«Basta con le polemiche ora voglio solo riposarmi»

«Basta con le polemiche ora voglio solo riposarmi» LE «CONFESSIONI» DEL LEADER SOCIALDEMOCRATICO «Basta con le polemiche ora voglio solo riposarmi» «Non mi fermo da due anni, devo ricaricare le batterie», li Cancelliere ammette di aVer paSSatO de! momenti difficili, SOprattUttO per Ì COntraSti COn Ì Sindacati intervista Heribert Prantl e Dominik Wichtnann BERLINO SIGNOR CanceUiére come va? «Bene, grazie. Anzi direi molto bene». Il pensiero che presto andrà in vacanza la raUegra? «Esatto». Un uomo perseguitato dalla sfortuna, adesso desidera prendersi una vacanza daUe inquietudini. La sua richiesta è accompagnata da un'invettiva silenziosa. Ma spesso, neUa vita di chi riveste un ruolo superiore, questa grazia non viene concessa. «Cosa vuole dire con questo?» È una poesia di Eugen Roth. Abbiamo pensato che potrebbe adattarsi alla sua situazione. «Perché?». Crede di meritarsi le vacanze estive? «Credo di sì. Saranno le prime lunghe vacanze dopo due anni. A Pasqua sono partito per cinque giorni, ma cinque giorni sono troppo pochi per riposarsi veramente. E comunque ci sarà sempre un funzionario deUa canceUeria ad accompagnarmi. Dunque non è una vacanza completamente senza lavoro. E comunque non penso che la sua poesia si adatti alla mia situazione». Non ha risposto alla domanda, «AUora risponderò anch'io con una poesia di Heinrich Heine». Intende ((Penso alla notte della Germania»? «No, no. Qualcos'altro: "Le sofferenze giovanili" di Heine: "M'inizio stavo quasi per disperare, e credetti di non poterlo reggere mai. Poi lo ressi, ma non mi chiedete come"». Ma aUora chi è più esausto e distrutto: U CanceUiére o U suo paese? «Né il Cancelliere né il paese sono distrutti, fl 14 marzo, quando ho proposto f'Agenda 2010" al Parlamento, dopo difficoltà iniziali abbiamo trovato finalmente la via giusta. Non è stato sempre facile e mi è costato tanta energia. Ma proprio non si può parlare di esaurimento. Invece di una necessità di fare vacanze dopo tanti mesi con un agenda piena, come è naturale per questo incarico, di questo sì che si può parlare». Originariamente voleva andare in Italia, ma per le esternazioni del sottosegretario italiano Stefani sui turisti tedeschi ha disdetto. Non le sembra ima reazione un po' esagerata? «Sto volentieri in Italia, un mio amico ha una casa sull'Adriatico, dove volevamo passare le nostre vacanze. Ma ogni cosa al momento giusto. Riguardo questa faccenda non voglio dire una parola di più». Adesso vuole riposarsi a casa sua. Come dobbiamo immaginarci questo riposo? «Intanto dormirò a lungo». Colazione a letto? «Questa è una cosa privata. Leggo molto. L'anno scorso per esempio ho letto fra le altre cose un libro affascinante sulla storia della Polonia. La lista dei libri per le vacanze di quest'anno la devo ancora fare. E gioco spesso a tennis. In questo modo riesco a riposarmi. Se è necessario mi spediscono gli atti». L'ex ministro degli Esteri Klaus Kinkel ha detto una volta che la pohtica è come andare in moto su una parete ripida: se non si accelera, sì cade giù. «Nel mio caso non è così. Normalmente mi basta già un fine settimana tranquillo, per potermi presentare il lunedì abbastanza riposato. Riesco a gestire molto bene i momenti di tranquillità e non devo trovare sempre qualcosa di cui mi devo occupare - almeno non di politica». Molti tedeschi sono preoccupati a causa del dibattito suUe pensioni. Sognavano una terza primavera e bei viaggi per U mondo, ma adesso hanno paura di dover lavorare fino a tarda età. Come immagina la sua vita da pensionato? «La pensione è ancora troppo lontana per potermi fare un'idea. Ma una cosa è certa: senza lavoro non starei bene neanche durante la vecchiaia. Scriverò un libro». Crede di poter vivere aU'estero? «No. Mi mancherebbe la mentalità tedesca, così come lo stile di vita». DeUe cose accadute negU ultimi mesi, quale le è costata più energie? «Due cose: da un lato la discussione sulla guerra in Iraq, dall'altro la domanda: come faccio a convincere il mio partito a percorrere la via della riforme? E poi c'è stato il conflitto con i sindacati, che è pesato molto su di me. Non perché temessi i conflitti. Più che altro perché non ho capito come mai non volessero assolutamente vedere la necessità delle riforme». Pensa che questo dissenso sia superato una volta per tutte? «Non definitivamente. Ma ci tengo che IG Metall, dopo la valutazione sbagliata dello sciopero in favore dei lavoratori dell'Est, non venga giudicata ingiustamente. Non possiamo umiliare adesso i tanti iscritti del sindacato. In Germania abbiamo bisogno di sindacati forti, ma anche disposti a fare compromessi. Devono capire che la difesa sociale a tutti i costi non è più una via percorribile». Parliamo del problema più grosso della Germania: la disoccupazione. Ha promesso troppo riguardo la riduzione deUa disoccupazione. Non prova rimorsi di coscienza? «Il concetto di rimorso di coscienza non è appropriato. Ma in futuro sarò più prudente quando si tratterà di fare prognosi sul numero dei disoccupati. Qualche volta vorrei che lo fossero anche quelle persone che all'interno dei grandi istituti di ricerca economica sono responsabili per le prognosi congiunturali. Prima si pubblicavano le previsioni due volte all'anno, adesso quasi settimanalmente. In questo modo si orienta la politica verso misure di corto respiro». Le tasse, U maggiore deficit, la crescita che non arriva. Nel paese c'è una diffusa mancanza di fiducia. Anche lei prova questo sentimento? «La fiducia in me stesso non mi manca, ma è vero che la mancanza di fiducia si ritrova in molte parti della politica e della società. Un paese che però ogni anno versa il 4 per cento del pil all'Est per creare le stesse condizioni di vita dell'Ovest e che contemporaneamente non perde terreno sui mercati mondiali, un jaese così non è debole. Adesso sisogna gridare aEe persone: "Abbiate fiducia!", fl governo non parla soltanto, agisce anche, e io sono più interessato a perseguire risultati che a lasciarmi andare aUo scetticismo». Le sembra U caso di andare in vacanza adesso con tutti questi problemi? «Stranamente nessuno ha mai fatto la stessa domanda a Helmut Kohl, che ogni anno passava quattro settimane al Wolfgangsee. Sono sempre in contatto con i miei uffici, per U resto vorrei solo riposare un po' con lamiafamiglia». AUora buone vacanze. «FaròdelmiomegUo». Copyright «Sueddeutsche Zeitung Magazine» «Helmut Kohl passava ogni anno quattro settimane al Wolfgangsee ma nessuno si è mai scandalizzato per una assenza così lunga» mamBmam «In questi ultimi mesi la mia agenda è stata troppo piena anche a causa della vicenda irachena Ora voglio soltanto dormire più che posso»

Persone citate: Cancelliere, Dominik Wichtnann, Eugen Roth, Heine, Heinrich Heine, Helmut Kohl, Klaus Kinkel

Luoghi citati: Berlino, Germania, Iraq, Italia, Polonia