«Un errore: sarà il biotech a salvare i prodotti tipici» di Piero Bianucci

«Un errore: sarà il biotech a salvare i prodotti tipici» L'ANALISI DI UNO DEI MAGGIORI ESPERTI DI BIOTECNOLOGIE APPLICATE ALL'AGRICOLTURA «Un errore: sarà il biotech a salvare i prodotti tipici» Sala: il pomodoro di San Marzano sta scomparendo per un virus Era stata scoperta una terapia genetica, purtroppo è stata proibita intervista Piero Bianucci FRANCESCO Sala è traimaggiori esperti europei nel settore delle biotecnologie applicate all'agricoltura. Autore di 110 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali, professore di botanica e biotecnologie all'Università di Milano, collabora con la Cina a ricerche sul pioppo transgenico, con Cuba sulla canna da zucchero e con gh Stati Uniti su piante modificate per ottenere vaccini contro il virus deh'Aids, la tubercolosi e il melanoma. Professor Sala, la protezione dei prodotti tipici italiani è l'obiettivo di chi, come il ministro Alemanno, si oppone alle piante transgeniche. Organismi modificati e prodotti tipici sono inconciliabili? «Bisogna giudicare caso per caso, in base al rapporto costi benefici. Nel caso del mais, che ora viene distrutto in Piemonte, non si difende certo un prodotto tipico: tutto il mais coltivato in Itaha è un ibrido FI, acquistato da multinazionali americane fin dal 1948. E' falso che la tecnica transgenica faccia scomparire i prodotti tipici. E' vero il contrario. In un mio libro ho individuato una trentina di prodotti tipici italiani che possono essere salvati solo con le biotecnologie: albicocche, riso camaroli, olivo, zucchino. Un caso esemplare è il pomodoro San Marzano, che sta scomparendo a causa di un virus. Nell'SO rappresentava il 350Zo della produzione campana, oggi è al 30Zo. Una piccola azienda biotech della Regione Basilicata nel 1999 ha trovato il modo di proteggerlo con un elegante e intelligente intervento genetico, ma prima Pecoraro Scanio e poi Alemanno hanno proibito di utilizzare questa varietà trasgenica. Così ora si mettono in scatola pomodori prodotti con sementi di multinazionali americane, e quando non bastano si importa sugo di pomodoro dalla Cina». Molti imputano ai cibi transgenici il diffondersi di allergie e intolleranze alimentari. ((La realtà scientifica è che finora non è documentato neppure un caso di alleluia o di altri danni alla salute attribuibili a cibi transgemei. La Comunità Europea ha concluso nel 2001 uno studio durato 15 anni, costato 70 milioni di euro e fatto da 400 gruppi di ricercatori, dal quale non risulta alcun effetto negativo degli Ogm. Molti prodotti naturah contegono allergeni: il kiwi ne ha 15 tipi. Semmai le piante modificate possono salvare milioni di vite umane: c'è un riso amechito geneticamente di provitamina A (betacarotene), che nei Paesi poveri potrebbe salvare mezzo milione di persone all'anno ed evitare milioni di casi di cecità. Ma non si usa, e noi dei Paesi ricchi siamo responsabili di questa strage». E' vero che le piante geneticamente modificate possono indurre resistenza agli antibiotici? «E' falso. Il gene che talvolta viene inserito genera resistenza alla canamicina o neomicina, due antibiotici che non sono più usati in terapia. Inoltre il gene, trasferito nella pianta, non agisce più. In realtà la resistenza agli antibiotici ci viene dalle carni che mangiamo, trattate con forti dosi a scopo preventivo, e dall'abuso terapeutico». Si dice che piante modificate geneticamente distruggono la bio di ver sita. ((Prendiamo il caso del mais. Un mais transgenico potrebbe impolhnare un mais selvatico, che invece vorremmo salvaguardare come riserva di biodiversità. Ma questa riserva si trova in Messico: è impossibile che vada a impollinarlo il mais coltivato in Piemonte. Ciò che sta succedendo in Piemonte è il risultato di un'anomalia itahana: il nostro è l'unico Paese che per legge abbia stabilito "toUeranza zero" verso il transgenico. Ora, la tolleranza zero è irrealizzabile: in una semente ci sarà sempre qualche seme transgenico, come infatti si è verificato in Piemonte. Qui il magistrato giustamente sta applicando la legge, ma è una legge sbaghataper un errore pohtico». C'è una corsa all'agricoltura ((biologica». Che ne pensa? «Mi guardo bene dal consumare prodotti dell'agricolturabiologica: non sono controllati, la loro qualità è garantita solo dall'autocertificazione di chi li vende. I vegetali coltivati senza interventi chimici sono aggrediti da batteri e funghi che rilasciano tossine». Uno dei campi con coltivazioni transgeniche distrutti ieri nel Cuneese

Persone citate: Alemanno, Pecoraro Scanio