Tour da brivido, che paura per Armstrong di Giovanni Cerruti
Tour da brivido, che paura per Armstrong VINCE IL KAZAKO VINOKOUROV CHE TALLONA IN CLASSIFICA IL GIGANTE AMERICANO Tour da brivido, che paura per Armstrong Beloki cade e si frattura il femore, il texano lo evita per un soffio Giovanni Cerruti inviato a GAP «Mai avuta una paura così...», balbetta l'imbattibile Armstrong. E' andata benone, a lui: Joseba Beloki non può nemmeno pai-lare, urla disperato. E' ancora lì sull'erba bruciata dal sole, buttato fuori da una curva carogna a 4 km dall'arrivo, il femore destro rotto, l'anca pure, il polso anche. Ritirato. Era secondo in classifica a 40", il migliore degli ambiziosi nemici di Armstrong. Il basco l'aveva attaccato all'Alpe d'Huez e l'ha provocato anche ieri, sul col de la Rochette, l'ultimo. Con Armstrong costretto a rispondere, lo temeva, e nella discesa gli stava sulla ruota attento a non concedere pericolosi secondi. H pericolo vero era sulla strada, nell'asfalto che bolle e si squaglia. Beloki entra in una curva a destra e la ruota s'infila in un rettangolo di catrame sfatto. E' un attimo. Forse un colpo al freno e la bicicletta s'imbizzarrisce, una codata a destra, un'altra a sinistra, la terza ancora a destra e Beloki rimbalza per terra. Armstrong è lì, un paio di centimetri e gli sarebbe addosso. «Mi ha salvato l'istinto». O la vecchia pratica di mountain bike. Non frena, l'invincibile. Evita Beloki che striscia e un gendarme che guarda, infila in discesa un prato secco, raggiunge l'altra parte della curva. E' quasi salvo. Armstrong ha tagliato il percorso, il tornante, ma ha un altro pericolo da evitare. Cinquanta metri nel prato e sta per rimettersi sull'asfalto. Scende dalla bici come in un ciclocross, un saltello per balzare dall'erba secca, e proprio in quel momento arrivano a 70 all'ora Bettini e Mayo. Via, c'è Vinokourov ancora in fuga: ora che Beloki non ci sarà più è lui il mighore degli ambiziosi. «Che è successo?», domanda Bettini. «Non lo so, caduto davanti, asfalto molle, tanta paura per me». Il kazako Vinokourov, 29 anni, arriverà con 36" di vantaggio. In classifica, è secondo dietro Armstrong, a 21" appena. Brutto a dirsi, ma Beloki che se ne va in barella è una jella anche per il Tour e una fortuna solo per Armstrong. Il basco che arriva sempre terzo e qualche volta secondo quest'anno era sembrato un altro. Più o meno come Armstrong. L'invincibile attaccava sempre e ora si difende, lo fanno lavorare. Beloki non attaccava mai, ma in queste due tappe l'aveva infastidito parecchio. Era la punta più fastidiosa di quella coalizione di scalatori, ormai orfana di Simoni e Garzelli, che dovrebbe e potrebbe mandare fuori giri il texano: queste tre tappe sulle Alpi hanno mandato segnah piuttosto inattesi, nuovi. Quella di ieri è stata la tappa del Lautaret e dell'Izoard, la montagna della leggenda. Li avevano messi all'inizio, e c'era chi si aspettava un addio alle Alpi senza eccessi e rivoluzioni. La trappola era invece sul finire, sul Col di Saint'Apollinaire e la Rochette. 14 km in tutto, ma con l'Izoard addosso sono ima tortura. Citazioni per Di Luca e Pellizzotti con fughe belle e inutili, per Simoni e Garzelli ormai dispersi nei malanni, per Caucchioli messo bene e Basso messo megho. Sull'ultima salita sono in dieci. Si stacca Heras e Armstrong rimane senza scorta. Attacca Beloki e Armstrong lo cattura. Ci riprova e idem. Non era una salita impossibile, ma l'invincibile Armstrong un anno fa si sarebbe tolto di tomo il fastidio di un Beloki. Li avrebbe mollati tutti lì, ad ammirare la sua superiorità. Questa volta niente. All'Alpe d'Huez aveva lasciato andare Vinokuorov e Mayo, meno inquietanti di Beloki, Hamilton o Ulirich. Ora, per l'invincibile, potrebbe essere inquietante che Vinokourov gli sia andato via una seconda volta. E che Armstrong, poi, si sia dovuto mettere in testa al gruppetto per tentare di riprenderlo, o comunque di impedire altre fughe dei sempre più ambiziosi compagni di viaggio. Basso compreso. Vinokourov è una sopresa a metà. La sua Telekom si è presentata con il colombiano Boterò capitano, arruolato nella lista degli ambiziosi. Ha già più di 49' di ritardo, e dunque i tedeschi puntano su Vinokourov detto «Vino», uno che scatta duro e poi va come un diesel. Difficile che s'arrenda. E' al quarto Tour e quest' anno ha vinto il Giro di Svizzera, Parigi-Nizza e Amstel Gold Race. Anche Vinokourov dirà che al Tour c'è una gran voglia di abbattere l'invincibile. Gli spagnoli della Once hanno perso Beloki, la Fassa di Basso ha solo tre uomini in corsa. Prima dei Pnenei saranno pronte le alleanze. Ora, chi tifa per un Tour senza la solita dittatura di Armstrong, deve sperare che questo «Vino» riesca a dargli alla testa. L'invincibile rendeva facili le imprese più difficili, adesso sembra meno spavaldo, deciso, sicuro. I suoi della Us Postai sono littonine blu all'inizio delle salite, ma quando ne avrebbe bisogno i vagoni non ci sono più. Al traguardo di Gap, lui che non s'era mai curato di queste miserie, puntava al piazzamento per i secondi d'abbuono. L'ha battuto Bettini e va bene, è un furetto veloce. Però l'ha fregato anche Mayo, conquistatore dell' Alpe d'Huez. O sta scherzando o può essere un guaio. loseba Beloki riceve i primi soccorsi dopo il terribile capitombolo: è caduto davanti ad Armstrong che lo tallonava nell'ultima discesa ^./T' " 5"--;- ..'v
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