Greene: «il futuro dei 100 sono io» di Giorgio Barberis

Greene: «il futuro dei 100 sono io» GOLDEN LEAGUE ALL'OLIMPICO, L'ITALIA PUNTA SUI SALTI CON MARTINEZ, TALOTTI E MAY Greene: «il futuro dei 100 sono io» Bekele sfida il mito di Gebre, E! Guerrouj corre i 1500 Giorgio Barberis inviato a ROMA Il milione di dollari messo in palio della Golden League è quasi un elemento mattinale: sarà perché Chandra Sturrup, che pure è una gran bella trentaduenne proveniente dalle Bahamas, e Maria Mutola, tratti da maschiaccio di origine mozambicana, non riescono a suscitare grandi fantasie, ma a far grande il Golden Gala che va in scena stasera all'Olimpico non sono le due sole atlete ancora in gara per aggiudicarsi il jackpot. Gigi D'Onofrio, meeting-manager dell'appuntamento romano, anche stavolta è stato capace di dosare i motivi di interesse: da un'inedita sfida sui 5000 tra gli etiopi Gebrselassie e Bekele e il keniano Chebii, all'esordio stagionale di El Guerrouj sulla distanza a lui più cara, i 1500, a un Maurice Greene che, dopo le opache prove fin qui fomite, ha chiesto di correre due volte i 100 per quella che può definirsi una prova tecnica. Prima una sorta di warm-up con la partecipazione alla serie minore, quindi la gara con i mighori, delegata a mettere in fila i valori attuali dello sprint. «La laaf - sostiene un Greene che speriamo altrettanto grintoso in pista - con la novità delle partenze che mettono fuori gara, dopo la prima falsa, chiunque incappi nel!' errore, ha raggiunto l'obiettivo di impedirci di correre come sappiamo. La regola che fissa a 100 millesimi il tempo di reazione allo start è superata. Per come ci si prepara si può fare medio. Così, invece, finiamo per perdere parte della nostra aggressività e questo significa un appesantimento dei tempi di 10-15 centesimi. Pensare al record del mondo diventa sempre più difficile. Il futuro dei 100? Continuo a essere io». Su Montgomery, rimasto negli States a coccolare Marion Jones e il bambino appena nato, neppure una sillaba. Greene è un fascio di nervi, tutt'altra cosa dai corridori di lunga lena. Gebrselassie e Bekele si pre¬ sentano . insieme e il primo, in latria ribattezzato Neftenga (il 30ss), si presta a far da interprete: «Così - ridacchia - sentirete Kenenisa parlar bene di me...». I loro cinquemila stasera saranno gara più vera che mai: a Oslo Bekele ha battuto Chebii, il quale si è preso la rivincita a Parigi precedendo Gebre. Per 3 km ci saranno due lepri a lanciare la gara e sollecitare il ritmo, dopo è tutto da vedere quel che succederà perché nessuno dei tre è disposto a sacrificarsi e ciascu¬ no cercherà di arrivare al meglio all'eventuale volata. «Bekele - dice Gebre - è il nuovo principe, forse il nuovo re, lo ha già dimostrato: è forte fisicamente e, soprattutto, nella testa e nel modo di gestire le gare. Lui ha 21 anni, io 30: significa che ha nove stagioni per arrivare dove sono arrivato io, che non mollo perché ho ancora come traguardo delle medaglie e perché correre dà divertimento e permette di girare il mondo». Spettatore interessato dei cin¬ quemila sarà El Guerrouj, se non altro per studiare da fuori chi cercherà ai Mondiah di Parigi (23-31 agosto) di frapporsi al suo tentativo di fare doppietta (1500-5000) e ripetere l'impresa riuscita al solo Paavo Nurmi nei Giochi del 1924, sempre nella capitale francese. «La mia gara sono i 1500 - tiene a precisare il marocchino che sui 1500-miglio non perde da 34 mesi e in questo lasso di tempo ha inanellato 22 successi - ed è su questa distanza che cercherò il mio quarto titolo iridato. Poi correrò i 5000, per il piacere e il divertimento mio e di chi mi guarda. E se dovesse arrivare una medaglia, tanto meglio». El Guerrouj, che annuncia di voler andare all'attacco del record mondiale del miglio il 15 agosto a Zurigo, non è del tutto sincero, perché uno come lui non sa, e non può, accontentarsi di un piazzamento. Mai. E lo dimostra il fatto che, nell'unica gara disputata sui 5000, pur battuto da Cherono, ha realizzato un tempo (12^0^4) che Iha posto tra i mighori delle liste all-time della specialità. Alien Johnson (110 hs) e Felix Sanchez (400 hs) sono tra gli altri grandissimi di questo Golden Gala che, in chiave italiana, spera in ulteriori progressi di Magdehn Martinez nel triplo, dove prime attrici saranno Aldama e Lebedeva, e di Alessandro Talotti, talentuoso saltatore in alto della scuola friulana. C'è anche Fiona May nel lungo ma da lei, in fase di recupero dopo la maternità, non si può pretendere più di tanto. Maurice Greene (100) e Alien Johnson (110 hs) saranno in pista questa sera allo Stadio Olimpico di Roma

Luoghi citati: Bahamas, El Guerrouj, Italia, Oslo, Parigi, Roma, States, Zurigo