «Il rischio c'è. Sarebbe una soluzione antisportiva e calcisticamente antistorica. E il Torino si opporrà, energicamente, con tutti i suoi mezzi, indipendentemente dalle ragioni di merito che hanno portato la situazione a questo punto, e con tutto il rispetto per il Catania e le altre tre retrocesse della cadetteria». In questo bailamme, qual è il suo giudizio su Galliani, presidente di Lega? «Abbiamo la massima fiducia in Galhani, persona di buon senso, e siamo certi che saprà conciliare le esigenze del calcio in generale con i delicati problemi della B. Concerteremo le azioni da intraprendere con le altre società». E che ne pensa di Carraro sul quale sparano in tanti? «Ci aspettiamo che la sua forte personalità ed esperienza aiutino il calcio a uscire da queste turbolenze salvaguardando l'autonomia dell'ordinamento calcistico». Se la B sarà ampliata, il Torino dovrà fare altrettanto con la rosa a disposizione di Ezio Rossi? «Ci sarebbero otto gare in più con tre trasferte faticose e di grande impegno calcistico come Cosenza, Salerno e Catania. Inoltre, i già esigui e declinanti contributi televisivi verrebbero spalmati su 24 anziché su 20 società. Noi ci opponiamo: il "liberi tutti" per la B deve valere anche per la A». Lei è salito a Macugnaga dove i granata stanno sudando agli ordini di Rossi. Cos'è cambiato nel Torino? «Dalle relazioni di Cravero e dalla mia esperienza diretta ho verificato che c'è un clima disteso, sereno, direi nuovo rispetto al recente passato. Tutto merito di Zaccarelli, Cravero e Rossi». , La società ha dato a questi tre personaggi uno spazio nel quale agire con più autonomia decisionale? «Si. E ci tengono costantemente infonnati. In una situazione di società sempre in vendita c'è comunque un progetto importante a medio e lungo termine affidato a un trio all'altezza». Presidente, dopo la stagione più nera della storia del Torino, non ha mai pensato a dimettersi? «L'ho pensato parecchie volte e nei momenti peggiori sarebbe stato un sollievo tornare a fare il semphee tifoso. Ma sarebbe stato un atto di deresponsahilizzazione e di slealtà nei confronti di Cimminelli, con il quale ho condiviso ogni decisione». E questi momenti felici potranno tornare? «Come presidente e tifoso sono il primo ad auguramelo, ma mi sembra sia il caso di aspettare il responso del campo». «Con gli introiti tv in declino conviene puntare al ridisegno della massima serie» Il Torino, come tutte le altre 19 consorelle, è contrario alle 21 o24 squadre in B ed è pronto a dare battaglia: lo annuncia il presidente Tilli Romero (nella foto)

Luoghi citati: Catania, Cosenza, Macugnaga, Pisa, Salerno, Torino