Gli agricoltori di Massimo Mathis

Gli agricoltori Gli agricoltori «I semi comprati in buona fede» Massimo Mathis VOTTIGNASCO o o o È in provincia di Cuneo, nelle campagne di Vottignasco vicino a Possano, il primo appezzamento di mais transgenico distrutto in Piemonte, dopo l'ordinanza di Enzo Ghigo che impone tolleranza zero sugli organismi geneticamente modificati. Si tratta di cinque ettari di terreno. È stato lo stesso proprietario, Giovanni Silvestro, allevatore e titolare di un'azienda agricola in paese, alle 10,20 di ieri, a eseguire la delibera, dopo la notifica della Forestale. Il suo allevamento di suini si trova in una zona con la più alta concentrazione in Italia di attività di questo tipo e^ conta 2500 suini all'ingrasso. È un'impresa mo| dello: l'Arpa l'ha presa ad esempio, insieme con altre tre ditte in Piemonte, per la sua campagna di controllo delle esalazioni da liquami. Silvestro vi lavora con il figlio e spiega: «Abbiamo seminato e coltivato questo mais per settimane e ora ci tocca distruggere l'intero raccolto, perché si è scoperto che si tratta di Ogm. Poi dovremo nuovamente arare questi terreni». Le pannocchie verranno tagliate e triturate, e sotterrate dopo l'essiccamento. Così, si neutralizzano le colture transgeniche, evitando di contaminare le colture confinanti. Quando ha saputo che, per settimane, aveva coltivato organismi transgenici? «Il 24 giugno, quando sono arrivati i funzionari dell'Asl e mi hanno detto che il mais di quel campo proveniva da sementi geneticamente modificate e, quanto prima, sarebbe stato necessario tagliarlo e sotterrarlo. In un primo tempo, ho pensato che si trattasse di uno scherzo, ma dopo pochi istanti mi sono reso conto che invece la situazione era seria. Poi, stamattina (ieri), è giunta la notifica della Forestale: ho 48 ore per distruggere tutto, ed entro 30 giomi scatteranno i controlli dell'azienda sanitaria». In Piemonte altri 376 ettari di granoturco, lo 0,150Zo della produzione totale, farcuino la stessa fine. Di chi è la colpa? «Noi agricoltori siamo innocenti: non abbiamo fatto altro che comprare in buona fede un prodotto regolarmente in commercio, che in seguito si è rivelato essere illegale. Ci siamo limitati a fare quello che si fa alla vigilia di ogni periodo di semina, procurarci le sementi dal fornitore di fiducia e seminare. In questi casi, chi risponde del contenuto è il venditore. Le sementi geneticamente modificate sono state acquistate in cinque sacchi da 9 chili ciascuno, al vicino consorzio agricolo di Villafalletto. La semina di quel campo è avvenuta a maggio. La Coldiretti ha assicurato che tutelerà i suoi produttori, perché vengano del tutto risarciti». Partendo dal presupposto che, come dicono le multinazionali, si tratta di un errore, verranno quantificati i danni, compresi quelli di immagine. Nel suo caso, a quanto ammontano? «Il conto è presto fatto: per ogni ettaro distrutto perdiamo quasi 1500 euro. Questo granoturco era destinato al mio allevamento suinicolo, ora me lo dovrò comprare. I danni di immagine li saluterà la Coldiretti, di questo non so nulla».

Persone citate: Enzo Ghigo, Giovanni Silvestro

Luoghi citati: Cuneo, Italia, Piemonte, Villafalletto, Vottignasco