Fiamme nella fabbrica che tratta rifiuti tossici di Massimo Numa

Fiamme nella fabbrica che tratta rifiuti tossici SI ALLUNGA LA SERIE DI INCENDI NEGLI STABILIMENTI: DISTRUTTA LA «LAFU.MET» Fiamme nella fabbrica che tratta rifiuti tossici Allarme ecologico nella zona di Villastellone avvolta da una nube di fumo Tre intossicati nello spegnimento reso difficile dalla mancanza d'acqua Massimo Numa Lingue di fuoco alte cento metri. Un immenso fungo nero visibile a chilometri di distanza. L'aria irrespirabile. La paura della gente di restare intossicata ha spinto molti a lasciare le case più vicine. Se ne sono andati spontaneamente, inseguiti dalla terrificante onda di calore e dalla pioggia nera, ima specie di fall out appiccicoso e composto da frammenti dì olì e plastiche. E' questo lo scenario che si sono trovati dì fronte le prime squadre di vigili del fuoco saranno oltre quìndici pochi minuti dopo - che ieri sera verso le 21 sono arrivate nella zona industriale di Villastellone per cercare dì spegnere l'incendio scoppiato all'interno della Lafu.Met, quarta azienda italiana per il trattamento dei rifiuti tossici, che dà lavoro a duecento dipendenti. In vìa Don Bruno 12 sono intervenuti anche i tecnici dell'Arpa, l'Agenzia regionale: per.4^ Protezione dell'ambiente, che stanno valutando l'esistenza dì rischi per la popolazione, soprattutto per gh abitanti di quella quindicina di case che sorgono a ridosso della zona industriale. Sì sta valutando la possibilità di sgomberare l'area che è presidiata dai carabinieri. Tre persone sono rimaste intossicate e un uomo s'è ferito durante le operazioni di soccorso, investito da un mezzo. Durissimo il lavoro dei pompieri, messi negli ultimi giorni a dura prova - uomini e mezzi dall'impressionante catena di incendi sempre ai danni di stabilimento. L'I 1 giugno bruciò la Imper Italia di strada Lanzo, un mese dopo la Castrai Bp di Mappano. Tre episodi, in apparenza, molto simili per le conseguenze e }er gh esiti: disastrosi. Il primo jilancio, ieri notte alla Lafu.Met parla di danni per 15 milioni di euro e la possibilità di bloccare a lungo la produzione. Ignote al momento le cause dell incendio. Il primo focolaio, infatti, scoppia verso le 20,30 all'interno del deposito dei solventi. Un luogo, almeno sulla carta, supersicuro. Adesso bisognerà capire che cosa ha provocato l'inne¬ sco del fuoco. Una cosa è certa. Le fiamme si sono propagate con estrema rapidità devastando la zona sud dello stabilimento I vigili del fuoco dopo più di tre ore di lavoro hanno circoscritto il fronte del fuoco all'interno della fabbrica anche se non sono ancora riusciti a domarle perché si autoalimentano con le scorie. Per spegnerlo si lavorerà sino all'alba. Resta da determinare l'entità del danno ambientale e, soprattutto la tossicità o meno del fumo. Per fortuna la zona non è densamente abitata anche se i tecnici dell'Arpa dovranno stabilire le dimensioni e la direzione dell'immensa nube nera. Si sta verificando se oltre al solvente sono bruciate, e in (piale quantità, i rifiuti tossici. Altri timori per l'eventuale contaminazione dell'acquedot¬ to. L'assessore all'Ambiente del Comune di Villastellone, Giovanni Villa, sta aspettando di conoscere l'esito dei rilievi dei tecnici sulle falde. Anche perché ad un certo punto i vigili del fuoco si sono ritrovati senza acqua sufficiente e così sono stati aperti i pozzi dell'acquedotto comunale. Le cause. Se a Mappano, alla Castrai, c'è la strabibante confessione dì una guardia giurata («Mi annoiavo, così ho fatto un innesco con un fazzoletto dì carta...», ha detto ai carabinieri), alla Imper non tutto sembra così chiaro. I tecnici dei vìgili del fuoco hanno individuato il punto dì innesco dove bruciarono vernici e solventi. E anche tracce di idrocarburi che, in teoria, lì non dovevano esserci. Ora è la volta dell'azienda dì Villastellone. Sarà l'ennesimo «fatto accidentale»? Un'alta colonna di fumo si è sprigionata dalla zona della fabbrica dove vengono depositati i solventi

Persone citate: Giovanni Villa

Luoghi citati: Comune Di Villastellone, Villastellone