« Indotto auto, l'emergenza continua »

« Indotto auto, l'emergenza continua » Da Torino il Presidente nazionale della CNA, Malavasi, lancia F allarme a Governo e Regione « Indotto auto, l'emergenza continua » Una ricerca unitaria delle tre Confederazioni artigiane evidenzia le criticità ancora aperte La fine della crisi della Fiat appare ancora lontana, così come gb interventi attesi, con urgenza, dal Governo nazionale e regionale per aiutare le imprese dell'indotto. Il dato emerge da un'indagine condotta, a livello nazionale, dalla CNA, dalla Confartigianato e dalla Casa, e presentata unitariamente a Torino lo scorso 30 giugno durante un convegno intitolato «Indotto auto, nessuna notizia in cronaca, nessuna misura strutturale» al quale ha partecipato anche il Presidente nazionale della CNA, Ivan Malavasi. All'interno della catena della subfomitura connessa al ciclo di produzione degli autoveicoli, sono proprio gli artigiani e le piccole imprese a pagare più duramente il prezzo della crisi del gigante Fiat. «Quasi il 209k delle imprese contattate dai ricercatori - spiega Sebastiano Consentine, Presidente del comitato unitario di coordinamento delle tre Confederazioni artigiane piemontesi - ha ridotto il numero degli occupati, mentre il 609fc ha ridotto o completamente azzerato la spesa destinata agli investimenti». Si tratta di una vera e propria trappola, come ha ricordato Malavasi: «Senza nuovi investimenti in tecnologia e risorse umane le imprese dell'indotto auto non possono infatti affrontale la crisi e ricercare nuovi mercati di sbocco». Non solo. Dalla ricerca è anche emerso che negli ultimi cinque anni la produzione della Fiat a Torino è calata del 46^o e che il 36'7o delle imprese intervistate teme una nuova flessione degli ordinativi, ma anche che oltre il 50^) delle imprese ha un rapporto "critico" con il credito. Accanto alla ricerca, le tre Confederazioni hanno anche firmato un documento unitario che ha il sapore di un appello estremo al governo nazionale e regionale del Piemonte affinché «si attivi immediatamente una politica di sostegno rivolta alle piccole imprese e all'artigianato». In particolare, come ha spiegato Malavasi, «occorre sostenere il sistema dei Confidi per semplificare l'accesso al credito da parte delle imprese dell'indotto in difficoltà e aiutare gli Enti bilaterali per consentire di alzare da sei a dodici mesi il sussidio di disoccupazione ai lavoratori delle imprese artigiane». La perdita delle maestranze qualificate, oltre al blocco del credito da parte delle banche rappresentano infatti due elementi che impediscono una riorganizzazione delle produzione da parte delle imprese dell'indotto auto legate al sistema Fiat. In particolare, per quando riguarda il problema credito, gU artigiani, come ha precisato Malavasi, «ritengono che si debbano attivare misure urgenti per agevolare l'accesso al credito alle imprese operanti nella fihera, tramite la costituzione di un fondo speciale di garanzia che intervenga a sostegno del capitale circolante». I beneficiari del fondo dovrebbero essere le piccole imprese con un fatturato proveniente dal settore auto pari a circa il 309fc del totale: «In questo modo - conclude Malavasi - verrebbero fomite le garanzie per lo sconto fatture e gli anticipi sugli ordini delle aziende che devono rivedere i loro programmi in seguito alla diminuzione delle commesse automobilistiche». Accanto alle proposte, il documento unitario delle tre Confederazioni contiene però anche una forte denuncia sul tempo perduto: «E' ormai trascorso un anno da quando si era avanzata al Governo nazionale una richiesta di risorse straordinarie, individuate per il solo Piemonte in 50 milioni di euro, per dare una prima risposta alle problematiche più urgenti». Ma sino ad oggi, di quelle risorse più volte promesse non è arrivato quasi nulla. Intanto, CNA, Confartigianato e Casa ricordano il peso economico e sociale del lavoro degli artigiani dell'indotto. Nella sola provincia di Torino la ricerca ha censito 1222 imprese al di sotto dei mille addetti, per un totale di 73.709 lavoratori attivi. Di queste imprese 352 sono nella classe tra 1 e 9 addetti e altre 549 sono al di sotto dei 49 addetti, Di fatto, il 73.74(7o delle imprese ha meno di 50 addetti e in queste imprese, tipicamente artigiane, operano 12.254 persone. sinistra

Persone citate: Ivan Malavasi, Malavasi, Sebastiano Consentine

Luoghi citati: Piemonte, Torino