«Adesso staranno tutti zitti Ho vinto e aiutato Michael»

«Adesso staranno tutti zitti Ho vinto e aiutato Michael» FERRARI IN FESTA E TODT CONTESTA I CRITICI: IL PILOTA INUTILE E' DIVENTATO UTILISSIMO «Adesso staranno tutti zitti Ho vinto e aiutato Michael» Barrichello: «Ringrazio Dio per la serenità che mi ha dato nei momenti difficili» Schumi lo abbraccia: «Grandissimo, lo me la sono cavata con un occhio nero» personaggio Meiano manuni inviato a SILVERSTONE PROVATE a criticarlo adesso. Ha corso la gara della vita, anche se lui continua a preferire quella del 2000, quando a Hockenheim vinse il primo Gran Premio della carriera. Anche lì un pazzo entrò in pista, la differenza è che la safety car gli fece recuperare 20 secondi. Ieri ci ha lasciato sei posizioni. Rubens Barrichello, Rubinho per tutti, è fatto così: si esalta nelle circostanze più strane. «Pensavo soltanto ad andare forte», racconta, e a scacciare critiche e fantasmi, come il timore che per lui il contratto in scadenza a fine 2004 non sarà rinnovato come per gli altri vip della scuderia. «Nelle ultime due settimane me ne hanno dette tante per quel testa coda al secondo giro a Magny Cours. Rubens di qui, Rubens di là. Spero che stiano zitti ora». Alla Ferrari giura amore profondo. «Mi piace stare in questa squadra, dove si lavora alla perfezione. In sei giorni di test siamo riusciti a mighorare la vettura e la Bridgestone è stata eccezionale». Pace fatta anche con gli pneumatici, dunque. «Soltanto a freddo ho avuto qualche problema di aderenza. Forse è per questo che ho perso due posizioni al via. Nel primo giro ho sofferto e faticato a tenere la posizione, ma appena le gomme sono andate in temperatura ho potuto cominciare ad attaccare Raikkonen. Sul rettilineo andavamo forte tutti e due, è stato un duello duro». Sul finlandese ha compiuto il suo primo sorpasso. «Poi ne ho fatti tanti altri, il più bello e il più importante è stato l'ultimo, di nuovo su Kimi. Però non ricordo quanti siano stati». Cinque, per l'esattezza. Con una jrinta e un coraggio che il Drasiliano pareva avere smarrito. Passare Raikkonen, primo avversario di Schumacher nella corsa mondiale, è già una bella impresa, riuscirci due volte è un capolavoro. E aggiungiamoci Montoya, che è un duro per antonomasia, Trulli, che non regala un centimetro, oltre a un Panis più in palla del solito. Sempre alla curva Abbey. «Non avevo nulla da perdere continua Rubinho -. Con la macchina che il team mi aveva messo a disposizione non potevo fare altrimenti. Quando c'era da essere aggressivi rispondeva alla meraviglia, la trazione si è dimostrata eccezionale». Durante la premiazione gli è spuntata una lacrima sulle note dell'inno brasiliano. L'ultima volta che riuscì a farlo suonare era il 29 settembre 2002, circuito di Indianapolis. Sei vittorie in còJTiera, tutte con la Ferrari, a 31 anni, l'età della maturità per un pilota. Ora toma in corsa per il Mondiale. «Lo so che cosa volete farmi dire: che punto a battere Michael. No, io penso soltanto ad andare forte. Siamo tanti in lotta per il titolo. Dedico questa vittoria a Dio per la calma e la serenità che mi ha offerto, e ogni notte lo ringrazio per la vita che mi ha dato. La calma e la serenità portano ai risultati, bisogna averli al momento giusto. In ima gara come questa, simile a una corsa di go-kart, è un attimo perdere il musetto in un contatto». Schumi l'ha abbracciato, gli ha fatto i complimenti, lo ha ringraziato per averlo aiutato. «Potevo fimre ko, me la sono cavata con un occhio nero», sintetizza. A caldo ammette di non aver ben capito la sequenza degli avvenimenti. Una cosa ricorda bene: la coda ai box dietro al compagno, in attesa di cambiare gomme e rifornire. «Ho perso una decina di secondi, anche perché i meccanici hanno dovuto attendere che la pit lane fosse libera prima di dare il via a Rubens. Però se fossi rimasto in pista dietro alla safety car mi sarei ritrovato ancora più indietro». La ragione la spiegano i tecnici della Ferrari: in questi casi, chi rinvia di un giro la sosta procede lento dietro alla safety car, perdendo oltre mezzo minuto, e dopo il pit stop si ritrova all'ultimo posto. Non c'era altro da fare. «Rubens ha disputato una gara perfetta, con alcuni sorpassi eccezionali, ha meritato la vittoria e sono febee per lui. Per quanto mi riguarda, il quarto posto non è male considerato quanto accaduto: dopo il pit stop ero quindicesimo, alla fine ho perso soltanto un punto rispetto a Raikkonen». Oltre tutto, Ralf è rimasto a secco e al terzo posto è risalito Montoya, in ritardo di 14 punti. Le difficoltà della Ferrari sono finite? «Siamo mighorati e ce lo aspettavamo dopo gli ultimi test. Attenzione, però: ogni gara è un discorso a parte». Tra due settimane si corre a Hockenheim, poi a Budapest prima di concludere la fase europea a Monza. Gli ultimi due appuntamenti saranno negli Usa (Indianapolis) e Giappone (Suzuka). Le parole conclusive sono di Jean Todt, che parla di gara strepitosa e lancia una frecciata a tutti i detrattori di Rubinho: «Come avete visto, l'inutile è diventato utile». mgmgammmmm i..::^-:..y::ail-~iì::.:ii-^4 Nella cerimonia del podio spunta una lacrima sul volto di Rubinho: l'ultima sua vittoria risaliva al 29 settembre 2002, circuito di Indianapolis In carriera ha totalizzato sei successi

Luoghi citati: Budapest, Giappone, Indianapolis, Monza, Suzuka, Usa