Certezze che vengono dal video

Certezze che vengono dal video Da «Chi l'ha visto?» a «Beautiful» campione Punti di riferimento in mezzo ai cambiamenti Certezze che vengono dal video UNA testimonianza divertente del predominio estivo e incontrastato di «Beautiful» arriva da Mario Dentone, che racconta una puntata di ((beautiful-dipendenza» in casa sua. «Verso le 14,10 ho detto a mia moglie e mia figlia (che a quest'ora "Beautiful" lo registrano ovunque si trovino per guardarlo a colazione) : "Devo telefonare al dentista per il controllo dei sei mesi. So che comincia verso le due e mezzo e prima che arrivino pazienti prendo appuntamento". Silenzio. Dopo una pausa di riflessione mia moglie: "Credo che gli appuntamenti li dia di mattina, la sua assistente". E io: "Beh, ci sono sempre andato dopo le due, per le visite, ed erano liheri". E mia figlia: "Credo di ricordare che la signorina (giovane, carina, moderna) a quest'ora guardi Beautiful, aspetta che finisca, almeno, per telefonarle!" E mia moglie: "Ma credo che anche il dottore, prima di cominciare, lo guardi!". Avrei voluto telefonare subito per interrompere, invece mi sono ritirato in silenzio a guardare l'orologio in attesa che Beautiful finisse, per poter chiedere la visita al dentista». Il racconto del signor Dentone è tanto più significativo in quanto si riferisce a persone di buona cultura. Non c'entrano niente, cultura e istruzione, non c'entrano proprio niente. Deve essere per merito del «mix» tra inverosimiglianza del racconto e serietà degli attori (come dice John McCook cioè Eric Forrester), se anche l'altro giorno la soap opera è stata seguita da 5 mihoni 254 mila spettatori, cifra più che ragguardevole per questa come per tante altre estati. Bisogna smettere di parlar male della televisione: essa è rassicurante, ti dà dei punti fermi, riferimenti immutabili in mezzo ai cambiamenti umani, personali e sociali. «Beautiful» è uno di quei riferimenti. Te ne vai, vieni, tomi, riparti, e lo trovi sempre là, immutabile, arroccato in testa alle classifiche. Da non dimenticare, nell'occasione, il significato di «soap opera», letteralmente «opera saponetta», genere nato alla radio per accompagnare la pubbUcità dei detersivi. E il significato è andato senza dubbio allargandosi: la saponetta fa le bolle, effimere ma nello stesso tempo persistenti. Per l'appunto. Un altro punto di riferimento, estivo e invernale, è «Chi l'ha visto?», che dai tempi del rientrante Angelo Guglielmi, accompagna l'affezionato pubblico. Qualche sera fa, a esempio, si è tornati a parlare di due casi, non recentissimi ma sempre vivi; le scomparse, avvenute a Torino a distanza di alcuni anni, di Camilla Bini e Marina Di Modica. Il modo di raccontare era avvincente, degno di un giallo, mirava a sottolineare i punti in comune tra i due casi. Sembrava che «Chi l'ha visto?» senza Donatella Raffai non avrebbe "fatto tanta strada, e invece, in questo caso, contava la formula e non il conduttore. Adesso tocca all'impeccabile Daniela Poggi. TIVÙ Si TIVÙ

Persone citate: Angelo Guglielmi, Camilla Bini, Daniela Poggi, Dentone, Donatella Raffai, Eric Forrester, John Mccook, Marina Di Modica, Mario Dentone

Luoghi citati: Torino