Castelli: niente grazia per Sofri, ma un gesto di pacificazione per tutti

Castelli: niente grazia per Sofri, ma un gesto di pacificazione per tutti IL GUARDASIGILLI SPIEGA SULLA PADANIA IL SUO NO ALLA CLEMENZA Castelli: niente grazia per Sofri, ma un gesto di pacificazione per tutti «Voglio andare al di là di un caso specifico. Il presidente Ciampi non ha atto alcuna interferenza. Anzi, lo ringrazio perché con lui mi intendo perfettamente. Mi dà fastidio questo volerlo tirare per la giacchetta» MILANO No alla grazia per Adriano Sofri «colpevole di un delitto particolarmente odioso e vigliacco» e che «non ha mai chiesto la grazia». Sì, invece, a «provvedimenti di grazia per i protagonisti di stagioni cruente che riteniamo superate e quindi anche per Sofri e, inevitabilmente, per Bompressi, ma non solo per loro». In un articolo sulla Padania di oggi il Guardasigilli Roberto Castelli annuncia che non chiederà un provvedimento di clemenza per l'ex leader di Lotta Continua e lancia invece una proposta di «pacificazione». «Sono giunto alla determinazione di non trasmettere al Presidente della RepubbUca la pratic^relativa.aUa domanda dH^gr^zi^ ^ Sp^'fj-stpyé' Castelli - :'"^siméndomiih prima persona la 'ptenaxesponsabmà.di;c[uesto atP-^to. Di ciò ho reso edotto ieri, per doveroso rispetto istituzionale, per primo il Presidente Ciampi, che di cuore ringrazio per l'attenzione con cui ha ascoltato le mie argomentazioni». Il ministro della Giustizia si sofferma nell'articolo anche sulle prese di posizione in favore di Sofri che sono seguite negh ultimi giorni. E le boccia senza appello: «Tralascio le aherranti motivazioni - scrive tra l'altro - espresse da molti, secondo le quali Sofri merita la grazia perché "raffinato intellettuale". In affermazioni di questa natura sta tutto il razzismo e il classismo della sinistra postmoderna. Dico che casomai ciò è un'aggravante». Per sostenere la sue decisione, Castelli è anche disposto a dimettersi da ministro; «Se dovessi ^erifKare«heSgovernoBehasua"collegiali^ è di parere divèifàp tólmio, non avrei alcuna difficoltà a^mettermnia'pàrte percht'gllTio^mini della Lega hanno sempre dimostrato di non essere attaccati alle poltrone». E ancora: «Se lo schieramento pro-Sofri in Parlamento è così vasto, è sempre utilizzabile lo strumento della sfiducia individuale. Esiste già un precedente in materia». Per sostenere l'inadeguatezza di un provvedimento individuale, il ministro della Giustizia fa anche riferimento alla situazione carceraria: «In Italia oggi ci sono 8317 detenuti per omicidio o tentato omicidio. Perché tutti devono essere ignorati tranne Sofri?». Quindi, nell'articolo sulla Padania, approfondisce le ragioni che lo hanno mosso in questa vicenda: «Istituzioni fondamentali rischiano di perdere o hanno già perso ogni credibilità - scrive -, lo ^contero ' do'sempre di piùi^còiTe davvé- ro un atto' di pacificazione. Mi rentfereonto che qttesta-proposta' presuppone che molti debbano fare un passo indietro e rinunciare a precisi piani, ma per quanto mi riguarda sono sempre più con- iniiiguaiuctsLuiuEjCJLUjjic più uuii- ii-Tymtpiche quest^ji^rumcasolu-UnU """■jiirtTiR»' e ziòne». Che la proposta di una pacifica^zione possa avere successo nonil sembra però convincere il mini¬ sfti i.ccìlcuucuiiciii.c: puiuata avanti ^uii Ugessin45^delJar^g}fl^1érotti- mis-mn HpI miormi! tnrrni* fiast-filli stro. Che infatti sostiene: «Non mi faccio illusioni, ma la mia idea va testardamente portata avanti con il gessimispifì delja r^jq^.e l'ottimismo del cuore»! Infine, Castelli toma a rileggere gli sviluppi di questi giorni.dui càsò.^SòM peij collegarli a quanto accaduto negh scorsi anni: «Resta comunque per me un mistero il fatto - sostiene che questa mobilitazione non si sia coagulata durante la scorsa legislatura, quando c'era un Guardasigilli di sinistra». Dopo l'incontro con il Capo dello Stato, ieri, il ministro era invece sfuggito alle domande dei giornalisti: «Non dico niente perché così mi sono accordato con Ciampi, dal quale sono andato per deferenza istituzionale e perché ho inteso spiegare i veri motivi delle mie determinazioni». Ai suoi collaboratori aveva comunque chiarito alcune cose. La prima: «Mi hanno dato fastidio gli appelli e questo voler tirare per la giacchetta il Presidente Ciampi, che non ha alcun titolo per concedere la grazia autonomamente». Secondo, a proposito di chi abbia diritto di chiedere la grazia per un detenuto: «In termini giuridici il codice di procedura penale all'ultimo comma prevede che il ministro della Giustizia può istruire la pratica autonomamente». Ma proprio sul percorso che può portare a un provvedimento di grazia, ieri sera è intervenuto anche il ministro delle Rifonne Umberto Boss. «Il Presidente della RepubbUca avochi a sé la decisione, cambi la legge e dia lui la grazia a Sofri», ha detto il Senatùr conversando con i giornalisti al termine di un comizio a Cambiago, nel Milanese. E sulle decisioni di Castelli: il ministro della Giustizia «è contrario perché la gente è contraria. Adesso per dare la grazia ci vuole il doppio consenso del Presidente della Repubblica e del ministro della Giustizia. Il Presidente avochi a sé la decisione, cambi la legge, e dia lui la grazia». Ma lei, ministro Bossi, è favorevole alla grazia? «Sofri ha risposto Bossi - certamente è UTO/ ma J^arà-^PRafrl,' Ma la gente sa che Sofrj e stato un terrorista, rlp scrivere gnche voi gìomalìstC e "allóra la'gente è contro la grazia». ' [r.m.] Bossi: l'ex leader di Lotta s~ .' n . ViGnUPlUa HOrVe^Cappato ii^ . 1 "ma e un terrorista, la gente è contraria alla demenza L'ex leader di Lotta continua Adriano Sofri, In carcere per l'omicidio del commissario Luigi Calabresi

Luoghi citati: Cambiago, Italia, Milano