Imprenditori «pionieri» in Iraq per la ricostruzione di Francesca Paci

Imprenditori «pionieri» in Iraq per la ricostruzione IL DESK INFORMATIVO DEL CENTRO ESTERO DELLE CAMERE DI COMMERCIO DELLA REGIONE Imprenditori «pionieri» in Iraq per la ricostruzione n appena sette giorni sono già più di 30 le aziende candidate agli appalti Francesca Paci 11 leader della punk band inglese Sex Pistols, John Lydon, vorrebbe cantare a Baghdad «gli svantaggi della democrazia occidentale». Da Torino, le prime trenta aziende piemontesi preparano i bagagli per lo sbarco del libero mercato nella capitale irachena. Questione di punti di vista: i nemici della guerra contro il deposto regime di Hussein non accettano il nuovo ordine dettato dagli americani, gli altri, pacifisti o filobelligeranti nel privato ma in pubblico lontani dalle ideologie, hanno archiviato la storia di ieri e guardano al futuro come investimento. Al primo luglio 2003, gli appalti assegnati per la ricostruzione del dopo Saddam ammontavano a 306 milioni di dollari. Il desk informativo messo a disposizione dal Centro estero delle Camere di commercio della regione (tei. 011/6700646, www.centroestero.org/iraq), ha una settimana di vita e la media di cinque contatti al giorno. Il trentaduesimo soldato statunitense ucciso nel paese mediorientale dalla fine del conflitto pesa sulla campagna di George W.Bush per le prossime elezioni ma non intacca i piani imprenditoriali del Nord-Ovest italiano, ansioso di dimenticare la crisi economica. Il settore in assoluto più appetibile è l'edilizia. Il 21,210Zo dei candidati in lista d'attesa per una buona opportunità al desk torinese punta alla ristrutturazione di acquedotti, centrali elettriche, ministeri, abitazioni danneggiate o demolite dai bombardamenti della coalizione terminati il primo di maggio, quando Bush dichiarò la guerra vinta. Il 12,120Zo vede nella fornitura di materiali industriali una possibilità in espansione, il 9,90Zo scommette sulla sicurezza e altrettanti sull'ambiente, il 6,60Zo ha individuato nell'alimentare la possibile miniera d'oro. L'agricoltura rappresenta il 300Zo delle entrate nell'Iraq che coltiva appena il 130Zo della ter- ra a fronte d'una disponibilità di superficie arabile quattro volte superiore. A sfogliare l'elenco dei concorrenti presentatisi in via Ventimiglia 165, tra il 7 luglio e oggi, sorprende l'esiguo 3,30Zo in lizza per le commesse petrolifere. Colpa, probabilmente, della produzione irachena ai minimi storici (500.000 barili al giorno contro i 2,5 milioni dei mesi antecedenti alla guerra) e del filtro della Casa Bianca: l'assegnazione dei lavori di manutenzione degli impianti per l'estrazione del greggio passa per il Genio militare dell'esercito statunitense che l'S luglio scorso ha pubblicato un bando di gara aperto anche a società non americane. La comunicazione tra il Centro estero di Torino e la controparte d'oltreoceano, l'azienda di consulenza Equity International, è ininterrotta. Daniela Franzo, della direzione sviluppo nuove iniziative, è tornata da poco da Washington: «Negli ultimi due mesi lo scenario in Iraq è cambiato. Se all'inizio di maggio l'amministrazione Bush sembrava orientata a una partecipazione intemazionale nello sforzo per la ricostruzione, ora pare assumere un atteggiamento più prudente». L'intervento prolungato impone alla superpotenza costi che vanno compensati, ma assicurano in via Ventimiglia che «l'ostilità dell'opinione pubblica americana a pratiche di gara troppo disinvolte apre spazi interessanti alle industrie italiane e piemontesi». Il desk fornisce l'assistenza. Vale a dire un manuale-guida con i segreti per accreditarsi come possibib fornitori dei principali contractors a stelle e strisce. Le notizie provenienti da Baghdad descrivono ima città tutt'altro che pacificata, ma i trenta imprenditori rubricati dalle Camere di commercio della regione come pionieri sono fiduciosi nel mutare delle correnti. La primavera dell'economia subalpina dipende anche dal vento iracheno. Lo sportello fornisce un manuale-guida con tutti i segreti per accreditarsi come possibili fornitori dei principali contractors a stelle e strisce Il settore più appetibile è l'edilizia con il 21,210Zo di domande ma attira anche il settore alimentare Ultime con soltanto il 3,30Zo di richieste le commesse petrolifere Finita la guerra in Iraq è tempo di ricostruzione e anche le aziende piemontesi sperano di poterne trarre qualche vantaggio

Persone citate: Bush, Daniela Franzo, George W.bush, John Lydon

Luoghi citati: Baghdad, Iraq, Torino, Washington