«Vuoi fare il direttore? Rinuncia a ogni azione legale» di Maurizio Tropeano

«Vuoi fare il direttore? Rinuncia a ogni azione legale» LA CLAUSOLA PROPOSTA DALLA GIUNTA PRIMA DI AFFIDARE L'INCARICO «Vuoi fare il direttore? Rinuncia a ogni azione legale» Poiemica in Regione, Ds all'attacco: «Una situazione al limite del ricatto» Maurizio Tropeano «A seguito dell'atto di nomina a direttore generale, consapevole del carattere fiduciario dello stesso, dichiaro formalmente il mio impegno a non proseguire o dare vita ad azioni giudiziarie o sindacali in pendenza di rapporto». E' questo il passo centrale della lettera di rinuncia ad ogni azione legale futura, o già intentata, contro la Regione e le Asl che i ventinove direttori generali e i loro direttori sanitari ed amministrativi hanno firmato accettando l'incarico dalla Giunta Ghigo. I manager hanno firmato un documento standard dove ci sono spazi bianchi da riempire a penna con i rispettivi dati personali e il numero dell'azienda di appartenenza. Per il resto il testo è identico e impegna i direttori su tre fronti. Il primo. Tutti i manager si dicono convinti - dopo ima consultazione con i loro legali di fiducia - che «il carattere fiduciario esclude anche l'esistenza attuale e/o la possibilità futura di situazioni di contenzioso per aspetti attinenti al contratto». I direttori, ritengono così che «tutto quanto pattuito rispecchi esattamente le volontà reciproche mie e dell'azienda» e che tali patti sono «in esatta coerenza con la legge e gli accordi sindacali». Ma non è finita. La Regione punta infatti a tutelarsi rispetto a cause relative ad incarichi precedenti. Così ogni direttore dà atto «che la Regione e le Asl contestano ogni fondamento giuridico di qualsiasi pretesa economica al di fuori o in aggiunta alla somma indicata nel contratto». E si aggiunge: «Ritengo che la posizione della Regione e delle Aziende sia completamente legittima quindi dichiaro di non aver nulla da pretendere» da oggi e per il passato «per qualsivoglia motivo, ragione, azione o titolo e ne faccio, comunque, espressa rinuncia e transazione». Poi c'è l'ultima rinuncia, quella a «tutte le eventuali azioni intraprese». E nel caso di cause già avviate sarà dato «immediato mandato all'avvocato di rinunciare» liberando così «l'amministrazione regionale e le Asl da ogni eventuale pretesa nei loro confronti». Perché la Regione ha adottato questa procedura? «Abbiamo scelto una soluzione tecnicamente possibile sull'esempio di quanto hanno fatto altre regioni italiane», spiega l'assessore regionale alla Sanità, Antonio D'Ambrosio. L'obiettivo è quello di evitare di pagare rimborsi di centinaia di migliaia di euro in caso di contenziosi. Da questo punto di vista fa scuola il ricorso dell'ex manager dell'Asl di Novara (vedi l'articolo a fianco) che ha ottenuto dal Tribunale il riconoscimento di un risarcimento di 419 mila C D'Ambrosio nega ogni tipo di legame con il caso Grande anche se non nasconde che «la rinuncia al contenzioso ha permesso alla Regione di risparmiare 1 milione e mezzo di e». L'assessore, poi, precisa: «Non c'è stata nessuna imposizione da parte della Regione. La sottoscrizione del documento è il frutto di una scelta libera e volontaria da parte dei direttori». Parole che non convincono il consigliere regionale dei Ds, Roberto Placido, che insieme alla capogruppo Giuliana Manica e ai colleglli Angiolino Riggio e Marisa Suino, ha presentato un'interpellanza sull'argomento. Per Placido «ci troviamo di fronte ad una situazione al limite del ricatto. Vorremmo sapere dall'assessore e dal presidente Ghigo se tale procedura sia o meno in contrasto con la legge». Aggiunge: «Leggendo il contenuto della lettera è evidente come la firma del documento sia stata la condizione sine qua non per ottenere il posto da dirigente». Per Placido è «palese il tentativo di condizionamento da parte della Giunta regionale. Secondo me si tratta di una procedura illegittima». L'assessore alla Sanità Antonio D'Ambrosio «Non c'è stata nessuna imposizione e abbiamo risparmiato 1 milione e mezzo di C» La Regione punta a tutelarsi rispetto a cause relative ad incarichi precedenti nell'ambito della sanità

Persone citate: Angiolino Riggio, Antonio D'ambrosio, D'ambrosio, Ghigo, Giuliana Manica, Marisa Suino, Roberto Placido