Nel nuovo Toro sono rimasti tutti i vecchi
Nel nuovo Toro sono rimasti tutti i vecchi OGGI ALTENNIS CLUB MONVISO (ORE 15,30) PRESENTAZIONE DELLA SQUADRA CHE HA LA PROMOZIONE COME UNICO OBIETTIVO Nel nuovo Toro sono rimasti tutti i vecchi Il Livorno non s'accolla l'ingaggio, salta il trasferimento di Lucarelli Nessun acquirente per Galante, Comotto rifiuta il Lecce e la serie A Aurelio Benigno TORINO E' nato il Toro di Walem, Finga, Tiribocchi e Fuser, ma sarà ancora il Toro di Galante, Lucarelli, Comotto, Castellini, Mezzano, Franco e Osmanovski. Sono rimasti tutti. Chi per una ragione (ingaggi troppo alti), chi per un'altra (mancanza di richieste): fatto sta che Ezio Rossi da domani mattina dovrà lavorare molto sul campo come allenatore, ma soprattutto indossare anche i panni dello psicologo per cercare quanto meno di «reinserire» nel migliore dei modi chi pensava di indossare un'altra maglia ed invece ripartirà oggi con quella che ha indossato nel peggior Toro della quasi centenaria storia granata. Ma andiamo con ordine. Nel tardo pomeriggio di ieri è saltata la cessione di Cristiano Lucarelli al Livorno. Era l'ultimo tentativo per rimettere in piedi una trattativa che si era arenata su rigidissime posizioni. Da un lato il presidente del Livorno Aldo Spinelli che non voleva intervenire, se non in minima parte, sul contratto dell'attaccante, con una quota di 250 mila euro. Dall'altra il Torino, anch'esso fermo su un contributo identico di 250 mila euro. In mezzo Lucarelli, che guadagna un milione e 250 mila euro a stagione fino al 2006. Tolti i 500 mila euro tirati fuori le due società, l'attaccante avrebbe dovuto rescindere il suo contratto non solo per i rimanenti 750 mila euro di questa nuova stagione, ma anche per i due ingaggi pieni delle prossime due. Una situazione paradossale e, dunque, senza via di sbocco. Così non ha sorpreso nessuno quando ieri si è arrivato alla rottura definitiva, annunciata dallo stesso presidente amaranto Spinelli: «E' saltato tutto. Il Toro è irremovibile su quei 250 mila euro e allora i sacrifici li dobbiamo fare solo io e Lucarelli? No, lasciamo stare, mi sono stufato, mi dispiace solo per il giocatore che ci teneva tantissimo. Vorrà dire che al Livorno ci arriverà fra tre anni». Da Lucarelli a Galante. Un caso diverso, perché il giocatore non ha mai detto di volersene andare. La differenza è che il suo ingaggio è quasi il doppio di quello che percepisce Lucarelli, quindi è stata la mancanza assoluta di acquirenti più che la volontà del giocatore a decidere il suo destino che sarà ancora granata per l'ultimo anno. Il suo procuratore Alessandro Moggi non ha lasciato molte speranze: «Non sono un mago, la situazione di Galante è conosciuta, abbiamo cercato soluzioni alternative (Napoli, Inghilterra e Qatar, ndr), ma tutto è rimasto come prima». Passiamo a Gianluca Comotto. Prima doveva andare al Chievo, ma la società di Campedelli avendo riscattato Fabio Moro non aveva più bisogno del difensore di destra. Si è fatto vivo dunque il Lecce che offriva in cambio il terzino Cirillo, ma Zaccarelli e Cravero appena hanno saputo l'entità dell'ingaggio dell'ex difensore interista (500 mila euro a stagione), hanno ribaltato la situazione : «Cirillo non lo prendiamo, però Comotto ve lo possiamo prestare una stagione intera». Sembrava tutto fatto, ma è arrivato il rifiuto del giocatore: «Mi gioco le mie carte nel Toro, sono sicuro che un posto riuscirò a conquistarmelo». Infine Castellini. Le sei società che lo volevano si sono dissolte nel nulla: Inter («abbiamo già Pasquale»), Milan («non se ne parla nemmeno»), Bologna («lo vogliamo solo in prestito»), Chievo («offriamo Pesaresi») e Empoli («vi diamo Carparelli»). Troppo poco, hanno deciso i responsabili dello staff granata. E Castellini è rimasto dov'era. Lo stesso destino di Mezzano, Franco Ramallo e Osmanovski: nessuna richiesta. Quindi, sono rimasti tutti. Ezio Rossi in tenuta d'allenamento. Con lui altri volti nuovi del Toro sono Walem, Finga, Tiribocchi e Fuser
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