Addio a Bolano maestro dell'illusione

Addio a Bolano maestro dell'illusione LO SCRIHORE AVEVA 50 ANNI Addio a Bolano maestro dell'illusione Mario Baudino STAVA diventando un autore di culto anche in Italia, almeno dopo la traduzione presso Sellerio di un libro singolare come La letteratura nazista in America, dove inventava di sana pianta una serie di autori neonazisti inesistenti dando loro una biografia, una bibliografia, e teorie anche sorprendenti. Era un raffinato cultore dell'illusione, del fantastico e dell'immaginario, spesso avvicinalo a Jorge Luis Borges. Ora, a pochi mesi dall'uscita in traduzione del suo romanzo di maggior successo, I detective selvaggi, Roberto Bolano è morto improvvisamente a Barcellona, mentre attendeva un trapianto di fegato. Lascia dietro di sé una lunga serie di libri: poesie, romanzi, racconti, e sei versioni italiane (oltre ai due libri citati, anche Notturno Cileno, Chiamate telefoniche. Stella distante, per Sellerio, e Amuleto per Mondadori). Era nato in Cile 50 anni f ii fa, vissuto in Messico e poi in Spagna, dove narrava con un certo distacco di aver fatto strani mestieri: da venditore di souvenir a vincitore «professionista» di Premi letterari in provincia. Figura molto amata nell'ambiente letterario, è diventato anche un personaggio secondril bUii pesoggendario nel beUissimo romanzo di Javier Cercas Soldati di Salamina (che ha vinto di recente il Grinzane Cavour): secondario ma utilissimo, perché mette il protagonista sulla strada dell'ignoto eroe della guerra civile spagnola la cui vicenda il libro ricostruisce. Paradossale, ironico e qualche volta sentimentale, Bolano ha partecipato all'ultima Fiera del libro, a Torino, per presentare appunto Detective selvaggi con Angelo Morino, Silvia Ronchey e Giuseppe Scaraffia. Si tentò in quell'occasione di mettere a punto le definizioni che su di lui sono sempre piovute abbondanti. Un Borges triste? No, forse un Petronio allegro. Gli fece molto piacere che il suo romanzo fosse paragonato al Satyrìcon dell'autore latino: «Quando avevo vent'anni - raccontò -, conobbi una ninfetta di 12 che fumava tutto il giorno marijuana, mi provocava in continuazione e leggeva proprio il Satyricon. Alla fine intraprendemmo una relazione platonica e anch'io cominciai a sfogliare quel grande libro». Forse era un vero ricordo, forse l'aveva inventato lì per lì, da giocoliere della memoria come è sempre stato. Con quel sorriso triste che gli veniva dalla malattia ma anche da una specie di malinconica ilarità cosmica, la sua complessa cifra di scrittore. Roberto Bolano

Luoghi citati: America, Barcellona, Bolano, Cile, Grinzane Cavour, Italia, Messico, Spagna, Torino