La confraternita del Selvaggio

La confraternita del Selvaggio ure a fatti La confraternita del Selvaggio Sessant'anni fa, in giugno, taceva «Il Selvaggio». Il soffocamento (che di soppressione si trattò) avvenne a Roma, ma ricordare l'infausto evento a Torino è d'obbligo. Qui, al numero civico 12 di via Pietro Micca, la spavalda rivista di Mino Maccari (allora redattore capo di «La Stampa») esercitò l'ironia, l'anticonformismo, il gusto del Diletto fra ili 930 e il 1931. Tirava aria di fronda in quella redazione sotto i portici, dove approdarono Eugenio Galvano, Augusto Mazzetti, Velso Mucci, Enzo Righetti, Primo Zeglio, Nicola Galante (ma le sue incisioni già apparvero dal 1926), Carlo Mollino (che sul foghe pubblicherà a puntate il romanzo «L'amante del duca»). Italo Cremona. E' proprio Cremona a definirne le energie: «In comune tra loro avevano la formazione anomala, nessuna parentela autorevole, e vivo il gusto dell'indisciplina in seno alle istituzioni fasciste nelle quali, la maggior parte come universitari o appena laureati, essi volontariamente militavano». Una confraternita e la sua bizzarra musa, Maccari, appunto, che ima o due volte la settimana - ricordava ancora Cremona - vestiva di turchino, indossava la camicia di seta pura, e le scarpe brillanti...E si permetteva una scatola di giandujottL.Una cavalcata a caso nella selvaggia prateria? Celebrazioni piemontesi: «Papini sentenziò da astuto critico /Che Alfieri fu poeta e non politico. Z Ma vivo l'Astigian gli avria risposto: Z - Dunque di te l'opposto». L'enfant gate: «Grand Hotel e Wagon Letto Z Sportivo perfetto». Nuovi arrivi: «Ecco che in Vaticano entra Geo Ponti/ Ad allargar di Pietro gh orizzonti». Costumi: «Dall'architetturaZ Alla gara d'appaltoZ Breve è il saltoZ La via è sicura». La marcia del progresso: «Non tornerà mai più lo Sturm und Drang Z Oggi il poeta toma a casa in tram». di BRUNO QMAKANlA

Luoghi citati: Cremona, Roma, Torino