«La cassa integrazione? Antisindacale» di Marina Cassi

«La cassa integrazione? Antisindacale» L'AZIENDA: EVENTUALI CARENZE SANATE CON L'ACCORDO SIGLATO A MARZO «La cassa integrazione? Antisindacale» Giudice accoglie il ricorso Fiom ma non condanna la Fiat Marina Cassi Il giudice del Tribunale di Torino, Vincenzo Ciocchetti, ha dichiarato antisindacale il comportamento tenuto dalla Fiat Auto nella determinazione dei criteri di scelta dei lavoratori messi in cassa integrazione a dicembre. In appello la Fiom ha quindi vinto la sua battaglia legale : sosteneva che l'azienda «non fornendo al sindacato l'informazione preventiva sui criteri di individuazione dei cassaintegrati impediva al sindacato stesso di svolgere il proprio ruolo di tutela dei lavoratori». La decisione del giudice di fatto - a differenza della sentenza di primo grado (giudice Gian Andrea Morbelli) - non ritiene che l'accordo separato intercorso tra l'azienda e Firn, Uilm e Fismic del 18 marzo abbia sanato la situazione. La motivazione sarà conosciuta a fine mese, ma si sa che il giudice non ha disposto il reintegro dei lavoratori in cassa. Grande soddisfazione di Elena Poh che, cou Sergio Bonetto, Sergio Vaccirga e Bruno Gossu, ha patrocinato il sindacato: «Avevamo ragione: la procedura di cassa era illegittima; la scelta è stata fa'.ta denberatamente per avere le mani libere nella individuazione dei lavoratori da sospendere e il tardivo accordo separato con Firn e Uilm del 18 marzo non ha sanato un bel niente». Prosegue: «La sentenza rafforza i singoli ricorsi presentati da decine di lavoratori e che abbiamo avviato in giudizio». Il professor Paolo Tosi - che fa parte del collegio di difesa della Fiat - analizza: «Non fa mai piacere una sentenza come questa per ima azienda che ha sempre cercato di mantenere in vita relazioni sindacali corrette. E restiamo convinti che l'azienda non abbia tenuto un comportamento antisindacale e che in ogni caso l'accordo del 18 marzo costituiva un atto tale da sanare ogni eventuale vulnus come d'altronde era stato valutato dal giudice del primo grado». Aggiunge: «Comunque, si tratta di una dichiarazione di antisindacalità ma non di una condanna perchè non c'è alcun ordine a rifare la procedura e a reintegrare i lavoratori attualmente in cassa integrazione. Aspettiamo le motivazioni della sentenza per capire dove è stata riscontrata l'antisindacalità. Ma in ogni caso non c'è incidenza sulla validità dell'intera procedura e la collocazione in cassa integrazione dei lavoratori». Nella Fiom c'è un clima di grande soddisfazione. Il segretario Giorgio Airaudo commenta: «Questa sentenza dà ragione alla tenacia con cui la Fiom da mesi e in una situazione di crisi persegue la difesa dei diritti dei lavoratori e dei diritti sindacali - che vengono riconosciuti e ristabiliti dalle sentenze, come già avvenuto per il ripristino del diritto di assemblea negli stabilimenti Fiat». Conclude: «Adesso il confronto deve riprendere oltre le aule dei Tribunali. La Fiat deve riaprire un negoziato nazionale con un tavolo di crisi che definisca un nuovo piano di 'rilancio. E' evidente che dividere il sindacato, come si è cercato di faie, è una scelta che non aggredisce la crisi e viola i diritti dei lavoratori». Anche un analogo ricorso del Sincobas è st^to accolto e il coordinatore nazionale Paolo Sabatini dice: «E' una sentenza importante che impone la riapertura del caso Fiat e smentisce il governo e i sindacati che hanno sostenuto e sostengono la Fiat nel suo piano di smantellamento del settore auto». Una manifestazione di lavoratori della Fiat Mìrafiori

Persone citate: Bruno Gossu, Gian Andrea Morbelli, Giorgio Airaudo, Giudice, Paolo Sabatini, Paolo Tosi, Sergio Bonetto, Sergio Vaccirga, Vincenzo Ciocchetti

Luoghi citati: Torino