Distrutto il 50 per cento del mais transgenico

Distrutto il 50 per cento del mais transgenico L'OPERAZIONE SUI 381 ETTARI PIEMONTESI VA ULTIMATA ENTRO MERCOLEDÌ Distrutto il 50 per cento del mais transgenico Rischiano di essere denunciati gli agricoltori che si ribellano e ricorrono al Tar Giorgio Ballano TORINO I trattori hanno lavorato anche di domenica e l'operazione «tolleranza zero» contro il mais geneticamente modificato è ormai arrivata quasi a metà dell'opera. La Coldiretti piemontese calcola che durante il fine settimana sia stato distrutto almeno il 45 per cento delle coltivazioni di granturco fuorilegge e già entro questa sera si dovrebbe arrivare all'eliminazione dell'SO per cento dei 381 ettari di pannocchie transgeniche. Per rispettare l'ordinanza emessa venerdì dal presidente Enzo Ghigo c'è ancora tempo fino a mercoledì sera, ma tra gli agricoltori più recalcitranti si sta facendo strada l'idea di presentare ricorso al Tar per congelare il provvedimento regionale. Dietro ai «ribelli» ci sarebbero emissari delle grandi multinazionali del settore biotech, che hanno promesso assistenza legale gratuita per sostenere la battaglia davanti al Tribunale amministrativo. «Chi si rifiuta di eseguire l'ordinanza del presidente della Regione sarà denunciato - taglia corto Mario Valpreda, direttore della sanità pubblica del Piemonte - e all'occorrenza manderemo nei campi trattori scortati dai carabinieri per distruggere il mais transgenico. Per fortuna la maggioranza dei coltivatori è dalla nostra parte, hanno capito che stiamo cercan- do di tutelare l'interesse di tutti e che l'iniziativa del presidente Ghigo non è un'uscita estemporanea: si inserisce in un più ampio discorso di lotta contro anabolizzanti, fitofarmaci, mangimi animali e controlli ad ampio raggio sulla filiera produttiva agricola e zootecnica del Piemonte». La Regione ha convocato per oggi un incontro con tutte le Asl piemontesi proprio per valutare quale comportamento tenere con le imprese agricole che non intendono distruggere le piantagioni di mais. La Confagricoltura, ad esempio, ha invitato i suoi associati a tener duro, sostenendo che l'eliminazione delle piante di granturco renderebbe più difficUe ottenere i risarcimenti. «Siamo pronti ad affrontare eventuah ricorsi - dice il capo di gabinetto della Regione, Giuliana Bottero - e non abbiamo nessun interesse ad andare muro contro muro, ma non escludiamo neppure l'intervento coattivo». In caso di ricorsi alla giustizia amministrativa la Regione potrà sempre far valere come precedente giurisprudenziale la sentenza del Tar del Lazio, che lo scorso 2 aprile ha rigettato un'istanza presentata dalla multinazionale biotech francese Vemeuil contro la circolare del Ministero delle Politiche Agricole che metteva al bando gh Ogm. E' tornato a parlare di Ogm anche il ministro Gianni Alemanno, il quale ha ribadito che le linee giuda in arrivo da Bruxelles non saranno un'apertura indiscriminata alle coltivazioni transgeniche: «Serviranno a ga¬ rantire la libertà di scelta dei sistemi agricoli, che è la base per la libertà di scelta dei consumatori. Se queste linee guida e la relativa legge nazionale di attuazione saranno ben orientate, passeremo dalle moratorie alla scelta dei produttori e del mercato». Alemanno sottolinea che l'Italia si batterà affinché l'apertura agh Ogm sia concepita per aree agricole omogenee, in modo tale da evitare il rischio di contaminazioni fra i campi biotech e quelli coltivati in maniera convenzionale. «Io sono convinto che i produttori italiani sceglieranno in larghissima maggioranza di non utilizzare prodotti biotech, preferendo sroduzioni tradizionali e di quaità», conclude il ministro delle Politiche Agricole. C'è invece perplessità sulla distruzione dei campi di mais piemontesi da parte di Leonardo Santi, presidente della Commissione Biotecnologie e Biosicurezza della Presidenza del ConsigUo. «La cosa che stupisce - sostiene Santi - è che non siano state fatte delle prove sulle piante per vedere se anche nel fogliame c'era presenza di Ogm, visto che non sempre avviene il trasferimento dai semi. Prima di arrivare a una decisione così grave come quella di distruggere delle coltivazioni senza sapere se poi effettivamente siano contaminate, si doveva avere almeno un contatto, una consultazione con il Comitato Interministeriale del Ministero della Salute». E' stato in gran parte distrutto in Piemonte il mais geneticamente modificato PAESI FAVOREVOLI AGLI OGM P Gran Bretagna C* Spagna (P Olanda PAESI ANCORA INCERTI L'EUROPA E GLI OGM OBelgio Q Svezia ^ Finlandia Q Irlanda PAESI CONTRARI 0 Italia C? Grecia Q Danimarca 0 Austria O Lussemburgo 0 Portogallo 0 Germania # Francia

Persone citate: Alemanno, Enzo Ghigo, Ghigo, Gianni Alemanno, Giorgio Ballano, Giuliana Bottero, Leonardo Santi, Mario Valpreda