«Non uccidete il liceale»: questo sarà ranno delle quattordicenni... di Mirella Appiotti

«Non uccidete il liceale»: questo sarà ranno delle quattordicenni... Mirella Appiotti «Non uccidete il liceale»: questo sarà ranno delle quattordicenni... DAGLI Usa, ad ogni ripresa di stagione editoriale: qualcosa di eguale, l'esordiente costruito come «caso»; qualcosa di simile, l'età dell'esordiente, invero sempre più «piccola»; qualcosa di diverso, e quest'anno è molto, il mood, l'approccio alla vita degli adolescenti e le loro scelte. Paradigmatici (oddio) due titoli Einaudi Stile Libero, L'anno scorso «Vemon God Little», protagonista un diciassettenne innocente accusato di strage, autore DBC Pierre, commedia nera sull'America che l'America ha rifiutato. Questo fine agosto «Per favore non uccidete il liceale», scritto dalla quattordicenne di Portland (adesso ne ha pochi di più) Zoe Trope, nom de piume per un debutto certo singolare: le musiche, i compagni, gli amori, gli odi dentro e fuori un universo scolastico dove tutto vive in una specie di realtà seconda, quella tenibile e candida dell'adolescenza, ma di quell'adolescenza che oggi, almeno in certa narrativa dei giovanissimi, sembra credere di nuovo a una sorta di ((buona salute» come accade anche all'inglese Gwendalina Riley in «Carmel» (Fazi). Se non del tutto convincente è l'accostamento a Bukowski per entrambe le ragazze, per entrambe le lodi si sprecano da fratelli maggiori di successo come Alan Warner, o Jonathan Foer e Dava Eggers («Conoscerete la nostra velocità», Mondadori, è il suo più bel libro e forse il più bel libro straniero dell' MA CE' ANCHE UN SECONDO AVOLEDO, UN anno) per la Trope il cui «diario» assomiglia forse ancora troppo, pur nella assoluta diversità, ai diari delle ragazzette di sempre che hanno sempre scritto rap, senza saperlo, non sapendo forse ancora scrivere sul «MATUSALEMME» serio. Magari non sarà neanche il suo un evento. Copi 45 ANNI munque la piccola Zoe promette bene. «E lo Struzzo si sta pappando anche Avoledo». «L'elenco telefonico di Atlantide», primo romanzo del sino a pochi mesi fa sconosciuto di Pordenone, lanciato in orbita dal critico Antonio d'Orrico che nel giro di due settimane ha «laureato», mesi or sono, anche il Paletti di «Io uccido», (qui cogliendo ancor meglio nel segno) passa a ottobre, dall'editore Sironi all'Einaudi tascabili. Nel frattempo Sironi, pronubo come sempre Giulio Mozzi, uscirà con il secondo romanzo del bancariolegale veneto, intitolato «Il mare di Bering». Dopodiché il prevedibile trasloco a Torino dello scrittore: tra l'altro Tullio è un matusalemme (ha 45 anni) per come adesso vediamo giocarsi, da Einaudi, le new entry. Buon prò. Anche se un dubbio a noi resta: che farebbero, persino lo Struzzo che per il vero alle «scoperte» nazionali sistematicamente si dedica, ma soprattutto gli altri cosiddetti grandi editori, se non ci fossero i cosiddetti piccoli o i medi, a stanargli la maggior parte dei nuovi talenti? Italiani, si capisce, verso i quali c'è quella secolare diffidenza che solo il cinema aveva veramente rotto mezzo secolo fa e che non si può ancora dire del tutto vinta. Tutt'altro discorso, anzi opposto per la nostra esterofilia. Purché siano yankee o adesso nuovi russi, tutti vanno forte anche nei dollari, (al momento forse un po' ridotti, era tempo) grazie alle preventive rassicurazioni, hit parade, ecc, che talvolta possono ridursi alle stelline apposte da Amazon.com alle recensioni riguardanti esordienti o similari. Scegliere quelli che di stelline ne hanno almeno 4 vuol dire entrare in una botte di ferro. Così una volta che questi cow-boys globalizzati, siano arrivati in Italia (vedi la Denezkina di «Dammi!», Einaudi; il McDonell di «Twelve», Bompiani; la sopra citata Gwendalina Riley...) si comincerà a gridare al capolavoro. Trappola nella quale s'impighano, «quandoque bonus dormitat Homerus», anche i massimi, anche Franzen, Auster perfino De Lillo e via citando. Moderare gli aggettivi, non solo nei risvolti di copertina, potrebbe, chissà, far leggere (o, almeno vendere, siamo realisti) un po' di più. Il che vale, ovvio, anche per gli italiani. MA CE' ANCHE UN SECONDO AVOLEDO, UN PROSSIMAMENTE LIBRI

Luoghi citati: America, Italia, Pordenone, Portland, Torino, Usa