Con le azioni si rischia di meno

Con le azioni si rischia di meno LO DICONO I GESTORI. PAURA PER LA BOLLA DEI BOND Con le azioni si rischia di meno Servizi, assicurativi e banche nel mix prudente Simona Cornaggia Ma la crisi è davvero alle spalle? Alan Greenspan, nelle audizioni della passata settimana, ha cercato di convincere i mercati che l'economia ha ormai imboccato il canale giusto per la ripresa. Il messaggio non è servito, almeno per ora, a ridar fiato al mercato azionario. Un fenomeno comprensibile visto che, dal 9 aprile (data della caduta di Baghdad) a oggi i principali indici si sono, chi più chi meno, apprezzati: gli americani Nasdaq e S&P500, per esempio, hanno segnato progressi, rispettivamente, del 28,807o e del 14,80Zo, in Italia il Mibtel ha registrato un rialzo dell'8,27%, il tedesco Dax ha guadagnato il 23190Zo; sul versante asiatico, invece, il Nikkei ha realizzato un incremento del 20,80Zo. La conseguenza principale delle audizioni del presidente della Federai Reserve è stata, al contrario, quella di innervosire i mercati delle obbligazioni: se l'economia riparte - questo è stato recepito - i tassi prima o poi risaliranno con effetti drammatici per i mercati del reddito fisso. «Non prenderei rischi - dice Mario Spreafico di Banknord - sui mercati obbligazionari. Comunque, preferirei i tassi variabili, anche con emittenti corporate investment grade». Ma allora, come affrontare quest'estate all'insegna dell'incertezza? «In piena stagione delle trimestrali Usa - risponde Gianluca Verdelli di Bnp Paribas - la sfera di cristallo dovrebbe essere ancora più lucida. Innanzitutto, dividerei il rally in due componenti, una più tecnica e l'altra più imponderabile, emotiva, psicologica. La corsa dei bond potrebbe forse essersi esaurita, al contrario le azioni potrebbero avere ancora benzina per proseguire la salita, anche se mancano ancora le conferme sul fronte dei bilanci. C'è voglia di ritornare in Borsa, ma solo perché i rendimenti delle obbligazioni non bastano più». «Anch'io - aggiunge Carlo Gentili di Nextam - penso che il mercato sia sottovalutato, ma i tassi non sono destinati a rimanere così a lungo. Anzi, penso che il ciclo dei saggi sia prossimo a un'inversione. I mercati, quindi, sono moderatamente attraenti e un'esposizione azionaria è raccomandabile, ma senza eccessi. Anche se, in termini relativi, detenere azioni oggi è meno rischioso che possedere altri tipi di investimento». Azioni, quindi, ma «con moderazione perché sottolinea Emilio Franco, del team di ricerca azionario di Sanpaolo- Imi - ci sono buone opportunità.. Noi privilegiamo industriali, materiali ed healthcare». «In Eurolandia - aggiunge Filippo Di Naro di Bpb - riteniamo interessanti il settore dei consumi ciclici e quello dei titoli industriali. Questi comparti presentano, in molti casi, valutazioni ancora appetibili. Per i consumi ciclici giudichiamo una buona opportunità la francese Pinault Printemps e per quello dei titoli industriali la spagnola Gamesa». «In un momento di transizione come quello attuale - è l'opinione di Massimo Fortuzzi di Antonveneta - riteniamo opportuno sovrappesare alcuni settori a più forte componente ciclica, come tecnologia, tools fr machinery, media e, in Europa, una parte dell'industria finanziaria, limitatamente alle società con una certa esposizione ai mercati azionari. A questi aggiungerei il biotech. Quah titoli preferire? «Direi che i più interessanti, in ambito statunitense, sono Cisco, Intel, Adobe, General Electric, Viacom, Clear Channel e Amgen. In Europa privilegiamo Allianz, Axa e Ing; in Giappone, Canon e Matsushita Electric. Più in generale, però, l'allocazione settoriale dovrebbe essere condotta mantenendo un minimo di flessibilità. Come già detto, non ci aspettiamo una ripresa particolarmente forte. In sostanza, non è ancora il momento di essere troppo avidi». E in Italia? Così risponde Davide Cataldo di Pioneer: «Tra i bancari. Intesa e Unicredito, tra gli assicurativi Alleanza, tra le tic Tim e nei servizi Autogrill. Una buona opportunità, infine, è Mediaset». Aggiunge Giulio Baresani Varini ad di Euroconsult: «A me piace Eni, mentre tra i bancari preferisco Unicredito e Sanpaolo-Imi. Non trascurerei poi Tim. Tra gb assicurativi, infine, segnalo Fondiaria-Sai e Generali». La vera sorpresa, però, è che ormai i gestori che amministrano i quattrini degli italiani guardano con occhi sempre più distaccati a Piazza Affari, fanalino di coda delle scelte di asset allocation. «L'Italia è mercato più pericoloso rispetto al resto dEuropa - commenta Gentili - perché ci sono soprattutto aziende di Stato e società familiari che restano chiuse su se stesse». «A un certo punto dovrà scegliere: o andare verso Euronext o verso Deutsche Boerse» sentenzia Massimo Morchio di Ras. «La Borsa itahana mi sembra in mano a persone che continuano a fare il bello e il cattivo tempo» chiude Gianluca Verdelli, [borsa&finanza] BORSE, L'OROSCOPO DI AGOSTO Sondaggio tra gli operatori in titoli dell'Assìom l Forte ribasso IL PORTAFOGLIO DI J. BAER IL RALLY DI WALL STREET HIGH VELD EURO TITOLI Di STATO i EUROPEI SVo AZ. MERCATI EMERG. (EUROPA fi ASIA) lOVo EUROPA 130 125 120 BONO EMERG. CORPORATE BOND EURO 20D7o AZ-GIAPPONS 10^ AZ.USA 115 110 100 5«A S&P 500 INDEX DJ STOXX 600 M M da marzo a luglio 2003