Esami in vendita alla Sapienza, 18 agli arresti

Esami in vendita alla Sapienza, 18 agli arresti ROMA, 44 GLI INDAGATI A GIURISPRUDENZA. L'INCHIESTA E' INIZIATA DOPO LA DENUNCIA DI UN PROFESSORE E DI UNA SEGRETARIA Esami in vendita alla Sapienza, 18 agli arresti «Si pagava fino a 5 mila euro. Gli studenti conoscevano in anticipo le domande» Mara Montanari ROMA Tre ragazze aspettano sbuffando fuori della porta di Michele Gerardi, professore associato. «Siamo qui dalle nove. Abbiamo appuntamento per parlare della tesi, ma il prof non si è visto», dice ima delle studentesse. Non sanno ancora che il loro «prof» è agli arresti domiciliari. E' così, tra lo stupore generale, che ieri, alla facoltà di Giurisprudenza della Sapienza, già tristemente famosa per l'uccisione di Marta Russo e per i processi a Scattone e Ferraro, si è sparsa la voce della maxiretata dei carabinieri del Nas ai danni di assistenti, impiegati e studenti. Compravendita di esami è l'accusa nei confronti di diciotto persone che da ieri mattina sono agli arresti domiciliari. In mezzo ce finito anche il preside della facoltà, Carlo Angelici. Sul suo molo nella vicenda, gli inquirenti mantengono il riserbo. «Abbiamo alcuni elementi - dice un investigatore ma diciamo che l'avviso di garanzia al preside, in quanto responsabile della facoltà, era quasi un atto dovuto». Intanto, però, lo scandalo è scoppiato e ieri non si parlava d'altro. Nelle lunghe file fuori dell'aule d'esame. Tra i giovani in giacca e cravatta e ragazze in tailluer e tacchi che festeggiavano la laurea. Molti cadono dalle nuvole. Altri lasciano intendere che le voci su esami truccati giravano da tempo all'università. L'operazione «Minerva» degli uomini del Nas, diretti dal tenente Marco Datti, è scattata ieri mattina all'alba. Hanno perquisito uffici e abitazioni di 35 persone, fra docenti, impiegati e studenti a Subiaco (Roma), Belvedere Marittimo (Cosenza), Gaeta (Latina) e Rieti. Hanno scoperto materiale della facoltà ed anche un timbro, che sarebbero stati utilizzati per falsificare statini ed altri documenti relativi agli esami. In alcune case hanno anche trovato piccoli oggetti di valore, si pensa segni di gratitudine da parte di studenti dopo una promozione. In particolare, un oggetto d'oro che sarebbe stato regalato a un'assistente compiacente. Perquisiti an¬ cdtdcltsdedirnDhvtsmriestP che l'ufficio e l'abitazione del preside della facoltà Carlo Angelici. In tutto, le custodie cautelari firmate dal pm titolare delle indagini, Vincenzo Barba, sono diciotto, mentre le persone indagate sono quarantaquattro. La compravendita degli esami è stata individuata dal Nas dopo una denuncia da parte di un professore e di una segretaria che nel maggio del 2002, nell'ambito di un'altra indagine, avevano segnalato ai carabinieri qualcosa che non andava nei documenti relativi agli esami. Di lì sono iniziate le indagini. I Nas hanno messo sotto controllo l'università e telefoni di persone sospette. Si sono anche mischiati agli studenti durante gli esami. «Abbiamo assistito a scene incredibili racconta un investigatore - a volte, infatti, il meccanismo si inceppava e lo studente capitava con l'assistente sbagliato. Faceva scena muta perchè non aveva studiato nulla. Poi, rivedevamo lo stesso studente che veniva chiamato dall'assistente complice e rispondeva perfettamente alla domanda già concordata e si alzava con un trenta nel libretto». Gli studenti che volevano passare senza problemi gli esami di diritto ecclesiastico, procedura penale, diritto privato, diritto pubbhco e diritto commerciale - dice l'accusa -, dovevano pagare in base ad un rigido tariffario. Ilprezzo per passare la prova oscillava tra i 1500 e i 3000 euro e in alcuni casi arrivava anche a 5000 euro. In cambio ricevevano in anticipo le domande che sarebbero state loro rivolte dagli assistenti. Nelle intercettazione in possesso del pm Barba, circa 86 pagine, c'è anche una frase che in apparenza sembrerebbe coinvolgere il preside Carlo Angelici. In un colloquio con un impiegato dell'ufficio del preside, uno degli indagati, lo studente egiziano AM.I, chiede se è «arrivato l'omaggio per il professore». Un fatto assurdo, secondo l'avvocato di Angelici, il penalista Franco Coppi: ((La facoltà di Giurisprudenza non è un'associazione per delinquere. Io non escludo l'esistenza di episodi poco piacevoli, rappresentati magari da impiegati che millantano conoscenze con i professori e si fanno pagare dagli studenti interessati a passare un esame. Mamettere in dubbio l'onestà dei docenti e, in questo caso, persino quella del preside della facoltà mi sembra veramente eccessivo». Ma gli studenti della facoltà vedono la vicenda in tutt'altro modo. Unione degli Studenti, Minerva Rossa e tutte le associazioni studen¬ tesche chiedono che le indagini vadano a fondo. Molti studenti sostengono che la diffusione di tangenti e favori è pratica diffusa e che alcune cattedre sono particolarmente chiacchierate. Da ieri, le vod di corridoio sono diventate atti di un'inchiesta della Procura e gh stessi investigatori, che nei prossimi giorni ascolteranno gli indagati, ritengono che la vicenda possa serbare altre sorprese. Avviso di garanzia al preside Il suo avvocato «Eccessivo mettere in dubbio l'onestà dei docenti» Una pattuglia dei carabinieri davanti all'Università La Sapienza

Luoghi citati: Belvedere Marittimo, Cosenza, Latina, Rieti, Roma, Subiaco