«Vele ammainate» prima dopo 72 anni

«Vele ammainate» prima dopo 72 anni CINEMA S FUTURISMO: IERI UN GRANDE EVENTO «Vele ammainate» prima dopo 72 anni SAVONA Cinema Sr futurismo. Le antiche mura del Priamar, ieri sera, hanno fatto da cornice ad un grande evento. Uno schermo e un film, ma che film! Pressoché mai visto, vestigia di un'epoca in cui il sonoro è al suo debutto e ancora non si può mixare (si registra in diretta), prodotto da un pezzo da novanta della cinematografia itahana allora in ripresa, il ligure Stefano Pittaluga, e girato per metà a Savona. Il film, proposto da Tatti Sanguineti, critico cinematografico di nome e di natali savonesi, s'intitola «Vele ammainate», è del 1931 ed è - come da presentazione dello stesso Sanguineti, - un triangolo awenturosotropicale, in cui un capitano si trova agli ormeggi forzati con la sua goetta, per i danni subiti durante una tempesta, in un porto che dovrebbe essere appunto tro- Tattì Sangu eti picale ma che - lo dicono gli esterni voluti da Pittaluga - ha i contomi dei moli della Savona che fu. Il marittimo frequenta una taverna, qui incontra una sguattera, se ne innamora e l'affranca dalle grìnfie del padrone e di uno spasimante non gradito (il triangolo). Riparati i danni, la donna salperà con lui. Una pellicolacult, diretta da un intellettuale dì rango, Anton Giulio Bragaglia, assistito di nascosto dal fratello Carlo Ludovico, che diventerà più famoso di lui (dirigerà Totò) e che oltre ai protagonisti, Dria Paola e Carlo Fontana, vede tra il cast, in quella che allora si chiamava «seconda fila», una Miss Itaha savonese, Enrica Santìs. Tatti Sanguineti, per il Comune, ha portato anche im'altra pellicola cult, «L'uomo meccanico» dì André Deed, un'opera del '21 restaurata dalla Cineteca di Bologna. [f.poz.1 Tattì Sanguineti

Luoghi citati: Bologna, Savona