L'Europa cerca un compromesso

L'Europa cerca un compromesso I QUINDICI DIVISI SULL'AUTORIZZAZIONE A USARE 6U ORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI L'Europa cerca un compromesso Ci sarà un'apertura parziale, resta da decidere come retroscena corrispondente da BRUXELLES COESISTENZA. E' la nuova parola d'ordine per rendere accettabili gh Ogm in agricoltura. E' anche l'ultima frontiera: l'ultimo ostacolo da superare sulla via di una regolamentazione europea tanto attesa quanto contrastata. Come assicurare la coesistenza, appunto, tra le coltivazioni con sementi geneticamente modificate e quelle che sono tutte naturali. Che significa definire regole di salvaguardia, distanze di sicurezza, controlli. E, soprattutto, norme territoriali che dovranno tenere conto delle caratteristiche delle zone, del tipo delle coltivazioni, anche del clima e dei meccanismi di impollinazione: tutto quello che può provocare le contaminazioni tra colture Ogm e quelle senza Ogm. Perché la coesistenza per funzionare deve essere pacifica, come si diceva una volta quando il mondo era diviso in due blocchi che si confrontavano. Dopo più di due anni di discussioni, la Uè ha trovato l'accordo sugli altri punti-chiave dell'apertura agh organismi geneticamente modificati in agricoltura: la tracciabilità e l'etichettatura dei prodotti e i limiti di Ogm in alimenti e mangimi. Ma sulla coesistenza la partita è ancora da giocare. Ed è la più delicata perché affronta i cosiddetti «Ogm viventi» : quelli che vengono coltivati, che nascono da un seme, si sviluppano, si riproducono e che possono estendersi anche oltre i confini dei campi in cm si è deciso di utilizzarli. Tutti i regolamenti approvati finora - l'ultimo passo è stato compiuto dall'Europarlamento appena dieci giorni fa - riguardano i prodotti «derivati» dagh Ogm: stabiliscono come individuarli (etichettatura e tracciabilità) e quah limiti di tolleranza ammettere (tra lo 0,5 e lo 0,90Zo) per considerare un prodotto senza Ogm. Il prossimo Consiglio dei ministri dell'Agricoltura europei, che sarà presieduto da Gianni Alemanno il 22 e il 23 lugho a Bruxelles, dovrà dare la definitiva luce verde ai due regolamenti già varati dall'Europarlamento. Ma si occuperà anche di coesi- stenza. Il Consiglio ha già chiesto alla Commissione di elaborare delle «linee guida» che dovrebbero arrivare proprio mercoledì 23 sotto forma di ima comunicazione che terrà conto anche delle ultimissime indicazioni che i ministri potrebbero concordare il 22, ma che sarà esaminata dal Consiglio soltanto nella prima riunione che ci sarà in settembre. Linee guida e non un vero regolamento europeo perché l'accordo in sede di Europarlamento è stato reso possibile da un emendamento che ha introdotto la facoltà da parte degli Stati di mettere in atto a livello nazionale i provvedimenti per evitare le contaminazioni. Tuttavia i Quindici - e presto i Venticinque - non possono applicare regole difformi. Il rischio è che il fronte dei Paesi da sempre più favorevoli all'introduzione degh Ogm in Europa - Inghilterra, Spagna e Olanda - possa stabilire norme di coesistenza troppo flessibili. Con effetti che finirebbero per coinvolgere tutti poiché, per la libera circolazione delle merci, un prodotto considerato «non Ogm» in Inghilterra per esempio - potrebbe poi fini- re sulla tavola di un consumatore italiano. Ecco, allora, la necessità di mettersi d'accordo sulle linee guida della coesistenza. Ma qui si scontrano due «partiti». C'è quello che vorrebbe lasciare alle aziende agricole la scelta del tipo di coltivazioni con o senza Ogm - e quello che propone una regola «territoriale». I Paesi che sono sostenitori di una introduzione controllata degh organismi geneticamente modificati - Itaha, Francia, Grecia, Austria, Danimarca, Lussemburgo ormai raggiunti anche da Germania e Portogallo - spingono per la regola territoriale. E la ragione è semplice. Coesistenza, in pratica, significa mettere in atto le misure agronomiche in grado di prevenire le contaminazioni: questo è praticamente impossibile se un'azienda che sceglie gli Ogm confina con un'altra che preferisce il biologico. Le normative nazionah, quindi, dovrebbero stabilire in quah zone e con quah limiti realizzare la coesistenza. Con inevitabile limitazione delle scelte delle singole aziende, cosa che inglesi, spagnoli e olandesi contestano. Ma una regola comune, alia fine, dovrà essere trovata. E questo è l'ultimo ostacolo da superare. Gran Bretagna, Olanda e Spagna vorrebbero consentire tutto Gli altri Paesi puntano a imporre vincoli rigidi Si deciderà il 22 e 23 luglio Dopo due anni la Uè ha trovato un'intesa sui limiti tollerabili nei cibi e nei mangimi e sulle etichettature ma non sulle modalità di coltivazione Per adesso ogni Stato è libero di fare come vuole. Questo in un mercato aperto significa che tutti devono subire le scelte di chi vieta di meno

Persone citate: Gianni Alemanno