La grande scommessa del vino «Queste le settimane decisive»

La grande scommessa del vino «Queste le settimane decisive» LA PROSSIMA VENDEMMIA CON LA PAURA DELLA PIOGGIA CHE NON CE' La grande scommessa del vino «Queste le settimane decisive» Il caldo e la lunga assenza di precipitazioni hanno accelerato la maturazione delle uve e ridotto la grandezza dei grappoli. «A rischio i volumi produttivi» retroscena Luca Ferrua CUNEO VENDEMMIA super o vendemmia a rischio? In questi giorni se ne sentono davvero di tutti i colori e c'è il rischio che a voler dire la propria ad ogni costo si finisca per parlare a sproposito come fa capire Marco Caprai, re del Sagrantino di Montefalco, giovane saggio dell'enologia italiana. «Veniamo da una brutta annata, ma un anno fa a luglio tutto sembrava andare bene - dice Caprai - quindi bisogna stare attenti con le parole. La vite non ha problemi, comunque una bella pioggia farebbe bene a tutti». Anche quando la visione diventa nazionale il quadro è simile come conferma Franco Giacosa, direttore tecnico di Casa Zonin, responsabile di vigneti che vanno dal Nord-Est alla Sicilia, passando per Piemonte, Maremma e Puglia: «Finora problemi non ce ne sono, d'altra parte ci sono state vendemmie anche con quaranta gradi. La situazione migliore l'abbiamo in Puglia e in Sicilia, tutto bene anche in Maremma, mentre si soffre un po' in Friuli e Toscana, ma guai non se ne vedono, certo ad essere decisive saranno le prossime settimane». Stessa linea pure dal Consorzio del Brunello di Montalcino: «La situazione è sotto controllo e l'anno promette bene». Anche i proverbi piemontesi vengono in aiuto dei vignaioli. «Quando il prato è giallo il vino è buono - ricorda Cristina Oddere di una delle più prestigiose cantine di barolo a La Morra - la situazione in vigna lascia sperare molto bene per il futuro, ma anche lo scorso anno sembrava non ci fos| sero problemi, poi abbia¬ mo visto tutti com'è andata». Giacolino Gillardi, enotecnico di Ceretto, dalla sua Farigliano (Langa doglianese) si rifa ai ricordi degli anziani del paese: «Il clima di questi giorni è simile a quello del 1944, quando i dolcetti si vendemmiavano ad agosto, comunque la siccità non ha mai fatto male al vino, anzi». Tante opinioni per far capire che parlare ora è sbagliato, anzi ad esordire con toni trionfalistici si rischia pure di fare la figura dei menagramo, quindi meglio rifarsi a dati ufficiali come la fotografia delle vigne diffusa da Ismea e Unione Italiana Vini che hanno avviato a luglio, per il terzo anno consecutivo, il monitoraggio dei vigneti nazionali per fornire previsioni di produzione aggiornate. Una prima valutazione fa capire per il 2003 una produzione intorno ai 50 milioni di ettolitri, in netta crescita rispetto ai 44,6 milioni del 2002, ma comunque non abbondante perché la produzione media delle ultime dieci vendemmie è stata di 55,3 milioni di ettolitri. A limitare i volumi produttivi sarebbero per ora due fattori: le basse temperature e le gelate nella prima decade di aprile in diverse regioni d'Italia e la siccità che pur non creando ancora allarme sta comunque condizionando lo sviluppo di acini e grappoli. «Nel settore vinicolo nulla è ancora deciso - spiega Ezio Rivella, presidente dell'Unione Italiana Vini - il caldo e l'assenza di precipitazioni hanno accelerato la maturazione delle uve e ridotto la grandezza dei grappoli che potrebbero pe¬ rò recuper are peso se nelle prossime settimane intervenissero le attese piogge. In caso contrario alla lunga quello che finora è uno stato di sofferenza potrebbe trasformarsi in "stress idrico" con ripercussioni sensibili sui volumi finali della vendemmia». La qualità - sempre secondo i dati Ismea e Unione Italiana Vini - è invece ottima. Una prima valutazione preparata dagli esperti stima il risultato del 2003 intorno ai 50 milioni di ettolitri Tra speranze e paure, si avvicina il momento della vendemmia Cambiamenti climatici L'EFFEnO SERRA Il cambio del clima sulla Terra è dovuto al riscaldamento provocato dall'effetto serra che si genera nell'atmosfera per la formazione di uno strato di biossido di carbonio Biossido'1 ìp&Ó, di carbonio \ ^\ Ossido l^'O d'azoto ®^o 1 I gas responsabili dell'inquinamento atmosferico provengono principalmente dalle industrie L'andamento delle emissioni di COj rispetto ai valori del protocollo di Kyoto (K) 2000 1600 1200 800 400 0 \ Nord America UE -.,K Giappone 1990 1995 2000 , 2005 2010 Emissioni COj prò capite (2000) ; gas responsabili dell'effetto serra Ossido d'azoto 4»Zo Altri Metano 150Zo Biossido di carbonio (CO2) 550A CFC 190Zo Fonte: ONU

Persone citate: Caprai, Ceretto, Ezio Rivella, Franco Giacosa, Giacolino Gillardi, Luca Ferrua, Marco Caprai, Zonin