Italvolley, dura la strada del rilancio di Roberto Condio

Italvolley, dura la strada del rilancio GLI AZZURRI SENZA BOMBER E IL LORO CT MONTALI A SECCO ORMAI DA TRE ANNI Italvolley, dura la strada del rilancio World League: serbi troppo forti, oggi giochiamo per il bronzo Roberto Condio Il digiuno continua. Per l'Italvoiley, che non festeggia un titolo dalla World League di tre anni fa, e per Gian Paolo Montali, a secco dopo lo scudetto del 2000 conquistato a Roma. Erano abituati a vincere tanto e dappertutto, gli azzurri e il loro nuovo et. Insieme da maggio, stanno lavorando per tornare in alto. Il primo tentativo di rilancio, ieri a Madrid, è finito male. Schiacciata dalla Serbia oro olimpico e bestia nera delle ultime 4 stagioni, l'Italia oggi dovrà accontentarsi di chiudere la sua 14a avventura nella World League contendendo il bronzo alla Repubblica Ceca, triturata nell'altra semifinale dal Brasile. È stato un 3-0 fra i più pesanti perché sottolinea in modo impietoso la differenza tra una squadra solida, potente e ricca di certezze e un'altra che i punti di riferimento, tecnici e caratteriali, li sta ancora cercando. C'è stata lotta soltanto nel 1 ' set, che gli azzurri hanno ben giocato, sprecando però la bellezza di 10 contrattacchi (il più comodo in occasione dell'unico set-ball avuto sul 24-23...) e l'aiuto serbo concretizzatosi in 8 battute sbagliate. Poi, i «piavi» non hanno più concesso nulla e sono volati verso la loro prima finale di World League con una serie di capolavori tra muro e difesa e le prodezze dei nostri abituali giustizieri Nik Grbic (regista di Piacenza, tutt'altro che indebolito dai 10 chih persi), Miljkovic (opposto di Macerata) e Vujevic (tuttofare di Latina). Più nessuna traccia, invece, di un'Italia col morale a pezzi dopo l'ennesimo set perso allo sprint e impalpabile in attacco (Zlatanov, Papi e Giani rimpiazzati senza risultati apprezzabili da Savani, Cernie e Biribanti). È il 3" ko su 4 match giocati nella «final 8» di World League. Gli alibi non mancano (le assenze di Vermiglio, Gravina e Gisella; altri infortuni recenti; il poco tempo avuto per allenarsi), ma a meno di due mesi dagli Europei e a poco più di un anno dall'Olimpiade non è nemmeno il caso di sottovalutare l'allarme. Questa prima Italia di Montali assomiglia ancora troppo a quelle degli ultmii anni, mai a segno. I difetti sono evidenti e gravi, nel volley muscolare del rally point system: la battuta raramente ferisce (nessun ace, ieri), i nostri bomber non hanno la potenza né la continuità per garantire punti nei momenti più delicati. Continuano a mancarci le mani pesanti, insomma. Quelle che invece hanno Serbia, Brasile e Russia. Zlatanov non esplode in azzurro nemmeno col suo «maestro» Montali, Giani si è riciclato opposto con dedizione e mestiere ma non può più reggere ad altissimo livello la raffica di partite imposta dalle grandi manifestazioni. E così il digiuno continua. Semifinali: Serbia-Italia 3-0 (24, 22, 16); Brasile-Rep. Ceca 3-0 (12, 20, 18). Finali (oggi): ore 15, 3" posto Italia-Rep. Ceca (differita ore 17,30, La7); ore 18,10 posto BrasileSerbia (differita ore 1, La7).