La Stampa - Consultazione Archivio

Le strade dell'ecologia passano dal Piemonte MILLE E 400 IMPRESE LAVORANO NEL SETTORE Le strade dell'ecologia passano dal Piemonte Presentatoalla Camedi Commeil primo stsu base redel settorLe industrie piemontesi vogliono ripulire il mondo. L'eco-industria è il business principale di 700 aziende del Piemonte e altrettante hanno attività legate a quel settore. E' quanto emerge dalla ricerca della «Step Economics», presentato ieri alla Camera di Commercio come «il primo studio in Italia su base regionale», disponibile anche su internet al sito www.to.camcom.if/ecoindustrie. Secondo Guido Bolatto, segretario generale dell'ente camerale, l'indagine «fornisce approfondimenti sulle eccellenze del comparto e sulla propensione delle aziende all'internazionalizzazione. Il settore ambientale rappresenta circa il 3 per cento del Prodotto intemo lordo (Pil, ndr) dell'Unione Europea e la domanda di protezione ambientale è in continua crescita, a livello europeo, ma anche nazionale e regionale». Di qui l'attenzione del mondo economico e delle imprese per «un settore interessante, sul quale il sistema pubblico intende focalizzare la propria attenzione ed individuare alcune linee di sostegno all'internazionalizzazione» aggiunge Bolatto. Gli sviluppi per il futuro sono garantiti da due fattori: la «trasversalità» (l'aspetto ambientale coinvolge tutte le aziende) e la «dinamicità» (l'evoluzione tecnologica costringe al continuo rinnovo). Il settore dèli'eco-industria occupa 30 mila persone in tutto il Piemonte, che producono un fatturato di un miliardo e mezzo di euro. «Abbiamo studiato i settori specifici di orientamento delle varie aziende» spiega Matteo Richiardi, coordinatore della ricerca. Ed ecco le statistiche: il 20,9 per cento delle ditte lavora alla raccolta, trasporto e stoccaggio dei rifiuti; il 16,1 è specializzala in energia; il 15,7 per cento ha concentrato gli sforzi sulla depurazione delle acque; il 15,4 per cento si occupa di smaltimento e riciclaggio di rifiuti; il 15,3 elabo¬ o ieri ra ercio udio gionale e ra ricerche e consulenze; il 14,4 produce componenti per macchine destinate a migliorare le condizioni ambientab; il 2,2 svolge attività di vario genere nel settore. «E' molto importante il ruolo delle aziende del servizio pubblico locale, che con le normative più recenti possono abbandonare il ruolo di "municipalizzate" per andare a gestire impianti e servizi anche fuori dal territorio comunale o provinciale - dice ancora Bolatto -. Questo è un fattore da considerare nella valutazione delle potenzialità di espansione di questo settore». Società «ex municipalizzate» come Amiat (rifiuti) e Smat (acquedotto) rappresentano il 13 per cento del totale, producono il 18,5 per cento del fatturato del settore e danno lavoro al 30 per cento dei dipendenti di tutto il comparto. «Un altro elemento degno di nota è la presenza in Piemonte di tutta la filiera produttiva del settore - dice ancora Richiardi -. Il numero di aziende impegnate su questo fronte è destinato ad aumentare come anche la quantità di dipendenti per ciascuna impresa». Secondo i dati rilevati da «Step Economics», il 45 per cento delle ditte occupa meno di 10 dipendenti e il 70 per cento meno ài 20. Lo sguardo è rivolto all'estero. Prima di tutto, il biglietto da visita: un'impresa su 3 ha ima certificazione ambientale e la metà possiedono una certificazione di qualità (entrambe a Uvello europeo). Poi, la promozione: una su tre partecipa e fiere all'estero, quota che sale al 42 per cento tra le 100 aziende «di punta» della regione. Destinazione: Africa, Asia, Nord America e Est europeo. Ad aggiungere un pizzico di campanilismo pensa Franco Mena, amministratore delegato di Environment Park: «Una ricerca importante avviata nella regione con il più grande depuratore d'Italia. Il futuro passerà anche da qui». [ola. lau.l Presentato ieri alla Camera di Commercio il primo studio su base regionale del settore