IL PERDENTE DI SUCCESSO di Stefano Mancini

IL PERDENTE DI SUCCESSO IL PERDENTE DI SUCCESSO Stefano Mancini inviato a SILVERSTONE RUBENS Barrichello è un perdente di successo. Ha guidato le più belle Ferrari viste sfrecciare sui circuiti della Formula 1, ma ha dimenticato nel cassetto il sogno che confessò nel 2000, appena arrivato a Maranello: diventare il primo brasiliano campione del mondo dopo Ayrton Senna. A volte ha vinto, come solo un perdente sa fare. Come ieri a Silverstone, il circuito in cui la Formula 1 è nata nel maggio del 1950. Lo prendevano in giro da due settimane per un errore commesso nell'ultima gara. I connazionali lo chiamano «pe' de chinelo», che significa pantofola, il suo compagno Michael Schumacher ha finto di dimenticarlo, la Ferrari non gli ha ancora rinnovato il contratto (unico del dream team). Poi la gara: al via ha perso due posizioni perché le gomme hanno fatto i capricci e un pazzo gliene ha fatte perdere altre sei urlando il suo delirio in mezzo alla pista. Non era la prima volta che gli succedeva. Tre anni fa ottenne il primo successo dopo essere sfilato davanti a un altro invasore di pista. Quel giorno gli attribuirono una decina di sorpassi, ieri si è limitato a cinque. AI suo posto, Schumacher avrebbe dedotto che non era aria e avrebbe amministrato da buon ragioniere tedesco, limitando i danni e raccogliendo qualche punto. Rubinho invece ha deciso che era il giorno buono per sorpassare tutti e realizzare l'impresa. Non finirà mai nell'albo d'oro degb iridati, ma tutti ricorderanno quel che ha fatto ieri. Cinque duelli, tutti vinti. Raikkonen costretto due volte a subire, Montoya una. Barrichello è un latino: nelle avversità offre il meglio, la routine lo deprime. All'inizio si lamentava sempre, oggi soffre in silenzio e anche nell'esaltazione è più sobrio: una lacrima appena sulle note dell'inno brasiliano, che da tanto tempo non riusciva a far suonare (e quante volte gli è toccato ascoltare quello tedesco). Discende da una famiglia italiana. Il bisnonno lasciò il Friuli a inizio Novecento e a San Paolo generò il primo Rubens della dinastia, che oggi è commissario tecnico della nazionale brasiliana di bocce. Il secondo Rubens ha messo al mondo il pilota e ne ha intuito le doti. Ha venduto persino l'auto con cui andava al lavoro per consentirgli di gareggiare. «L'ultima vittoria è sempre la più bella. La dedico a lui».

Persone citate: Ayrton Senna, Barrichello, Michael Schumacher, Montoya, Raikkonen, Schumacher

Luoghi citati: Friuli, Maranello, San Paolo, Silverstone