Minaccia di darsi fuoco nel Tribunale del minori

Minaccia di darsi fuoco nel Tribunale del minori CHIEDE DI RIVEDERE IL FIGLIO CHE GLI E' STATO TOLTO: ALLA SECONDA PROTESTA CLAMOROSA SONO SCATTATE LE MANETTE Minaccia di darsi fuoco nel Tribunale del minori «Perchè non mi fate incontrare il mio bambino una volta ogni tanto?» Grazia Longo Aveva giurato che non l'avrebbe più fatto. Che non avrebbe più cercato di darsi fuoco per convincere i giudici a permettergli di vedere il figlio. E invece ieri mattina Giuseppe Cassese - 54 anni, panettiere nel negozio del fratello, due figlie dalla prima moglie, uno di 7 anni da una compagna con problemi psichici - ha replicato la scena di quattro mesi fa. Si è chiuso nel bagno del Tribunale dei minori, si è cosparso di benzina e per oltre due ore ha costretto tutti i dipendenti del Tribunale a un lungo intervallo sul marciapiede. «Se non mi fate incontrare il mio bambino butto benzina dappertutto e mi dò fuoco», ha ripetuto ininterrottamente come un disco rotto. Da una parte della porta, lui che urla tutta la sua disperazione perché non vuole arrendersi alla realtà di suo figlio adottato da un'altra famiglia. Dall'altra, quelli che provano a farlo ragi mare, a convincerlo ad aprire la porta. È un tira e molla sfibrante, ma alla fine riusciamo a persuaderlo. A rassicurarlo, c'è il com¬ missario capo Michele Capobianco, dirigente del commissariato di Mirafiori, che si è finto assistente sociale pronto a presentare un ricorso in Cassazione per favorire l'incontro tra padre e figlio. Giuseppe Cassese si arren- de, apre la porta e consegna la tanica con la benzina. Il giudice Cesare Castellani lo aiuta a compilare una domanda per poter riabbracciare il bambino, nonostante siano già scaduti i termini del ricorso. Ma non fa promesse che non può mantenere: «Mi dispiace, ma non le posso assicurare niente». La legge deve seguire il suo corso, il panettiere viene arrestato per «tentato incendio in edifici a uso pubblico». «È già la seconda volta che succede - spiega il commissario Capobianco -, ci rendiamo conto del dramma umano, ma anche del pericolo di chi lavora in tribunale e deve fare i conti con il rischio di un incendio». L'uomo piange e si tira pugni sul petto. Giura che si accontenta di vedere il bambino «anche una volta ogni tanto». Ma il suo destino è già segnato. Il primo intervento dei servizi sociali risale al 2000: il bimbo viene allontanato da casa e affidato a una comunità. Inizia la battaglia legale che anche in appello dà torto al padre. Il gesto di ieri mattina suona come una conferma della sua inadeguatezza. II giudice Cesare Castellani l'ha aiutato a compilare una domanda per poter riabbracciare il piccolo Ma non fa promesse «Mi dispiaceva non posso assicurare niente» Giuseppe Cassese pochi Istanti dopo essere stato convinto a non darsi fuoco

Persone citate: Capobianco, Cesare Castellani, Giuseppe Cassese, Grazia Longo, Michele Capobianco