Torino capitale del jazz per quattro giorni

Torino capitale del jazz per quattro giorni NONA EDIZIONE DELLA RASSEGNA INTERNAZIONALE Torino capitale del jazz per quattro giorni Di Rossana Casale la prima esibizione lunedì prossimo sul palco con la cantante Dave Holland e la sua Big Band Ospiti a Ponte Mosca Frisell, Abercrombie e Grossman MARCO BASSO Torino (e i suoi più prossimi dintorni, da Moncalieri a Pino), è la capitale italiana della musica afroamericana. Lo decreta il più elevato numero di rassegne e concerti di ottimo livello di tutto il territorio nazionale. Lo conferma la 9a edizione del Torino International Jazz Festival, manifestazione patrocinata da Comune, Regione e organizzata da Aics Contromusica. Una novità importante: il Festival si sposta al Ponte Mosca di lungodora Firenze, luogo strategico per la sua centralità. I caratteri peculiari delle scelte artistiche, come sempre opera di Sergio Ramella, sono tratteggiati dalla molteplicità di stili e di sonorità rappresentate, dalla contaminazione e da concerti che propongono sempre nuove esplorazioni. Primo appuntamento lunedì 14 con Rossana Casale e Dave Holland e la sua Big Band; l'originale timbro della Casale, che ricorda le regine del jazz degli anni '20 e '30, si confronta con le elaborate armonie di Holland e dei suoi musicisti. Il 15 è la volta dell'Italian Saxophone Ensemble, ospite uno dei più significativi esponenti del jazz italiano, Gianni Basso, e di Bill Frisell con il gruppo The Intercontinentals. Il 16 il Mano Manouches S- Florence Fourcade Quartetto. Precede la John Abercrombie Band (Mark Feldman violino, Marc Johnson basso, Joey Baron batteria) capitanata dalla chitarra armoniosa di Abercrombie. La serata finale, il 17, parte con il quintetto One for Ali e si chiude con Steve Grossman Quartet. Un cartellone ben assortito, in grado di accontentare ogni sera tanto chi tra il pubblico si sente più legato alla tradizione, quanto chi cerca suoni attuali e contaminati. L'assortimento degli artisti consente di ripercorrere la storia del jazz: dalle origini più bluesy allo swing con la Casale, passando con i Mano Manouche e la Fourcade ad omaggiare la cultura chitarristica dei nomadi Manouches e del suo leggendario eroe Django Reinhardt, tra i primi a trascrivere con sensibilità europea lo spirito del jazz. Fieri esponenti del mainstream, protagonisti del sassofono, da sempre strumento principe, sono poi Gianni Basso, l'Italian Saxophone Ensemble, i One for Ali, sei musicisti newyorkesi che sono stati sidemen di Hampton, Blakey, Corea, Ray Charles, Chet Baker, Tommy Flannagan, e soprattutto Steve Grossman che occupa un posto importante nella storia concertistica e discografica deljazz. Nei primi anni '70, quando suonò con Davis e poi con Elvin Jones (assieme a Dave Liebman), e quindi fondò con Gene Perla il trio Stone Alliance. Inventore di un linguaggio originale sia sul tenore che sul soprano, di grande impatto stilistico ed emotivo, è partito dalla tradizione per proiettarsi in avanti. Si potranno ascoltare Dave Holland, Frisell e Abercrombie non a caso fiori all'occhiello di etichette come Ecm ed Elektra None Such che hanno sempre promosso una politica di innovazione del linguaggio jazz alla ricerca di armonie nuove ed ammiccanti.

Luoghi citati: Casale, Corea, Firenze, Moncalieri, Torino