Trulli, solita beffa: colpa di quel demente

Trulli, solita beffa: colpa di quel demente Trulli, solita beffa: colpa di quel demente «L'ho visto correre in pista e mi son detto: porca miseria, è successo di nuovo» dall'inviato a SILVERSTONE «Quando ho visto quel pazzo in pista mi sono detto: porca vacca, un'altra volta». Gente scaramantica, quella della Formula 1. A Jarno Trulli è subito venuto in mente l'unico precedente che si ricordi: il Gran Premio di Germania del 2000. Quella volta si trovava in zona podio quando la corsa fu neutralizzata dalla safety car. Non conquistò neppure un punticino. Ieri era addinttura in testa. E ha avuto il presentimento giusto: da quel momento le cose hanno cominciato a girare male. Come tre anni fa. Ottimo l'avvio del pilota abruzzese. Il sistema di partenza della Renault, sviluppato da un tecnico giapponese della Nissan, gli ha consentito di passare subito al comando. «All'inizio la vettura era perfetta e riuscivo ad aumentare il vantaggio su Raikkonen, ma il doppio ingresso della safety car mi ha danneggiato. Dopo la prima sosta il comportamento della macchina è cambiato e ho perso grip. Ho spinto a fondo per il resto delia gera e ho dovuto lottare per difendere la posizione», l'ultima volta contro Coulthard, che lo ha passato a un giro dal termine. Il sesto posto vale comunque tre punti e allontana un po' l'alone di sfortuna che circonda Trulli. «Non so se essere deluso ò soddisfatto. Ho dovuto cedere ad avversari decisamente più veloci, però la vettura si è dimostrata affidabile e competitiva. A Hockenheim sarà dura, però io sono ottimista». Il secondo posto sulla griglia di partenza e i 12 giri condotti in testa ne nobilitano comunque il fine settimana inglese. E' stato l'unico tra i piloti Michelin aveva scelto le gomme più morbide, che alla lunga non lo hanno aiutato. Al suo compagno di squadra Fernando Alonso è andata peggio: dopo aver guidato a lungo con il controllo di trazione in panne, si è fermato per un guasto elettrico. Un'altra domenica da dimenticare per l'altro italiano. Uno dei tre ritiri di giornata è quello di Giancarlo Fisichella. Guidare una Jordan non è un'esperienza gratificante, ma in questo caso è stata pure pericolosa: il pilota romano è uscito di pista dopo 45 giri per la rottura dì una sospensione. Era il 6 aprile quando vinceva in Brasile U primo Gran Premio della sua vita. Da quel giorno sono arrivate soltanto delusioni, ritiri, mancanza di prestazioni. Il commento rimane pacato: «La gara non stava andando male. Riuscivo a lottare, a tenere un ritmo discreto, il bilanciamento era buono e il grip delle gomme era migliorato (anche la Jordan, come la Ferrari, ha beneficiato dei miglioramenti ottenuti dalla Bridgestone, ndr). Purtroppo mi sono ritirato per un cedimento meccanico. Credo che si tratti della sospensione posteriore destra. Sono deluso per l'ennesimo ritiro dovuto all'effidabihtà». [s. man.] L'abruzzese della Renault ha vissuto tre anni fa un'esperienza analoga: «Ero in zona podio e tutto andò in fumo» «Sono partito alla grande poi la gara ha cominciato a girare male: è stata dura anche difendere il mio sesto posto» / ■ !&MICHtrUiS\ \ ' Jarno Trulli deluso per il 60 posto

Persone citate: Coulthard, Fernando Alonso, Giancarlo Fisichella, Jarno Trulli, Raikkonen, Trulli

Luoghi citati: Brasile, Germania