Perini: «Situazione molto pesante Colpa soprattutto di Francoforte»

Perini: «Situazione molto pesante Colpa soprattutto di Francoforte» Perini: «Situazione molto pesante Colpa soprattutto di Francoforte» MILANO La situazione è pesante, ma si tratta di una storia in gran parte già scritta. A firma Bce». Michele Perini che, da presidente dell'Assolombarda, dispone di sensori inconfutabili sugli umori della base confindustriale - dato che la più importante delle associazioni territoriah della Confìndustria dispone della gamma più ampia di associati che vanno dai big come Marco Tronchetti Provera e Diana Bracco, Vittorio Mincato e Fedele Confalonieri, Cesare Romiti e Marina Berlusconi all'esercito di micro aziende metalmeccaniche che sono l'ossatura dell'industria milanese - se ha un diavolo per capello lo spiega con quelle che ritiene le «inadempienze del sinedrio di Francoforte». Colpevole ai suoi occhi di aver gestito la moneta europea «come se l'economia dell'Europa fosse un feudo di quella del continente a stelle e strisce». La riprova ai suoi occhi, sta nel fatto che «mai una volta la Banca centrale Europea guidata da Wim Duisenhei^ è riuscita a prendere una decisione monetaria in autonomia: quando si è mossa lo ha fatto sempre e solo sulla falsariga delle decisioni di Alan Greenspan». E allora? «Allora il risultato è che in quattordici mesi - lasciando correre l'euro come ha corso - l'economia europea ha perso il 300Zo di competitività. In soldoni questo significa che negli Usa, ma anche in tutta l'area del dollaro a partire dal Medio Oriente che è un mercato ricco, i mie prodotti costano il 30 per cento in più: e questo spiega perché in quella zona non riesco più a eiglare un contratto. E sa quale è il futuro che ci aspetta, se non si cambia musica anche prima che si cambi direzione d'orchestra a Francoforte»? No, lo dica lei. «Che gli americani faranno in modo che il dollaro non risalga fino a quando non avranno conquistato con le conquistato con le loro merci l'intero mercato di Eurolandia. Ci vuol altro che dar la colpa al governo, per spiegare per la caduta della produzione industriale a maggio». Non mi vorrà regalare una difesa d'ufficio del governo? «Io non faccio nessuna difesa d'ufficio. Anche il governo, in parte, ha le sue colpe ma non sono quelle maggiori». Allora cerchiamo di graduare queste responsabilità. «Le attuali difficoltà della nostra industria dipendono in parte dalla situazione internazionale dove la ripresa è ancora un'ectoplasma; molto dipendono dalla politica della Bce che ha completamente sottovalutato gli effetti dei mutati rapporti di cambio euro/dollaro; e in parte, ma minima, dalla situazione politica». Si spieghi meglio. Cosa rimprovera al governo? «Al governo, ai leader che lo compongono, alla maggioranza che lo sostiene rimprovera la perpetua fibrillazione che da settimane ormai ne mina la stabilità almeno nell'immaginario collettivo: l'insicurezza che si trasmette si trasforma inevitabilmente in un calo di certezze dei consumatori. Che tirano i remi in barca, rinviano gli acquisti: non spendono». Se cosi è, richiami Berlusconi all'ordine visto che gli è amico. «Vorrei fare di più. Gli voglio consigliare di attribuire ai suoi ministri la patente a punti: con l'intendimento che, quando li hanno bruciati, debbono restituire la delega. Senza sconti, nemmeno peripezzida novanta». E alla vigilia del Dpef cosa si sente di suggerire? «Che si sostenga l'economia, attraverso la defiscalizzazione: soprattutto per quei settori che, producendo forte innovazione, fanno da volano alla crescita anche degh altri». Converrà che, con questi chiari di luna, i margini di manovra per il governo sono minimi. Allora, si scandalizzerebbe se il governo dovesse trovare la quadratura del cerchio con nuove misure una tantum? «Niente affatto. Ai critici deUe una tantum dico sempre di suggerirmi delle alternative. Anche a me piacciono poco i condoni, per esempio: ma nel momento in cui l'Irpeg diminuisce, le imprese sono in difficoltà e gli stessi enti locali arrancano, mi sa suggerire altri interventi - diversi dalle una tantum - per far quadrare i conti senza aumentare il prelievo fiscale? Io non li vedo: attendo suggerimenti dai soloni che sparano a zero con tanta facilità su quelle misure». Però anche politici seri come Enrico Letta e Pierluigi Bersani nutrono molte riserve. «Letta e Bersani fanno il loro mestiere: sono la voce dell'opposizione. Il pollice verso è legittimo in politica. E' legittimo anche in economia dove, però, può essere molto rischioso perché va ad accrescere la sfiducia dei consumatori. Insomma, è un po' il cane che si morde la coda. Attenzione, però, che se la sfiducia diventa sistematica ci vuole una vita a riconvertirla: e questo non giova né a chi governa né a chi vuole conquistare a sua volta il governo». [f. pod.j Michele Perini (Assolombarda) Il presidente dell'Assolombarda: col supereuro perdiamo il 30oZo di competitività

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