Ghigo, fermata d'esempio per tutti quanti

Ghigo, fermata d'esempio per tutti quanti Ghigo, fermata d'esempio per tutti quanti Lorenzo Mondo TROVO altamente apprezzabile la prova di fennezza offerta da Enzo Ghigo, presidente della Regione Piemonte, con la distruzione del mais Ogm coltivato clandestinamente. Capisco la resistenza di una parte degli agricoltori colpiti dal provvedimento, che pure saranno rimborsati: portano impresso nei loro geni un rispetto quasi sacrale per i frutti della terra. Ma esiste la violazione di ima legge che concerne una materia straordinariamente delicata e ancora «sub indice» a Bruxelles. Esistono multinazionali delle sementi che tendono a mettere i coltivatori europei davanti al fatto compiuto, a sottovalutare l'mevitabile contaminazione delle colture deter- minata dall'immissione di organismi trattati in laboratorio. Come tutti, non possiedo ovviamente argomenti per sostenere che le colture modificate si dimostreranno alla lunga pericolose per la salute. Ignoro se apriranno la strada a una standardizzazione dei prodotti alimentari, al sacrificio deUa biodiversità, con pregiudizio delle cucine tradizionali che da noi, e in Europa, conservano tutto il loro peso: non soltanto perché concorrono, al di là dei peccati di gola, alla gioia di vivere, ma perché rappresentano una voce non trascurabile della nostra economia, compresi i suoi addentellati con U turismo. Sono opzioni dibàttutissime, anche a livello scientifico, e non possono essere risolte con atti di forza, in uno spirito di spregiudicata colonizzazione alimentare. Restano però sotto gli occhi di tutti altri fatti meno controversi. Lasciano ad esempio perplessi i vantati successi delle jiotecnologie per quanto riguarda la quantità, mentre l'Europa sembra afflitta semmai da eccessi di produzione e si è assuefatta alle lotte selvagge sulle quote latte e sul contenimento dei vigneti. E non ci vengano a dire che si potrebbero così saziare le moltitudini denutrite del Sud planetario. Questa virtuistica preoccupazione suscita inevitabilmente, a seconda degli umori, riso o indignazione. Quando è risaputo che il vero problema consiste nella distribuzione, degli alimenti, resa complicata da ragioni «tecniche» e da altre meno nobili. Non è pensabile che le multinazionali, così aggressive nei confronti di una Europa che non è certo ridotta alla fame, provino una disinteressata sollecitudine per i Paesi sottosviluppati notoriamente insolventi. Nel suo piccolo, l'Europa dei Quindici non si comporta diversamente. L'agenzia Onu per lo sviluppo attesta che oggi sono garantiti sussidi di 830 dollari all'anno per ogni mucca europea, contro gli 8 dollari per ogm contadino africano. Senza contare il severo protezionismo che penalizza i già stenti prodotti di quelle comunità. La battaglia contro le prevaricazioni degli Ogm va condotta a viso aperto, senza ipocrisie, distingue - l'espressione cade a puntino - il grano dal loglio. Il segnale che arriva dal Piemonte merita di essere accolto da tutte le forze politiche, di essere fatto pesare adeguatamente nel consesso europeo. A ragion veduta, gli Ogm possono attendere. La distruzione dei campi di mais in Piemonte è soltanto l'inizio; ora bisogna affrontare la battaglia contro le prevaricazioni degli Ogm senza ipocrisie, né allarmismi, né finti appelli contro la fame nel mondo

Persone citate: Enzo Ghigo, Ghigo, Lorenzo Mondo

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Piemonte