Morto in casa viene trovato dopo due anni di Angelo Conti
Morto in casa viene trovato dopo due anni UN PENSIONATO IN CORSO SAN MAURIZIO Morto in casa viene trovato dopo due anni Ieri la macabra scoperta dei tecnici dell'Atc Il corpo mummificato non ha rilasciato odori I vicini: era un solitario, nessuno si è allarmato la storia Angelo Conti IL caffè si pagava in lire, Berlusconi non era ancora presidente del Consiglio, il Torino seppelliva di goal le avversarie in serie B, il temuto G8 avrebbe sconvolto Genova solo il mese successivo, la Tremontibis appariva un'ipotesi lontana e le Torri Gemelle si stagliavano per l'ultima estate sulla skyline di New York. Era il giugno 2001 e Giorgio Lodovici, 82 anni, ex operaio dalle radici toscane, trascorreva i suoi ultimi giorni di vita fra l'alloggio popolare al quinto Diano di corso San Maurizio 16 dìs e la piola di via Guastalla 22. Sino a quando, probabilmente intorno al giorno 10, una sera è tornato a casa un po' più stanco del solito, ha preso un tè con i frollini, si è spogliato restando solo con gli slip e poi è andato a letto. Qui l'ha raggiunto la morte ed è sparito dal mondo. Sino a ieri alle 11, quando i vigili urbani, che si erano fatti aprire la porta dal fabbro, ne hanno scoperto il cadavere mummificato, ancora riverso sul letto. Venticinque mesi dopo la morte. Quel corpo appariva immerso in un ambiente spettrale: la stanza, la cucina e il bagno come uniformate e «fissate» da un dito di polvere grigia. Il pacco dei frollini aperto sul tavolo, ancora apparecchiato. Un giornale con la notizia della vittoria elettorale della Casa della Liberta gettato su una sedia, il frigorifero ancora funzionante a custodire una bottiglia di latte, una busta di salame rigonfia e qualche frutto ormai irriconoscibile. E sul comò, proprio accanto al letto, il portafoglio con la carta d'identità, il libretto della pen- sione e qualche banconota da 100 mila lire. Ieri, ai vigili urbani che con molta pietà si sono accostati a questo dramma, è toccato di ricostruire una vita. Tanti anni di lavoro, accanto alla moglie. Poi la vedovanza, gli insanabili litigi con i due figli (che continuano a vivere a Carrara), il trasferimento a Torino negli anni '70, l'assegnazione di un alloggio Atc in corso San Maurizio sette-otto anni fa. Giorgio Lodovici era rimasto molto legato al ricordo della moglie e conservava, appeso al muro dell'ingresso, un quauretto che li ritraeve insieme «quel giovedì in cui ci siamo incontrati» (come aveva scritto proprio sotto la foto). E, poco più in là, ecco la fotografia di una vittoria di un anonimo trottatore sauro con driver in giubba gialla sulla pista di Vinovo, forse a ricordo di una vincita ottenuta all'ippodromo che amava frequentare. Come si può morire nel proprio letto, al quinto piano di un popolatissimo condominio alto sette piani, e lì restare dimenticati per due anni? «E' possibile - spiega la vicina di casa perchè il signor Giorgio era una persona solitaria. In più era laringectomizzato e parlava con l'apparecchio, una circostanza che l'aveva emarginato ancora di più. Era affabile, cortese, sempre disponibile a fare quattro chiacchiere, ma parlava molto di rado di sé o dei suoi problemi di salute. Con i due figli non aveva contatti da almeno vent'anni e anche i rapporti con una cogna¬ ta, che vive a Torino, erano quasi nulli. I suoi amici veri erano quelli della piola di via Guastalla. Loro sì che sono venuti a cercarlo, ma alla fine si erano convinti che se ne fosse andato via, magari tornato in Toscana». Perchè sia morto, in fondo, è un dettaglio: forse un infarto, forse un ictus, forse semplicemente una crisi respiratoria in un uomo già minato da molti mali. Lo certificherà il medico legale, dopo aver sottopposto la mummia ad una autopsia, nell'obitorio di via Ingria. Stupisce, soprattutto, il fatto che non abbiano fatto da campanello d'allarme le tante morosità che il pensionato aveva collezionato, nonché la sua sparizione repentina: Lodovici non aveva più pagato l'affitto all'Atc e nemmeno la luce all'Azienda Elettrica Municipale. Né si era più presentato a ritirare la pensione. Eppure nessuno era andato a dare un'occhiata in quell'alloggio che pure presentava una finestra aperta e un'altra socchiusa anche in pieno inverno. Né era stata tagliata la corrente, nonostante una bolletta che doveva comunque risentire di quel frigorifero che continuava imperterrito a funzionare. E non aveva creato allarme neppure quella buca delle lettere ormai diventata troppo piccola per le tante ingiunzioni. Compresa quella dell'amministrazione degli stabili Atc che gli annunciava l'imminente pignoramento dei mobili di casa per l'omesso pagamento delle rate del riscaldamento. à -~^ . : Giorgio Lodovici, 82 anni, originario di Carrara, pensionato Inps, ex operaio, viveva al quinto piano di corso San Maurizio 16 bis, in una casa di edilizia popolare. Vedovo, aveva due figli che vivono in Toscana: con loro i rapporti si erano raffreddati trent'anni fa. A Torino non aveva nessuno, salvo una cognata e qualche amico che aveva conosciuto nella piola di via Gustalla che frequentava abitualmente. Il palazzo di corso San Maurizio 16 bis: l'alloggio della vittima è al quinto piano LA VITTIMA
Persone citate: Berlusconi, Giorgio Lodovici, Lodovici
Luoghi citati: Carrara, Genova, New York, Torino, Toscana, Vinovo
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