Operazione «tolleranza zero» contro gli Ogm

Operazione «tolleranza zero» contro gli Ogm ENTRO POCHI GIORNI IN PIEMONTE VERRANNO ESTIRPATE TUTTE LE PIANTAGIONI FUORILEGGE Operazione «tolleranza zero» contro gli Ogm Nel Cuneese distrutti i primi campi coltivati con il mais transgenico Giorgio Ballario TORINO A dare il via è stato Giovanni Silvestro, agricoltore del piccolo centro cuneese di Vottignasco: è salito sul trattore e ha provveduto di persona a distruggere i suoi cinque ettari di campo coltivati con u mais transgenico. Dopo giorni di polemiche, incertezze e rimpalli ieri si è passati ai fatti ed è incominciata la distruzione delle piantagioni ordinata dal presidente Enzo Ghigo in nome della «tolleranza zero». L'operazione è incominciata nella zona di Possano e Saluzzo e nelle prossime ore la stessa sorte toccherà al resto delle coltivazioni contaminate. Nell'arco di un paio di giomi le piante di granturco «fuorilegge», 381 ettari distribuiti in tutto il Piemonte, verranno estirpate, trinciate, sminuzzate e trasformate in concime. A queste potrebbero aggiungersi anche le colture di sei campi in provincia di Torino sulle quali indaga il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, che ha aperto un fascicolo a carico dell'amministratore delegato della multinazionale Pioneer Hi-Bred Itaha, Giuseppe Manara, per i reati di frode in commercio e violazione della legge del 1971 sulle sementi, modificata nel 2001 proprio alla luce del fenomeno Ogm. La Procura torinese accusa il colosso americano (che fa parte del gruppo farmaceutico DuPont e controlla più della metà del mercato itahano delle sementi di mais) di aver messo in commercio semi transgenici senza la necessaria autorizzazione del Ministero e soprattutto all'insaputa dei coltivatori, che li hanno acquistati e poi piantati nei loro terreni. I sei campi che hanno suscitato l'interesse della magistratura sono tutti concentrati nella zona di Chivasso, hanno una superficie di 175 ettari e sono stati messi sotto sequestro amministrativo dalla Asl locale. Anche in questo caso spetterà al presidente Ghigo - che ieri ha ricevuto la segnalazione da Guariniello - decidere la sorte di queste coltivazioni contaminate dalla presenza di Ogm. «Per ogni ettaro di mais geneticamente modificato che viene scoperto ce ne sono altri che rimangono sconosciuti - osserva il procuratore Guariniello purtroppo quello che stiamo distruggendo è solo una goccia nel mare. Non dico che la battagha sia già perduta, ma combatterla sarà davvero difficile». Il magistrato torinese, fra i primi in Itaha a occuparsi del rischio Ogm, ha già avviato un'inchiesta la scorsa estate a carico di dieci aziende produttrici di sementi biotech, fra le quah le americane Pioneer Hi Bred e Monsanto, la svizzera Syngenta e la francese Verneuil, tutte accusate di frode fiscale e violazione della legge sulle sementi. La «battagha del granturco» lanciata dal presidente del Piemonte sta raccoghendo molti consensi e qualche critica. Se il leader dei Verdi Pecoraro Scanio manda a Ghigo telegrammi di sostegno e il ministro delle Politiche Agricole Alemanno elogia apertamente il coraggio del «governatore» piemontese, dal mondo agricolo arrivano applausi e mugugni. Il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni si dice soddisfatto per la scelta delle istituzioni «di affrontare la situazione con chiarezza e senza ambiguità»; mentre Attilio Borroni, responsabile piemontese della Confederazione itahana agricoltori (Cia) parla di «fumo negh occhi della gente, dal momento che l'intera Europa sa che le sementi di mais e di soia provenienti dagli Stati Uniti sono contaminate dagli Ogm». Inoltre una trentina di aderenti alla Confagricoltura ha dato mandato agli avvocati di presentare ricorso al Tar per bloccare la distruzione delle coltivazioni. «Eliminare le piantagioni senza avere le prove della loro pericolosità è assurdo», commenta il direttore Ercole Zuccaro. Arrivano critiche anche dal versante politico. Per il presidente della commissione agricoltura del Senato, Maurizio Ronconi (Udo), l'ordinanza di Ghigo «aprirà un capitolo drammatico e rischioso per gh agricoltori italiani».

Luoghi citati: Chivasso, Europa, Piemonte, Stati Uniti, Torino, Vottignasco