«Maresciallo, a Livorno ho ammazzato un uomo»

«Maresciallo, a Livorno ho ammazzato un uomo» TOSSICODIPENDENTE DI SETTIMO TORINESE SI PRESENTA ALL'ALBA DAI CARABINIERI «Maresciallo, a Livorno ho ammazzato un uomo» La confessione del giovane: mi ha rubato 2000 euro, ho perso la testa Angelo Conti Ha bussato alla stazione carabinieri di Settimo Torinese ieri mattina all'alba. Ha chiesto di vedere il maresciallo, che conosceva bene per via di una nutrita serie di altri guai, ed ha mormorato: «Questa volta dovrà scrivere a lungo, l'ho fatta proprio grossa. Credo di avere ammazzato un amico». I militari l'hanno fatto sedere, hanno pensato subito ad uno stato confusionale provocato da una crisi di astinenza, ma nel giro di pochi minuti si sono invece resi conto che quel racconto era vero e che Ivan Speciari stavolta l'aveva fatta davvero grossa. Ecco in sintesi la spiegazione della confessione e la ricostruzione dell'accaduto: «Ho deciso di parlare perché non riesco più ad essere in pace con me stesso. Sono un tossico e qualche guaio l'ho combinato, ma uccidere un uomo mi sembra una colpa enorme». Speciali ha poi spiegato di avere assassinato a Livorno, nella notte fra mercoledì e giovedì, nei pressi del porto, Andrea Filippini, 45 anni, livornese, anche lui tossicodipendente. L'aveva conosciuto pochi giorni prima ed erano stati in molti a vederli insieme, nelle vie che circondano il porto. Nessuna difficoltà a raccontare anche il movente: «Avevo da parte 2000 euro, che mi dovevano servire per trascorrere l'estate in Toscana. Lui mi ha proposto di dormire con lui, sulla sua macchina. Ho accettato. Ma, quando mi sono addormentato, lui mi ha rubato quel denaro. Quando mi sono sveghato e me ne sono accorto, non ci ho visto più: l'ho cercato per tutto il porto e, quando l'ho finalmente trovato, l'ho aggredito a calci e pugni. Non ho avuto nessun dubbio che potesse essere stato qualcun altro: solo lui sapeva dove tenevo tutto quel denaro». Il colpo mortale è stato probabilmente un calcio, sferrato all'altezza della milza, che ha provocato al Filippini una gravissima emorragia. La morte è intervenuta nel giro di pochi minuti. Ivan Speciali si è allontanato, ma non è fuggito. Ha compiuto un giro per la zona portuale di Livorno e, dopo mezz'ora, è tornato dove aveva lasciato l'amico. C'erano già le ambulanze, le auto della polizia e quelle dei carabinieri: in stato confusionale è stato fermato e controllato, ma poi è stato lasciato andare. «Senza un lira cosa potevo fare? Sono salito su un treno e sono tornato a casa. Le mie vacanze erano finite lì». Ma, nella sua casa di Settimo, quel rimorso ha cominciato a farsi sempre più forte. Speciari ha passato ultima notte in bianco, a camminare su e giù per la stanza. A notte fonda aveva già deciso, ma ha voluto aspettare l'alba, per disturbare di meno. Ha poi raggiunto a piedi la stazione dei carabinieri, poco distante da casa sua. L'accusa del sostituto procuratore livornese Paola Rizzo, che conduce l'inchiesta, è ora quella di omicidio volontario, anche se parecchi elementi farebbero ora propendere verso un'ipotesi di omicidio preterintenzionale, soprattutto se troverà conferma quell'impeto di reazione al furto subito. Importante, al riguardo, sarà la deposizione dell'unico testimone dell'aggressione: un giovane livornese di buona famiglia, sulla cui identità viene mantenuto uno stretto riserbo. Un primo passo verso una più precisa ricostruzione dell'accaduto e delle colpe dell'assassino potrà probabilmente venire dopo l'interrogatorio dello Speciari che potrà essere compiuto già nella giornata odierna. L'assoluta disponibilità dell'assassino a rievocare ogni particolare di quella notte sarà certamente un vantaggio importante per l'inchiesta e servirà anche all'assassino, nella fase processuale, per godere di numerose attenuanti. Dal canto loro i carabinieri della compagnia di Chivasso hanno tratteggiato un preciso quadro dello Speciari, che era considerato un balordo a tutti gli effetti ma che pareva sostanzialmente incapace di fare del male al prossimo. Invece a Livorno il tossicodipendente torinese ha perso il controllo di sé, di fronte all'eventualità di avere subito il furto di quelli che, probabilmente, erano tutti i suoi averi. IL PERSONAGGIO Ivan Speciari, 29 anni, abitante a Settimo Torinese, in via Pietro Mlcca I, è un tossicodipendente dichiarato. I carabinieri della zona lo conoscono per una lunga serie di reati di poco conto: soprattutto furtarelli, episodi di piccolo spaccio, evasioni dagli arresti domiciliari, inottemperanza agli obblighi. Entrava ed usciva dal carcere, come adagiato In una vita apparentemente senza prospettive. Il porto di Livorno dove nella notte fra mercoledì e giovedì Ivan Speciari ha ucciso un altro tossico che lo aveva derubato

Persone citate: Andrea Filippini, Angelo Conti, Ivan Speciari, Speciari

Luoghi citati: Chivasso, Livorno, Settimo Torinese, Toscana