Fiamme alla «Laf umet», si segue la pista dolosa di Antonella Perotti

Fiamme alla «Laf umet», si segue la pista dolosa TECNICI DELL'ARPA HANNO MONITORATO L'INTERA ZONA, MENTRE E' INIZIATA LA DIFFICILE INDAGINE DEI CARABINIERI Fiamme alla «Laf umet», si segue la pista dolosa A Villastellone rientra l'emergenza ambientale, ma è vietato irrigare i campi Antonella Perotti E tre. Il nuovo incendio che martedì sera a Villastellone ha completamente distrutto il capannone di stoccaggio della Lafumet, l'azienda specializzata nella raccolta e nel trattamento di rifiuti industriali in via don Eugenio Bruno 12, semhra davvero una coincidenza di troppo. Alla Lafumet, nell'area industriale lungo corso Savona, se ne sono andati in fumo 6 mila metri quadri di bidoni pieni di vernici, oli e solventi in un rogo terrihile: la prima stima dei danni si aggira fra i 2 e i 3 milioni di euro. Il giorno dopo nel reparto stoccaggio è uno scempio di travi sfondate, carcasse di contenitori, tubi e infrastrutture divorate dalle fiamme. Le ultime squadre dei vigili del fuoco hanno terminato il lavoro ieri pomeriggio. Per il momento i carahinieri di Chiari esclùdono l'origine dolosa, ma le voci in paese sono ben diverse. «Pensare che ci stiamo occupando della bonifica della Imper - è il commento amaro di Francesco Marchiaro, uno dei titolari della Lafumet -. La nostra azienda è all'avanguardia, l'impianto è stato realizzato sei anni fa con tutte le certificazioni possibih» anche la Iso 14.000. E-allora?-«Kpncredo sianostati i fili conduttori - aggiunge l'ira-prenditore -. Non so spiegarlo neanch'io, è ima disgrazia. Ma il trattamento dei rifiuti non viene interrotto, sospendiamo solo lo stoccaggio». Nessuno dei residenti in zona ha dormito, nemmeno i dipendenti, un centinaio, che sono corsi in azienda e hanno cercato di dare una mano alle squadre dei pompieri spostando materiali e mezzi lontano dal capannone in fiamme. E' stata una lunga notte a Villastellone. Angela Soranzo, che vive in una villetta in corso Savona accanto al suo distributore Tamoil a 200 metri dalla Lafumet, è stata la prima a dare l'allarme: «Dal terrazzo ho visto una colonna di fumo nero e denso che saliva dal tetto, poi improvvise le fiamme alte anche 30-40 metri: un'apocalisse». Ma Angela non si è persa d'animo, è una veterana del 118, suo marito il presidente della Protezione Civile di Villastellone: ha composto il 115, poi ha cercato di rintracciare i titolari. Suo figlio Andrea, tra i primi ad arrivare nella ditta insieme ad un vigile del fuoco di Chieri fuori servizio, Egidio Secchi, ha spostato alcuni camion lontano dall'incendio. «Non ho chiuso occhio - racconta Giovanni Dell'Aquila, titolare dell'Ecopallet -. Insieme ai dipendenti ho passato ore a bagnare i bancali di legno. Qui bastava una scintilla per bruciare tutto». Ma è andata bene. Le squadre dei vigili del fuoco di Torino, Cannagnola, Santena sono arrivate in forze. Il giorno dopo il fumo acre e denso si è dissolto e le prime analisi esegui¬ te dall'Arpa hanno dato esito negativo. Invece la statale è diventata un imbuto con lunghe code per le operazioni di raccolta dei reflui finiti nel torrente Taglio: sei autocisterne di ditte speciabzzate in bonifiche con le pompe hanno aspirato gh olii e la schiuma dal ci rs i d'acqua che scorre poco instante dall'azienda. Con loro c'erano anche alcuni dipendenti della Lafumet come Bruno Regine, 45 anni: «Questa è un'azienda con tutti i crismi, non capisco come sia successo». La ditta dispone di un bacino di raccolta dei liquidi con canaline e una base di cemento praticamente impenetrabile, ma una parte delle acque di spegnimento ha raggiunto la strada e i tombini che sono collegati al torrente. «C'è stato un vertice in Comune con la Provincia, l'Arpa, la Smaf e gli altri centri attraversati dal torrente Tagho - spiega il sindaco di Villastellone Giovanni Pollone - e in via precauzionale abbiamo vietato di utilizzare le acque del fiume e dei pozzi vicini per irrigare i campi. Il Tagho ha poca corrente e il recupero dovrebbe essere rapido». La stessa ordinanza è stata estesa a Cambiano, Moncaheri e La Loggia. Perplessi! titolari: «Il nostro stabilimento è all'avanguardia, l'impianto è stato realizzato sei anni fa con tutte le certificazioni possibili, non crediamo sia stata colpa dei fili conduttori» I vìgiii del fdoco hanno conclusoli roto lavoro soltanto ieri pomeriggio: i danni sono ingentissimi

Persone citate: Bruno Regine, Egidio Secchi, Eugenio Bruno, Francesco Marchiaro, Giovanni Dell'aquila, Giovanni Pollone