Dall'Ecof in via libera al piano Tremonti per le infrastrutture

Dall'Ecof in via libera al piano Tremonti per le infrastrutture RISULTATO POSITIVO PER L'ESORDIO DELL'ITALIA Dall'Ecof in via libera al piano Tremonti per le infrastrutture Impegno da 50 miliardi di euro in sette anni per nuove opere e ricerca Mandato alla Commissione ed alla Banca europea per gli investimenti di studiare progetti, indicare le priorità e valutare l'impatto sui conti Enrico Singer corrispondente da BRUXELLES «L'azione per la crescita non è più un piano itahano. E' un piano europeo», dice Giulio Tremonti. E al suo fianco il commissario agli Affari economici della Uè, Fedro Solbes, e il presidente della Bei, Philippe Maystadt, assicurano che il progetto andrà avanti con l'obiettivo di approvarlo definitivamente nel vertice che, in dicembre, concluderà 0 semestre italiano. L'Ecofin ha dato così luce verde alla proposta di rilanciare gli investimenti nelle grandi reti di trasporto transeuropee ed anche nella ricerca. Una decisione adottata quasi all'unanimità - «c'è stata soltanto una riserva marginale della Danimarca», ha raccontato Tremonti - e riassunta in un comunicato di una pagina e mezzo che dà mandato alla Commissione e alla Banca europea per gli investimenti di studiare i progetti, indicare le priorità, valutare l'impatto sui conti e rispettare i vincoli del Patto di stabilità. Per l'esordio dell'Italia alla guida dell'Ecofin è un risultato positivo. Che lascia alle spalle anche le polemiche, più o meno sotterranee, che si erano sviluppate tra presidenza del Consiglio europeo e Commissione, sulla paternità del piano che riprende le grandi linee di quello Delors del 1993 - i Ten (Trans european networks) che si arenò sul problema-chiave delle risorse finanziarie, ma sul quale l'esecutivo europeo non ha mai smesso di lavorare fino alla pubblicazione, appena due settimane fa, del rapporto Van Miert che ha promosso 18 opere pubbliche come priorità. E' proprio dall'esperienza difficile del piano Delors che il nuovo progetto prende le mosse per affrontare in modo diverso il nodo delle risorse. La proposta Tremonti, accolta dall' Ecofin, è di suscitare investimenti tra i 35 e i 70 mihardi di euro l'anno (tra mezzo punto e un punto dell'intero Pil europeo) da indirizzare verso infrastrutture e ricerca. «Un volume ragionevole, compatibile e necessario secondo il ministro - per tenere lEuropa in linea con gli Usa». E per reagire alle difficoltà dell'economia europea: «Non siamo di fronte a un banale ciclo negativo, ma a qualcosa di più intenso. E le riforme sono necessarie, ma non sufficienti. Ci vogliono riforme più investimenti». Il primo volano di questa massa d'investimenti è affidato alla Bei che, già ieri, attraverso il suo presidente ha preso l'impegno di stanziare 50 miliardi di euro in sette anni - fino al 2010 - sotto forma di prestiti diretti per le infrastrutture e altrettanti per la ricerca. Ma i prestiti per finanziare progetti a lungo tennine non saranno l'unica leva che la Bei metterà in campo. Maystadt ha annunciato che si affiancheranno altri strumenti, «comprese le cartolarizzazioni e forme di garanzia per i privati» per facilitare l'accesso al credito. Sono strumenti che adesso la Banca dovrà approfondire: una prima scadenza per lo studio tecnico della Bei è stata fissata al prossimo 7 ottobre, quando l'Ecofin tornerà a esaminare il piano. Ma per suscitare l'interesse dei privati alla realizzazione delle nuove reti transeuropee non basta l'azione della Bei. Ci vuole un cambiamento nelle procedure decisionali e negli incentivi. Su questa necessità, sottolineata anche da Tremonti, ha molto insistito il presidente della Commissione che ha partecipato alla prima parte dei lavori dell'Ecofin. «Nel campo degli appalti pubblici, il finanziamento non basta perché si realizzino delle opere», ha detto Romano Prodi. Se non saranno cambiate le procedure decisionali, per il presidente della Commissione, si potrebbe¬ ro ripetere le difficoltà che hanno impantanato il piano Delors. Anche la Commissione ha preso l'impegno di preparare entro ottobre tutte le sue proposte. Agli studi operativi della Bei e della Commissione spetterà anche il compito di avere ragione delle riserve della Danimarca che non è convinta della fattibilità del piano vista l'esperienza passata. E dei timori espressi da alcuni ministri che, pure, hanno approvato il progetto come l'austriaco Karl-Heinz Grasser e il lussemburghese Jean-Claude Juncker che vogliono approfondire soprattutto le priorità delle opere da realizzare: Juncker ha parlato di «predominanza di progetti italiani che deve essere corretta». Il ministro delle Finanze di Parigi, Francis Mer, Iia insistito sull'altra metà del piano d'investimenti, quello sulla ricerca: «Altrimenti - ha detto - i nostri figli andranno a studiare negli Stati Uniti e ci rimarranno anche a lavorare». L'affondo del presidente francese Chirac per un «ammorbidimento temporaneo» dei vincoli del Patto di stabilità, che aveva infiammato la riunione dell'Eurogruppo lunedi notte, è rimasto sullo sfondo dell'Ecofin di ieri: sia Tremonti che Solbes hanno rinnovato l'impegno a rispettare le regole. L'Ecofin, infine, ha lanciato ufficialmente la procedura per la nomina di Jean-Claude Trichet a nuovo presidente della Banca centrale europpa: l'attuale governatore della Banca di Francia prenderà il posto di Wim Duisenberg il primo novembre. E ha approvato il «prospetto unico europeo» che armonizza i requisiti dei prospetti informativi per la raccolta di capitale da parte delle imprese. IL PIANO TREMONTI PER LO SVILUPPO EUROPEO SETTORI DI INTERVENTO , . — Grandi infrastrutture del Trans European Networks (18 progetti già approvati.dalla Unione Europea tra cui anche il ponte di Messina). Ieri l'Ecofin ha aggiunto anche investimenti in ricerca e sviluppo. CHI PAG A La Banca-europea degli investimenti farà da leva finanziaria, attraverso il ricorso al mercato. Sono previste le cartolarizzazioni e-akri strumenti perattrarreìprìvati e facilitare l'accesso al credito. I FONDI - II piano italiano prevede un mix di investimenti pubblici per le infrastrutture tra i 35 e ì 70 miliardi di èuro l'anno. Alla Bei il compito di finanziare progètti a medio-lungo termine, per 50 miliardi di euro fino al 2010 attraverso emissione di bond. Per la ricerca la Bei è disposta a raddoppiare l'esborso con altri 50 miliardi di euro l'anno. OBIETTIVO —. - . .Non pesare sui deficit degli Stati e sui vincoli del Patto di stabilità. La Bei conta di moltiplicare per sette; tramite il mercato, gli importi messi in campo.

Luoghi citati: Bruxelles, Danimarca, Italia, Messina, Parigi, Stati Uniti, Usa