I «campioni di tedeschità» a Rimini, e la pace è fatta di Renato Rizzo

I «campioni di tedeschità» a Rimini, e la pace è fatta GRAN FESTA IN SPIAGGIA CON BANDIERE INTRECCIATE E UN CONCORSO DELLA BILD PER IL DOPO-STEFANI I «campioni di tedeschità» a Rimini, e la pace è fatta Renato Rizzo inviato a RIMINI ' ANCHE se nessuno gli ha detto quale dev'essere il comporta- mento del «perfetto testimonial». Ralf l'ha subito capito e s'è adeguato: «Birra? No, no: io solo cappuccino». Poi, strabuzzando un po' gli occhi gonfi per il sonno, guarda l'orologio che segna le 10. Borbotta: «Ce l'hanno raccomandato gli organizzatori: "no bier almeno fino alle 13"». Cappellino rosso con lo stemma della Bild, dose monouso di crema fattore di protezione 12 in omaggio, tutti insieme a sudare appassionatamente impacchettati nelle magliette d'ordinanza con le bandiere intrecciate d'Italia e di Germania: la falange dei 184 tedeschi chiamata a siglare la «pace» del dopo-Stefani sull'asse Berlino-Roma, scende a Rimini. Nove ore: il tempo per annusare «il paese dove nascono i limoni» così come lo definiva un loro illustre predecessore che si chiamava Goethe e che, sulla sua strada, non ha trovato nessun pohtico pronto a definirlo uno «stereotipo biondo dell'orgoglio ipemazionalista, cresciuto, magari, a roboanti gare di rutti e scorpaccia te di kartoffel fritte». Nasce sull'onda di quest'offesa l'idea d'un concorso organizzato tra i suoi 13 milioni di lettori dal più pm diffuso quotidiano di Germania e d'Europa, quella Bild, appunto, che, nei giorni della polemica, aveva dato fuoco alle polveri titolando «Nix Bella Italia» e mettendo in prima pagina una foto della spiaggia riminese con una significativa croce sopra. Trenta mila e-mail ricevute: brevi cenni biografici, foto dei candidati. Una commissione ha scelto un significativo «campione di tedeschità» da esportare in Italia: viaggio aereo a carico del giornale, ospitalità del Comune di Rimini, Regione e Apt. «L'intenzione è mostrare che non tutti i tedeschi sono brutti e grassi» se la ride Sven Goesman, redattore-capo per la poUtica del giornale tedesco, ammettendo, poi, con pragmatica sincerità, che il primo motore dell' iniziativa resta, comunque, «quello di vendere più copie oltre a provocare un mondo politico che si arrotola nelle discussioni gratuite». Nelle maghe della commissione selezionatrice c'è stato, fortunata- mente, qualche strappo. Che, ad esempio, ha lasciato passare Ralf, fiero dei suoi 138 chili di simpatia, Frank («125 chili») e Carsten («Solo 115»). Il primo è di Saarbrucken, ma parla come l'eroe di «Via col Vento»: «Stefani? Francamente me ne infischio». Poi ci ripensa: ((Anzi, no: lo ringrazio. Devo a lui questo mio primo viaggio in Italia». E come commentare la decisione di Shroeder d'annullare le sue vacanze nelle Marche? Carsten, capotreno di Amburgo: «Ha fatto male. Ma lasciamo stare, oggi è il giorno della ritrovata amicizia. Le ripicche limi¬ tiamole alle partite di calcio». «Bambinate - sentenzia Marianne Plescher, infermiera che abita non lontano dal confine olandese e che, nella torpida mattinata riminese, tenta d'accendere la scintilla di qualche machoman tricolore -. Secondo me, il CanceUiere sarebbe da prendere a sculacciate, anche se la maggior parte dei miei connazionali gu dà ragione. Salvo, poi, venire in ferie qui da voi». Per «i graditi ospiti», prima una pantagruelica colazione nel nuovissimo stabilimento balneare Turquoise, il più grande e moderno d'Europa, poi qualche timido boccone di sesso con modelle che offrono generosamente il proprio corpo come tavolozza su cui immortalare i colori delle bandiere. Musica, canzoni, sole assassino. Al microfono ringhia Jurgen Drews che ha tanti anelli quanti soprannomi. Due a caso: «l'Eros Ramazzotti di Germania» e «Il re di Majorca». Ieri, cedendo alle pulsioni d'un ego creativo e anche un po' ipertrofico, se n'è affibbiato un altro: «Il re di Rimini». All'aeroporto, sceso dalla scaletta, s'era esibito nel bacio del suolo: qualcuno trema al pensiero di quale nuovo titolo potrebbe attribuirsi dopo questo gesto vagamente papale. Happening senza tregua sul palco, fra i profumi delle lacche, delle creme e dei trucchi. Ecco il gruppo folk romagnolo di Mirko Casadei, ecco l'attore-cantante Elmar Brandt che imita Gerard Schroeder. Sulle note di ((Azzurro» canta l'elogio delle vacanze a casa: «Non voghe dare i miei euro a Silvio. E, poi, non è mica facile trovare un posto dove io non corra il rischio d'imbattermi in una delle mie quattro mogh. Nostalgia del ragù? Prendo le vecchie lire e mi ci faccio il sugo. Per carità: meglio stare qui, in Italia ci sono solo tedeschi ubriachi». Arriva il sindaco (vero) di Rimini, Alberto Ravaioli, con indosso la maglia della Germania campione del Mondo a Italia '90 (numero 3, quello del mitico Andy Brehme); «Tutti insieme abbiamo saputo trasformare un incidente diplomatico in occasione d'incontro e di festa». E non è che l'inizio: parte l'annuncio che l'iniziativa si rinnoverà tutti gli anni. Magari lo chiameranno «Stefani-day». 1 gruppo di turisti tedeschi arrivati a Rimini con il viaggio organizzato dalla Bild Zeitung