Nelle mani di George Tenet il futuro della Casa Bianca

Nelle mani di George Tenet il futuro della Casa Bianca SUA l/UUIMA PAROLA SULLA GAFFE DELUNTELLIGENCE Nelle mani di George Tenet il futuro della Casa Bianca retroscena dal corrispondente da NEW YORK LA verità sulla gaffe dell'intelligence che imbarazza la Casa Bianca è nelle mani del capo della Cia, George Tenet. Chiamandolo direttamente in causa ieri da bordo dell'Air Force One, il consigliere per la sicurezza nazionale Condoleezza Rice ha affidato a Tenet la responsabihtà dell'ultima parola sul falso dell'uranio del Niger, divenuto il cavallo di battaglia dei senatori democratici decisi a mettere in un angolo George W. Bush. Alla guida della Cia dall'I 1 luglio 1997, quando venne designato dall'allora presidente Bill Clinton, Tenet ha avuto un rapporto alterno con l'amministrazione Bush. Quando George W. sconfisse Al Gore, si disse che presto avrebbe perso il posto. Quando George W. si era appena insediato e iniziava la battaglia politica a favore della creazione di difesa antimissile dal rischio di attacchi balistici Tenet andò al Congresso presentando un rapporto nel quale si affermava che «la principale minaccia» alla sicurezza nazionale era «il terrorismo di Al Qaeda». Gli attacchi dell'I 1 settembre 2001 gli diedero ragione e la guerra contro Osama bin Laden e i taleban portò la Cia a svolgere un ruolo senza precedenti sul campo di battaglia: uomini in armi al fronte, droni teleguidati, super-poteri per la caccia al terrorista in patria e all'estero, a cominciare dalla possibilità di tornare a eliminare leader nemici ostili come nessun presidente da Gerald Ford aveva più permesso. La «Cia militare» debutta con la guerra afghana nel segno dell'intesa Bush-Tenet e le colazioni fra i due alla Casa Bianca diventano la sala di regia della guerra globale contro il terrorismo. E' Bush padre, che fu a sua volta capo della Cia, a spingere il figlio ad avere un rapporto forte e diretto con Tenet. Ma quando la Casa Bianca, nell'agosto del 2002, comincia a mettere in agenda l'Iraq di Saddam, fra i due toma il freddo. E' il capo della Cia che in autunno si presenta di fronte al Congresso di Washington per mettere le mani avanti: attaccando l'Iraq rischiamo di esporci a devastanti attentati, la principale minaccia alla sicurezza resta Al Qaeda. Bush è determinato a chiudere la partita con Saddam e lancia un avvertimento alla Cia autorizzando il Pentagono a dotarsi di una propria agenzia di intelligence per operazioni globali: se Tenet tentenna sarà Donald Rumsfeld a fare il lavoro per lui. Gli americani capiscono che il braccio di ferro BushTenet sull'Iraq si è concluso quando la Cia diventa ufficialmente la fonte delle informazioni di intelligence grazie alle quali il Segretario di Stato, Colin Powell, si presenta a marzo di fronte al Consiglio di Sicurezza dell'Onù per esporre le prove sull'esistenza delle armi proibite di Saddam. Da quel momento il coinvolgimento di Tenet sull'Iraq cresce: è lui che durante la notte del primo attacco fa cambiare i piani dell'offensiva portando di persona a Bush le informazioni su dove si troverebbe Saddam, suggerendo ^(attacco di decapitazione» contro le Fattorie di Dora. Finita «Iraqi Freedom» Bush affida a Tenet il compito di trovare le armi di distruzione di massa irachene, ovvero di aiutarlo a rispondere alle critiche crescenti per il fatto che del casus belli non c'è traccia. Adesso suU' uranio del Niger il presidente ripete la stessa scelta: si affida al capo della Cia che fu designato da Clinton. E lui lo ha ripagato assumendosi la resposanbilità dell'errore commesso. [m. mo.] GeorgeTenet, capo della Cia

Luoghi citati: Iraq, New York, Niger, Washington