Tutti gli uomini del «Comitato per la giustizia»

Tutti gli uomini del «Comitato per la giustizia» Tutti gli uomini del «Comitato per la giustizia» Dall'ex procuratore generale di Cagliari Pintus, al direttore del «Giusto processo» Lehner ROMA «E vabbene, ci sono anch'io nel Comitato». Il professor Carlo Taormina, deputato di Forza Italia, lo dice sorridendo; «Faccio parte degli organizzatori. Ci muoviamo in direzione di un contatto diretto e forte con la gente». «No, non è vero - smentisce alterato il presidente del Comitato, l'avvocato perugino Giacomo Borrione -. Taormina, in qualità di professore, ha partecipato soltanto a un nostro convegno che si è tenuto ad Assisi». Piccolo quanto incomprensibile giallo questo della presenza o meno del professore Taormina, nel Comitato nazionale per la giustizia che, con il suo esposto alla Procura di Brescia, spedito il 4 luglio da Perugia, arrivato presumibilmente il 9 luglio, come attesta il timbro della Procura, ha portato il gior- no seguente, il 10 luglio, all'iscrizione sul registro degli indagati per abuso d'ufficio dei pm milanesi llda Bocassini e Gherardo Colombo. E, soprattutto, dall'altro giorno, il Comitato sulle prime pagine dei giornali. C'è o non c'è nel Comitato anche il professore Taormina? E che importa poi? C'è o non c'è anche l'avvocato Alessandro Sammarco, difensore di Cesare Previti, come sostiene «Opposizione Civile»? L'avvocato civilista-amministrativista Borrione è reticente sui promotori del Comitato, decisamente bocca cucita sulle ragioni che l'hanno portato a spedire quella denuncia: «Sa - si giustifica - non vorrei bruciare la conferenza stampa di domani (oggi, ndr) a Roma». Ma almeno può dire quali altre iniziative avete portato avanti o siete in procinto di promuovere? Ermetico l'avvocato Borrione: ((Abbiamo avanzato delle richieste al ministro Castelli. E poi stiamo organizzato la raccolta di firme per il disegno di legge a iniziativa popolare per la reintroduzione dell'autorizzazione a procedere». Comitato «trasversale» formato inizialmente da «una quindicina di tecnici, semplici cittadini, giuristi e alcuni uomini politici». Come lei, presidente Borrione, responsabile giustizia di Forza Italia in Umbria? «Non mi occupo di pohtica attiva - replica stizzito - non faccio mica parte di organismi politici sono soltanto il responsabile giustizia di Forza Italia. Sono un tecnico». E il programma del Comitato? «E' pubbhcato sul sito www.legnostorto.com». Quindici pagine, licenziate nell'ottobre del 2001: «Il Comitato nazionale per la giustizia nasce dall'esigenza di informare, in maniera chiara, diretta e precisa, l'opinione pubblica sull'urgenza di una riforma giudiziaria». Questa è la sua analisi sullo stato dell'arte della giustizia: «Un sistema giudiziario classista al contrario, mirato all'accanimento contro i "colletti bianchi" e al perdonismo verso la criminalità comune e comunista, quella socialmente più pericolosa». Proposte di medio e lungo periodo del Comitato: «Responst^jilità penale e civile dei magi¬ strati; separazione delle carriere; riforma del Csm e della Corte Costituzionale». Iniziative già alle spalle: Sala Rossa del Senato, il 15 marzo del 2002, presentazione del Comitato; 3 maggio scorso, convegno ad Assisi dal titolo: «Ci sono dei giudici a Berlino!. Csm: Quis custodiet custodes?». Partecipanti, tra gli altri: l'ex presidente della Corte costituzionale, Antonio Baldassarre, il professore Carlo Taormina, l'ex procuratore generale di Cagliari, Francesco Pintus, Giancarlo Lehner, direttore della rivista "Il Giusto Processo" che, secondo il sito «www.democrazialegalita.it» è il vicepresidente del Comitato. Naturalmente i promotori del Comitato sono tutti tecnici, giuristi, semplici cittadini. Come l'ex procuratore della Procura circondariale di Perugia, Gianfranco Sassi che prima di andare in pensione fece domanda per il posto di procuratore di Perugia. Come l'ex procuratore generale di Cagliari, Francesco Pintus, dimessosi polemicamente dalla magistratura nel 1999, al centro di polemiche durissime (e di un procedimento di trasferimento d'ufficio al Csm) in occasione del suicidio del magistrato sardo Luigi Lombardini, quando attaccò duramente l'operato del procuratore di Palermo, Giancarlo Caselli, per la vicenda che portò poi al tragico suicidio del magistrato Lombardini. Pintus, tra i fondatori di Magistratura democratica, ex senatore indipendente del Pei, è stato anche componente della prima sezione penale della Cassazione presieduta da Corrado Carnevale, processato a Palermo e infine assolto per concorso estemo in associazione mafiosa. [g. ru.] L'avvocato Giacomo Borrione, presidente del Comitato Nazionale per la Giustizia, che ha dato origine all'inchiesta di Brescia