Il Tesoro fa il pieno con la privatizzazione dell'Eti

Il Tesoro fa il pieno con la privatizzazione dell'Eti LO STATO DICE ADDIO ALLE SIGARETTE. ORA VA SCIOLTO IL NODO DELLA DISTRIBUZIONE CON I RIVALI DI PHILIP MORRIS LW 3 IMI U Ull-C AUUIU ALLC ilUMRC I I C. UKM VA iUULI U IL IMUUU UtLLA Uli I KIBU^iUlMt t-UIM I KIVALI Ul f MILIf MUKKIb Il Tesoro fa il pieno con la privatizzazione dell'Eti Vlegaofferta di 2,3 miliardi dall'inglese Bat che sbaraglia i concorrenti Federico Monga Il Tesoro ha fatto il pieno con le sigarette. Grazie ad un'offerta forte, ben 2,325 miliardi di euro, la British American Tobacco, affiancata dalla Confcommercio e dalla banca d'affari di Franco Bemabé, si è aggiudicata l'Ente TaLacchi Italiano. In una sola operazione il ministro Giulio Tremonti ha incassato tutta la somma prevista dalle privatizzazioni per il 2004. Il colpo grosso è arrivato all'ultima busta. Ieri pomeriggio al ministero di via XX settembre la prima offerta ad essere resa nota è stata quella italiana di Imprenditori Associati: 1,522 miliardi. Poi è toccato ad Altadis supportata dal fondo Equinox. H gruppo franco spagnolo, appoggiato anche dalla Federazione Italiana Tabaccai, risultato alla fine ultimo: solo 1,510 miliardi. Poi Bat ha sbaragliato e sorpreso tutti mettendo sul piatto una sómma superiore di 15,5 volte al mainine operativo lordo dell'Eli nel 2002. Ben oltre il previsto. Il Tesoro si auspicava infatti di arrivare a 1,4 miliardi. L'altro ieri fonti vicine alla cordata di Imprenditori Associati (Piofrancesco Borghetti, Emilio Gnutti. Luca Corderò di Montezemolo, Confagricoltura, Diego Della Valle e Marcellino Gavio) ritenevano improbabile arrivare a quota 1,7 miliardi. «La nostra offerta - è stato il commento dal quartier generale della Bat di Londra - è còngrua rispetto alle dettaghate informazioni finanziarie che abbiamo ricevuto e alle valutazioni sulle prospettive di lungo periodo di un investimento che per noi è strategico». E pur vero che Bat ha offerto quasi il 50 per cento in più rispetto ai concorrenti, ma la cifra non deve stupire. Primo perché Bat ha iscritto a bilancio 6 miliardi di euro da destinare alle acquisizioni. Se si prende poi come riferimento un'operazione simile, l'acquisto poco più di un mese fa dell'ente tabacchi marocchino Règie des tabac marocains, si vede che anche Altadis ha pagato una somma (1,3 miliardi di euro) 16 volte superiore al Mol. Il prezzo resta comunque pt sante anche perché si sta profilando una guerra commerciale che ha già fatto da contorno alla privatizzazione dell'Ente tabacchi. Il leader italiano resta la Philip Morris, esclusa dall'asta per motivi di antitrust, con una quota di mercato del 6007o. Inglobando l'Eti, Bat passa dal 507o ad oltre il 300Zo. Su scala nazionale si ripete dunque la classifica dei valori mondiali. Bisogna però ricordare che, garantendone il 600Zo del fatturato, il mighor cliente dell'Eri è proprio la multinazionale delle Marlboro che ha sempre avuto la facoltà di rivedere i contratti di fornitura del tabacco (16 milioni di chili all'anno) e soprattutto del servizio di distribuzione attraverso la società Etinera che, operando in monopolio, fino ad ora ha garantito la massima neutralità. Adesso alla Philip Morris potrebbe venire qualche sospetto che Bat non continui sulla stessa linea. D'altro canto, anche se non c'è da stupirsi, i rapporti tra i due non sono buoni. Negli ultimi mesi Philip Morris ha infatti trattato, con grande trasparenza come richiesto dal regolamento della privatizzazione, sia con Altadis che con Imprenditori per evitare spiacevoli sorprese. Il dialogo con Bat invece è stato più difficile. C'è da dire che il gruppo con sede a Londra ha già scatenato una guerra dei prezzi con un suo marchio di punta per conquistare nuove fette di mercato: le Pali Mail sono scese a 2,2 euro. Il fronte della distribuzione è proprio il più delicato. L'asta ha visto anche un derby italiano: i tabaccai, da una parte, con Altadis e la confederazione di Sergio Bilie, ieri vincente con Bat, dall'al¬ tra. La Fit temeva che il disegno di Confcommercio fosse quello di allargare il mercato dei distributori facendo saltare lo storico monopolio dei tabaccai. Ancora ieri Bilie ha voluto tranquillizzare tutti: «La rete dei tabaccai italiani sarà valorizzata» e la Confcommercio si propone nel ruolo di garante dell'interesse nazionale e di una distribuzione imparziale. Nei prossimi giorni ci saranno incontri sia con la Fit che con Philip Morris. Meno spinosa invece appare la questione antitrust. Il Garante italiano dovrà ora valutare l'impatto sulla concorrenza, e solo allora ci sarà il via libera definito all'operazione. Difficile però pensare che Bat sia arrivata a questo punto, e sborsando questa cifra, senza aver valutato tutti gli aspetti e i rischi nei minimi dettagh. Per il momento, infine, non sembrano esserci problemi con i sindacati. Bat ha fatto subito sapere che gli accordi persi «verranno onorati fino in fondo». Il piano prevede una riduzione del personale a 2100 unità con un taglio dei costi «di circa 35 milioni di euro all'anno entro il 2007 e il rilancio immediato dei profitti, prima ancora degli ammortamenti». I GIGANTI DEL TABACCO MERCATO MONDIALE MERCATO ITALIANO BRITISH AMERICAN TOBACCO LE VENDITE DI TABACCHI LAVORATI IN ITALIA DATI 2001 SIGARETTE SIGARI QUANTITÀ' VAR.% QUANTITÀ' VAR.% TONN. 2001/2000 T0NN. 2001/2000 OTALI 101.596 1,20Zo 630 2f90Zo , NAZIONAJlk^d^ 5 tlCENZ^C/TERZI i 27.336 -8,90Zo 469 ■1r10Zo 10.428 -36,30Zo ESTERE 63.832 18,30Zo 161 16,70Zo SM

Luoghi citati: Altadis, Italia, Londra